27/05/2021 - Per la proroga del Superbonus si dovrà aspettare la Legge di Bilancio di fine anno. Lo ha affermato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, che ieri alla Camera ha risposto all’interrogazione del deputato Gianluca Rospi.
Superbonus, la proroga e le risorse in campo
Il Ministro ha affermato che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il superbonus rappresenta una delle principali proposte progettuali. L'ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e Fondo complementare, è di oltre
18 miliardi di euro.
La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari, ma il Governo si è impegnato a inserire nel
disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici.
Le parole del Ministro fanno svanire le speranze di quanti chiedevano una
proroga immediata per dare maggiore certezza al settore e lasciano intendere che la detrazione potrebbe anche essere rimodulata alla luce dei risultati raggiunti e di quelli da perseguire.
Un’incertezza che da una parte potrebbe spingere gli interessati ad affrettarsi e ad avviare i lavori, ma dall’altra potrebbe scoraggiare chi ha bisogno di regole certe per interfacciarsi con le
banche e acquisire la
documentazione richiesta.
Queste incertezze si intrecciano con le
sorti del decreto sulle semplificazioni. Una volta approvato, il decreto potrebbe snellire l’iter per ottenere il superbonus, ma senza un allungamento dell’orizzonte temporale le semplificazioni in arrivo potrebbero perdere le loro potenzialità.
Superbonus, ancora poche richieste
Nella sua interrogazione, l’on. Rospi ha sottolineato che ad oggi le richieste di attivazione del superbonus sono ancora troppo poche: 35mila in tutta Italia, a fronte di un potenziale della platea di oltre 17 milioni di edifici, costruzioni realizzate prima del 1980, quindi non adeguate, dal punto di vista sismico ed energetico.
Rospi ha messo in evidenza anche la necessità di semplificazione: in un anno sono state presentate all’Agenzia delle Entrate oltre 7mila richieste di chiarimento. Segno che la normativa non è di facile applicazione.
Rospi si è soffermato inoltre sulla necessità di
eliminare o semplificare la dichiarazione di conformità urbanistica dal momento che le imprese aspettano diversi i mesi per ottenere l'accesso agli atti, di semplificare le procedure per la cessione del credito, per le quali “ci sono delle piattaforme che richiedono addirittura 40 documenti da inserire” e di estendere la misura a tutti gli edifici, compresi alberghi, edifici commerciali, terziario e edifici industriali perché “una misura che guarda alla sicurezza sismica e all'efficienza energetica non deve guardare alla tipologia degli edifici”.