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Facciate in pietra naturale, dalla scelta alla cura del materiale
FOCUS
Facciate in pietra naturale, dalla scelta alla cura del materiale
A spacco o in lastre, la pietra non è solo tradizione ma anche innovazione, capace di rispondere a molteplici esigenze. Ma per preservarne la bellezza, va protetta da annerimenti e graffiti
21/05/2021 - Grazie agli incentivi fiscali attualmente in vigore è possibile rinnovare la facciata di un edificio; con il Bonus Facciate si può recuperare, restaurare e cambiare l’aspetto estetico esteriore, con l’Ecobonus e il Superbonus è possibile realizzare interventi di riqualificazione energetica che coinvolgono tutto l’involucro, come ad esempio il cappotto termico o la facciata ventilata.
Intervenire sulla facciata può così contribuire a migliorare l’estetica urbana ed incrementare il risparmio energetico.
Le prescrizioni normative prevedono limitazioni nella scelta delle finiture per gli edifici vincolati o ricadenti nelle zone dei centri storici. Altrove è possibile spaziare, ferma restando l’armonia estetica del contesto in cui l’immobile è inserito. L’ultimo tocco, quello del rivestimento, sarà il tratto distintivo dell’edificio, per questo è importante fare le giuste scelte prime di procedere.
Scegliere il rivestimento per la facciata vuol dire valutare una serie di fattori, come i numerosi materiali disponibili. Le soluzioni sono molteplici e spaziano dalle finiture tradizionali come l’intonaco, la pittura, la pietra naturale, la pietra ricostruita, a quelli più recenti come il grès, il metallo e il legno.
Foto: BAITA su isolamento a cappotto©B&B Rivestimenti Naturali
La pietra è di certo un evergreen: in particolare la pietra naturale è un materiale da sempre apprezzato nell’architettura sia nella progettazione di interni che di esterni.
“Il rivestimento in pietra naturale non rappresenta solo unicità, storia e tradizione ma, grazie alle nuove tecnologie produttive, è considerato anche una soluzione innovativa per finitura, lavorazioni, estetica e posa, come quella su isolamenti a cappotto” - ci ha raccontato B&B Rivestimenti Naturali, azienda che produce rivestimenti per facciate in pietra naturale e che abbiamo coinvolto nella redazione di questo focus.
I rivestimenti in pietra possono essere prodotti nella classica tipologia a spacco o a lastre, con risultati finali completamente diversi. La pietra a spacco è costituita da bozzetti di forma irregolare che simulano una muratura di pietrame, mente le lastre sono regolari, generalmente di forma quadrata o rettangolare, con dimensioni medie o medio-grandi.
B&B Rivestimenti Naturali sostiene che: “le finiture a spacco naturale sono sicuramente più espressive e caratterizzano maggiormente l’architettura ma le lastre sono molto di tendenza, soprattutto con lavorazioni superficiali come sabbiatura, sabbiatura e spazzolatura, rigatura o fiammatura.”
Come per tutti i materiali destinati a rivestire le facciate esterne anche la pietra naturale deve rispettare determinati requisiti prestazionali: deve resistere agli sbalzi di temperatura (sia giornalieri notte/giorno che stagionali tra estate e inverno), alle intemperie, ai cicli di gelo e disgelo, non cambiare colore in seguito all’esposizione alla luce del sole. Secondo B&B Rivestimenti Naturali non c’è varietà o qualità di pietra più indicata per l’outdoor; architetti e committenti possono scegliere tra tantissimi colori, tipologie, forme e finiture.
Foto: FILITE a spacco su isolamento a cappotto©B&B Rivestimenti Naturali
Come si è evoluta la posa della pietra naturale? Sono stati messi a punto sistemi di lavorazione che la semplificano e la velocizzano?
“La tecnologia legata a nuovi macchinari, l’abilità e la maestria degli artigiani consentono di non porre limiti agli utilizzi di questo straordinario prodotto. Gli spessori ed i pesi del passato sono oggi tradotti in rivestimenti sottili e sottilissimi, con formati irregolari, regolari o allungati come richiedono le ultime tendenze di mercato. Materiali di alto valore estetico, pregio e durata illimitata nel tempo”, ha detto B&B Rivestimenti Naturali.
Oggi la pietra viene tagliata con uno spessore di 2 o 3 cm, tenendo un lato al naturale, mente l’altro viene reso perfettamente piano. Questo consente una posa a colla rapida e precisa, riducendo inoltre il peso del prodotto e lo spazio necessario allo stoccaggio.
“La riduzione del peso e dello spessore permette di applicare il materiale in tutta sicurezza e su qualsiasi supporto ed anche su isolamenti termici a cappotto”, ha poi aggiunto B&B Rivestimenti Naturali.
Qualsiasi sia il sistema di fissaggio adoperato, i dispositivi di ancoraggio o la malta di allettamento devono essere affidabili e sicuri per evitare la caduta accidentale di parti o intere lastre con conseguenti danni a persone o cose.
Il pregio della pietra naturale è tale quando si preserva la sua bellezza. A B&B Rivestimenti Naturali abbiamo chiesto quali accorgimenti adottare per la protezione della facciata in pietra. La loro risposta è stata: “i rivestimenti in pietra naturale non necessitano di alcun trattamento idrorepellente protettivo. Resta inteso che è indispensabile prevedere la copertura della sommità dei muri rivestiti con copertine coprimuro, scossaline, falde o altro al fine di evitare infiltrazioni d’acqua tra il muro portante ed il rivestimento”.
Foto: drysystem© B&B Rivestimenti Naturali
Come si interviene in questi casi? Lo abbiamo chiesto a FILA, che ci ha prospettato diverse soluzioni.
Gli annerimenti superficiali sono dei depositi organici e/o inorganici che creano una patina scura sulla superficie. Si presentano principalmente in situazioni di umidità marcata, in zone poco esposte al sole, inquinate e in caso di mancata protezione e manutenzione. Questi annerimenti possono essere di diversi tipi:
1. Annerimenti causati da depositi atmosferici (smog, inquinanti) maggiormente presenti in zone ad alta densità urbana e/o industrializzate. Le microparticelle atmosferiche, trasportate dall’acqua, si depositano nel materiale e ne riempiono le porosità. Quando l’acqua evapora, queste particelle rimangono sulla superficie e, giorno dopo giorno, si accumulano portando alla formazione di una patina nera.
2. Annerimenti causati dalla crescita di microorganismi (licheni muffe, muschi, alghe…), presenti soprattutto in zone umide. I microorganismi, trasportati dall’acqua, si annidano nelle porosità del materiale, luogo in cui trovato un habitat idoneo alla loro crescita. L’acqua crea un ambiente idoneo alla loro proliferazione e alla creazione di colonie sempre più grandi e visibili che possono assumere colorazioni verdi, nere, grigie.
Foto: annerimenti su superficie in pietra©FILA
3. Annerimenti dovuti alla formazione delle così dette “crostenere”, fenomeno tipico delle facciate di edifici storici. Le croste nere sono un fenomeno di degrado che si sviluppa su marmi e pietre carbonatiche esposte all’inquinamento atmosferico ma protette dal dilavamento dovuto all’acqua piovana (es. cornici, angoli nascosti, sottotetti.).
Una superficie annerita a causa di attacco microbiologico (muffe, licheni, ecc.) deve essere innanzitutto pulita e sanificata attraverso un’azione chimico-fisica dove l’azione chimica viene esplicata dal pulitore biocida ALGAE NET. In seguito, deve essere previsto l’intervento di protezione per prolungare i risultati ottenuti e fare in modo che la superficie mantenga il suo aspetto ritrovato con l’impiego di un idrorepellente antivegetativo come HYDROREP ECO.
Foto: eliminazione di un graffito ©FILA
- propellente;
- leganti organici;
- coloranti organici.
Quando il writer decide di realizzare un graffito, spruzza semplicemente la vernice sulla superficie in pietra e/o in cemento. Il prodotto, sfruttando le porosità del materiale, riesce ad attecchire al substrato. In poco tempo (20 min circa), i componenti solubili della miscela evaporano, ottimizzando così l’adesione del film organico alla parete.
Una superficie imbrattata da graffiti deve essere ripulita attraverso l’impiego di un prodotto sverniciante appositamente formulato come NOPAINT STAR. A seguito della pulizia è necessario prevedere una protezione anti-graffiti ad effetto dissuasione come MP90 ECO XTREME.
Intervenire sulla facciata può così contribuire a migliorare l’estetica urbana ed incrementare il risparmio energetico.
Le prescrizioni normative prevedono limitazioni nella scelta delle finiture per gli edifici vincolati o ricadenti nelle zone dei centri storici. Altrove è possibile spaziare, ferma restando l’armonia estetica del contesto in cui l’immobile è inserito. L’ultimo tocco, quello del rivestimento, sarà il tratto distintivo dell’edificio, per questo è importante fare le giuste scelte prime di procedere.
Scegliere il rivestimento per la facciata vuol dire valutare una serie di fattori, come i numerosi materiali disponibili. Le soluzioni sono molteplici e spaziano dalle finiture tradizionali come l’intonaco, la pittura, la pietra naturale, la pietra ricostruita, a quelli più recenti come il grès, il metallo e il legno.
Foto: BAITA su isolamento a cappotto©B&B Rivestimenti Naturali
La pietra è di certo un evergreen: in particolare la pietra naturale è un materiale da sempre apprezzato nell’architettura sia nella progettazione di interni che di esterni.
“Il rivestimento in pietra naturale non rappresenta solo unicità, storia e tradizione ma, grazie alle nuove tecnologie produttive, è considerato anche una soluzione innovativa per finitura, lavorazioni, estetica e posa, come quella su isolamenti a cappotto” - ci ha raccontato B&B Rivestimenti Naturali, azienda che produce rivestimenti per facciate in pietra naturale e che abbiamo coinvolto nella redazione di questo focus.
I rivestimenti in pietra possono essere prodotti nella classica tipologia a spacco o a lastre, con risultati finali completamente diversi. La pietra a spacco è costituita da bozzetti di forma irregolare che simulano una muratura di pietrame, mente le lastre sono regolari, generalmente di forma quadrata o rettangolare, con dimensioni medie o medio-grandi.
B&B Rivestimenti Naturali sostiene che: “le finiture a spacco naturale sono sicuramente più espressive e caratterizzano maggiormente l’architettura ma le lastre sono molto di tendenza, soprattutto con lavorazioni superficiali come sabbiatura, sabbiatura e spazzolatura, rigatura o fiammatura.”
Come per tutti i materiali destinati a rivestire le facciate esterne anche la pietra naturale deve rispettare determinati requisiti prestazionali: deve resistere agli sbalzi di temperatura (sia giornalieri notte/giorno che stagionali tra estate e inverno), alle intemperie, ai cicli di gelo e disgelo, non cambiare colore in seguito all’esposizione alla luce del sole. Secondo B&B Rivestimenti Naturali non c’è varietà o qualità di pietra più indicata per l’outdoor; architetti e committenti possono scegliere tra tantissimi colori, tipologie, forme e finiture.
Foto: FILITE a spacco su isolamento a cappotto©B&B Rivestimenti Naturali
In passato, la difficoltà, il costo e le tempistiche legate alla posa potevano costituire fattori limitanti nella scelta della pietra naturale.
“La tecnologia legata a nuovi macchinari, l’abilità e la maestria degli artigiani consentono di non porre limiti agli utilizzi di questo straordinario prodotto. Gli spessori ed i pesi del passato sono oggi tradotti in rivestimenti sottili e sottilissimi, con formati irregolari, regolari o allungati come richiedono le ultime tendenze di mercato. Materiali di alto valore estetico, pregio e durata illimitata nel tempo”, ha detto B&B Rivestimenti Naturali.
Oggi la pietra viene tagliata con uno spessore di 2 o 3 cm, tenendo un lato al naturale, mente l’altro viene reso perfettamente piano. Questo consente una posa a colla rapida e precisa, riducendo inoltre il peso del prodotto e lo spazio necessario allo stoccaggio.
“La riduzione del peso e dello spessore permette di applicare il materiale in tutta sicurezza e su qualsiasi supporto ed anche su isolamenti termici a cappotto”, ha poi aggiunto B&B Rivestimenti Naturali.
Facciate in pietra naturale, sistemi di fissaggio
La pietra naturale può essere fissata al supporto con colla o fissaggi meccanici come grappe e perni metallici. B&B Rivestimenti Naturali ci ha spiegato che: “i fissaggi meccanici sono usati nelle pareti a facciate ventilate e possono essere a vista o a scomparsa. Mentre utilizzano adesivi ad altissime prestazioni idonei per qualsiasi applicazione in qualsiasi condizione climatica, negli altri casi.”Qualsiasi sia il sistema di fissaggio adoperato, i dispositivi di ancoraggio o la malta di allettamento devono essere affidabili e sicuri per evitare la caduta accidentale di parti o intere lastre con conseguenti danni a persone o cose.
Il pregio della pietra naturale è tale quando si preserva la sua bellezza. A B&B Rivestimenti Naturali abbiamo chiesto quali accorgimenti adottare per la protezione della facciata in pietra. La loro risposta è stata: “i rivestimenti in pietra naturale non necessitano di alcun trattamento idrorepellente protettivo. Resta inteso che è indispensabile prevedere la copertura della sommità dei muri rivestiti con copertine coprimuro, scossaline, falde o altro al fine di evitare infiltrazioni d’acqua tra il muro portante ed il rivestimento”.
Foto: drysystem© B&B Rivestimenti Naturali
Facciate in pietra naturale, come eliminare gli annerimenti superficiali
Ma il valore estetico della pietra naturale è spesso sotto attacco. Piogge acide, smog, annerimenti superficiali, muffe alghe e batteri, e soprattutto i fastidiosi graffiti, sono i diversi nemici delle facciate in marmo, granito e pietra naturale.Come si interviene in questi casi? Lo abbiamo chiesto a FILA, che ci ha prospettato diverse soluzioni.
Gli annerimenti superficiali sono dei depositi organici e/o inorganici che creano una patina scura sulla superficie. Si presentano principalmente in situazioni di umidità marcata, in zone poco esposte al sole, inquinate e in caso di mancata protezione e manutenzione. Questi annerimenti possono essere di diversi tipi:
1. Annerimenti causati da depositi atmosferici (smog, inquinanti) maggiormente presenti in zone ad alta densità urbana e/o industrializzate. Le microparticelle atmosferiche, trasportate dall’acqua, si depositano nel materiale e ne riempiono le porosità. Quando l’acqua evapora, queste particelle rimangono sulla superficie e, giorno dopo giorno, si accumulano portando alla formazione di una patina nera.
2. Annerimenti causati dalla crescita di microorganismi (licheni muffe, muschi, alghe…), presenti soprattutto in zone umide. I microorganismi, trasportati dall’acqua, si annidano nelle porosità del materiale, luogo in cui trovato un habitat idoneo alla loro crescita. L’acqua crea un ambiente idoneo alla loro proliferazione e alla creazione di colonie sempre più grandi e visibili che possono assumere colorazioni verdi, nere, grigie.
Foto: annerimenti su superficie in pietra©FILA
3. Annerimenti dovuti alla formazione delle così dette “crostenere”, fenomeno tipico delle facciate di edifici storici. Le croste nere sono un fenomeno di degrado che si sviluppa su marmi e pietre carbonatiche esposte all’inquinamento atmosferico ma protette dal dilavamento dovuto all’acqua piovana (es. cornici, angoli nascosti, sottotetti.).
Una superficie annerita a causa di attacco microbiologico (muffe, licheni, ecc.) deve essere innanzitutto pulita e sanificata attraverso un’azione chimico-fisica dove l’azione chimica viene esplicata dal pulitore biocida ALGAE NET. In seguito, deve essere previsto l’intervento di protezione per prolungare i risultati ottenuti e fare in modo che la superficie mantenga il suo aspetto ritrovato con l’impiego di un idrorepellente antivegetativo come HYDROREP ECO.
Foto: eliminazione di un graffito ©FILA
Facciate in pietra naturale, il ripristino da graffiti
I graffiti sono delle opere pittoriche, realizzate su pareti esterne, ottenute servendosi di coloranti spray. Principalmente, però, una bomboletta spray contiene al suo interno una miscela di:- propellente;
- leganti organici;
- coloranti organici.
Quando il writer decide di realizzare un graffito, spruzza semplicemente la vernice sulla superficie in pietra e/o in cemento. Il prodotto, sfruttando le porosità del materiale, riesce ad attecchire al substrato. In poco tempo (20 min circa), i componenti solubili della miscela evaporano, ottimizzando così l’adesione del film organico alla parete.
Una superficie imbrattata da graffiti deve essere ripulita attraverso l’impiego di un prodotto sverniciante appositamente formulato come NOPAINT STAR. A seguito della pulizia è necessario prevedere una protezione anti-graffiti ad effetto dissuasione come MP90 ECO XTREME.