21/06/2021 - Subappalto, qualità delle opere, competenze delle Stazioni appaltanti e trasparenza. Un intreccio che incide sulla sicurezza delle infrastrutture, cui bisogna prestare attenzione dal momento che una serie di cantieri saranno avviati sulla base di procedure emergenziali, in deroga al Codice Appalti.
Su questi temi, con toni più o meno pacati, si sono soffermate la Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni (Finco) e l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), intervenute alla Camera in un ciclo di audizioni sul DL Semplificazioni.
Subappalto, Finco: ‘no lacrime da coccodrillo’, Anac: necessarie garanzie
Finco ha espresso la massima perplessità sull’eliminazione delle percentuali massime di subappalto anche nelle lavorazioni superspecialistiche e su un sistema che, a causa della scarsa qualificazione delle Stazioni Appaltanti, delega molte responsabilità alle imprese.
“Se si cede nella sostanza al concetto del “Contraente generale” anche in assenza di un vero General Contractor - afferma la Presidente FINCO Carla Tomasi - che distribuisce a suo piacimento i lavori ai subappaltatori con ribassi inaccettabili (visto che anche il tetto al ribasso massimo attualmente previsto al 20% tra il prezzo di aggiudicazione dell’appaltatore e quanto corrisposto al subappaltatore è stato eliminato), selezionandoli non certo su requisiti di qualità quanto di risparmio, si costringono le imprese subappaltatrici, anche quelle superspecialistiche, ad operare al
massimo ribasso con un conseguente abbattimento del
livello qualitativo delle imprese, strozzate da un mercato selvaggio, ad esclusivo beneficio dell’impresa generale. Non piangiamo poi lacrime di coccodrillo se gli effetti di queste scelte si tradurranno in una scarsa qualità delle opere ed altrettanto scarsa sicurezza”.
Sull’argomento Anac ha sottolineato che i subappaltatori dovrebbero fornire le
stesse garanzie dell’appaltatore principale.
Appalto integrato, concorrenza e competenze delle Stazioni Appaltanti
Finco ha affermato che la maggiore criticità dell’appalto nasce dalla stazione appaltante e ha giudicato paradossale la proposta di superare il problema della loro qualificazione delegando tutta l’opera ad un’impresa appaltatrice che opera al massimo ribasso, con procedure che limitano la concorrenza.
Sulla proposta di qualificazione provvisoria, proposta dal Decreto, Anac ha suggerito di basare la qualificazione sugli affidamenti già svolti: “se un’amministrazione ha già svolto affidamenti di una certa rilevanza ed entità sarà automaticamente abilitata a svolgerli, altrimenti svolgerà affidamenti di minore entità”.
Secondo Anac, inoltre, le procedure acceleratorie devono essere compensate con “
iniezioni di trasparenza ex ante, per garantire una effettiva competizione e concorrenza tra gli operatori economici”, ma anche con controlli postumi per verificare l’efficacia dell’opera.
Per garantire la trasparenza e la concorrenza, Anac ha infine affermato che è necessario garantire la tracciabilità delle procedure con
l’utilizzo di strumenti elettronici e l’utilità di coordinare le disposizioni con quelle sulla Banca dati nazionale dei contratti pubblici.