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Pavimenti autoposanti: un connubio tra praticità e resistenza

Pavimenti autoposanti: un connubio tra praticità e resistenza

Non hanno bisogno di colla e stuccatura per le fughe, si appoggiano semplicemente al supporto, sono immediatamente calpestabili e totalmente reversibili

Vedi Aggiornamento del 23/01/2023
Foto: pavimento autoposante in materiali ceramici ARSRATIO ©Casalgrande Padana
di Rosa di Gregorio
10/06/2021 - I luoghi aperti al pubblico sono soggetti a traffico intenso di persone e spesso anche di macchinari come carrelli elettrici, transpallet, ecc.
 
Per sopportare le sollecitazioni dovute al transito prolungato tipico di questi luoghi, la pavimentazione deve essere caratterizzata da un’elevata resistenza, sicurezza antiscivolo e antisdrucciolo, ma anche deve durare nel tempo e richiedere una bassa manutenzione.
 
Tra le diverse pavimentazioni idonee a questi contesti ci sono i pavimenti autoposanti conosciuti anche con il termine autoadagianti; come si evince dal nome si applicano senza l’ausilio di alcun fissaggio di tipo meccanico o colla.
 
In commercio ci sono varie tipologie di pavimenti autoposanti, che a loro volta rispondono a varie esigenze di posa e contestualizzazione, come:
- pavimenti autoposanti in plastica, PVC;
- pavimenti autoposanti in vinile, LVT;
- pavimenti autoposanti in ceramica;
- pavimenti autoposanti in metallo.
 
Pavimenti autoposanti: un connubio tra praticità e resistenza Foto: Pavimento in LVT iD INSPIRATION LOOSE-LAY ©TARKETT
 

Pavimenti autoposanti in PVC e LVT

I pavimenti autoposanti in PVC e LVT appartengono alla famiglia dei pavimenti resilienti, e come tali sono caratterizzati da continuità, elasticità, lavorabilità, impermeabilità, durabilità e ridotto spessore.
 
L’elasticità, la caratteristica per definizione dei materiali resilienti, è quella capacità del materiale di deformarsi, se sollecitato, per poi riprendere la sua forma originale. Per questo motivo i pavimenti autoposanti in PVC e LVT sono molto utilizzati anche in contesti industriali.
 
Infatti, i pavimenti autoposanti in PVC e LVT si suddividono a loro volta in:
- Pavimenti autoposanti di tipo decorativo: per uso residenziale o adibiti a spazi rivolti alla vendita. Prodotti generalmente in doghe o listoni con effetto pietra, legno (declinato nelle varie essenze), tessuto e marmo. Hanno uno spessore di circa 4/5 mm.
- Pavimenti autoposanti di tipo tecnico: particolarmente indicati per officine, garage, opifici industriali, sale fitness, sale pesi, ecc. Prodotti nel formato piastrella di dimensioni 50 x 50cm, con incastri “a puzzle”. Hanno uno spessore di circa 6/7 mm.
 
I pavimenti autoposanti in PVC e LVT hanno in più le caratteristiche dei pavimenti antitrauma, quindi oltre al settore della vendita, dell’industria e del commercio sono idonei per il settore della sanità, dell’istruzione, ma anche per uso professionale e residenziale.
 
Pavimenti autoposanti: un connubio tra praticità e resistenza Foto: Pavimento resiliente in piastre autoposanti, GTI MAX CONNECT ©gerflor
 

Pavimenti autoposanti in ceramica e metallo

I pavimenti autoposanti in ceramica e metallo sono particolarmente adatti nell’ambito terziario, commerciale e residenziale, perché la piastrella conserva tutte le caratteristiche estetiche della finitura in ceramica e in metallo.
 
I pavimenti autoposanti in ceramica sono la trasformazione di un elemento statico, quale la ceramica, in un sistema dinamico e flessibile. Un pavimento autoposante in ceramica è un sistema multistrato formato da una lastra in ceramica o grès porcellanato (di cui mantiene tutte le caratteristiche tipiche), accoppiata a un supporto (l'elemento portante) e a un bordo perimetrale che funge sia da incastro che da fuga.
 
Nella posa serve solo verificare la planarità del supporto, massetto o pavimentazione esistente, preoccuparsi di eseguire una accurata pulizia e poi è possibile procedere semplicemente posando gli elementi con un sistema di ancoraggio a maschio e femmina. Per zone ad angolo o spigolo, o pezzi di formato speciale, il pavimento autoposante in ceramica si taglia con la classica taglierina da piastrelle.
Come un tradizionale pavimento in ceramica, anche nella versione autoposante sono disponibili i tipici formati 60X60, 75X75, 20X120, 30X120, 60X120 cm ecc.
 
Fra tutti i pavimenti autoposanti, quelli in ceramica presentano degli spessori leggermente più importanti, che possono variare da un minimo di 12 mm a un massimo di 22 mm a seconda del tipo di piastrella utilizzata. Se in ambienti commerciali questo aspetto è irrilevante, forse potrebbe creare qualche limite in ambito residenziale in presenza di porte e finestre, su cui si dovrà eseguire un intervento minimo di adattamento.
 
Pavimenti autoposanti: un connubio tra praticità e resistenzaFoto: Pavimento con posa a secco AP01 LAY FLOOR ©Planium
 
Anche i pavimenti autoposanti metallici sono degli elementi multistrato, in questo caso lo strato di supporto è un tappetino in PVC magnetico su cui vengono poggiate le piastre in metallo. Lo spessore di questa tipologia di pavimento è davvero minimal e i formati di varie dimensioni, inoltre ogni elemento è ritagliabile a misura.
 
I pavimenti autoposanti in ceramica e in metallo sono totalmente reversibili in modo puntuale; l’assenza di collanti di posa e della stuccatura delle fughe fra le piastrelle permette la sostituzione del singolo elemento in caso di rottura o semplicemente di sollevarlo per una manutenzione del supporto o per il passaggio di cablaggi nascosti.
 
La presenza del tappetino di supporto, inoltre, in entrambe le tipologie, svolge anche un ruolo di isolamento acustico.
 
Tutti i pavimenti autoposanti sono calpestabili e in grado di sopportare grandi carichi immediatamente dopo la posa; questo aspetto è rilevante perché permette di procedere con le ordinarie attività senza interruzione anche durante le fasi di posa.
 

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