24/05/2021 - Il
Museo Archeologico Nazionale di Napoli (M.A.N.N.), uno dei primi costituiti in Europa in un monumentale palazzo seicentesco tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, vanta uno dei più ricchi e pregevoli patrimoni di opere d’arte e manufatti di interesse archeologico in Italia.
Nel museo sono esposti oltre tremila oggetti e sono conservati centinaia di migliaia di reperti databili dall’età preistorica alla tarda antichità, sia provenienti da vari siti antichi del Meridione, sia dall’acquisizione di rilevanti raccolte antiquarie, a partire dalla
collezione Farnese appartenuta alla dinastia reale dei Borbone, fondatori del Museo che inizialmente si chiamava “Real Museo Borbonico”.
Il palazzo in cui ha sede il M.A.N.N. è stato
costruito alla fine del Cinquecento con la destinazione di caserma di cavalleria e
dal 1616 fu poi sede dell’Università. Dal 1777 fu ristrutturato e ampliato dagli architetti Ferdinando Fuga e Pompeo Schiantarelli per divenire un museo.
Con l’Unità d’Italia nel 1860 il Museo divenne nazionale e le sue collezioni sono andate arricchendosi con l’acquisizione di reperti provenienti dagli scavi nei siti della Campania e dell’Italia Meridionale e dal collezionismo privato. Il trasferimento della Pinacoteca a Capodimonte nel 1957 ha determinato l’attuale fisionomia di Museo Archeologico.
L'edificio è stato recentemente oggetto di
un'importante opera di riqualificazione: nel biennio 2019-2020 il museo è cresciuto, ha operato il restyling delle collezioni e degli spazi espositivi, e ha avviato un'opera di restauro e valorizzazione
che ha interessato anche la ristrutturazione delle coperture e il recupero dei depositi del piano sottotetto.
L’intervento ha previsto opere di ristrutturazione e risanamento delle coperture dell’intero edificio del museo,
su una superficie di circa 5.900 m2 di coperture a falda e circa 100 m2 di coperture piane, con opere correlate di bonifica e miglioramento delle aree di deposito dei reperti archeologici sottostanti. Obiettivo dell'intervento, era quello di
eliminare le cause di infiltrazione dell'acqua sulla copertura a falda e piana, all'interno degli ambienti e lungo le gronde.
Per la riqualificazione dell'edificio è stato necessario utilizzare materiali che fossero in grado di ristrutturare le coperture, senza però gravare sulla struttura esistente. Garantire allo stesso tempo
affidabilità strutturale e leggerezza è esattamente la specificità delle
soluzioni Laterlite, e per questo motivo la scelta è stata quella di utilizzare materiali
a base di argilla espansa Leca per gli interventi di
risanamento dei solai di copertura del complesso.
I solai del M.A.N.N., infatti, mostravano il peso dell’età ed erano ormai danneggiati. L'intervento ha portato alla
formazione di una nuova soletta in calcestruzzo leggero strutturale Leca, sostituendo il vecchio calcestruzzo ormai ammalorato con quello alleggerito. Laterlite ha fornito
48 m3 di calcestruzzo leggero LecaCLS 1400, messo in opera dall'impresa Cobar SpA di Altamura (Bari).
LecaCLS 1400 è un
calcestruzzo leggero strutturale premiscelato in sacco, adatto alla realizzazione di
getti di rinforzo, solette collaboranti e coperture. In opera pesa solo 1.400 kg/m³, un notevole alleggerimento rispetto ai circa 2.400 kg/m³ del calcestruzzo tradizionale. Pur essendo leggero, LecaCLS 1400 ha resistenze paragonabili ai calcestruzzi tradizionali confezionati in cantiere: la resistenza meccanica caratteristica a compressione è di 25 Mpa. Inoltre, risponde pienamente alle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 17/01/2018).
Grazie a Laterlite, nell’intervento di Napoli
la tecnologia dell’edilizia moderna è stata messa a disposizione per preservare il patrimonio del passato.
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