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Case galleggianti, palafitte e botti: il Friuli Venezia Giulia definisce le regole
AMBIENTE
Case galleggianti, palafitte e botti: il Friuli Venezia Giulia definisce le regole
Fissati i requisiti delle strutture ricettive ecocompatibili in aree naturali. Via libera anche ai condhotel
13/07/2021 - Strutture ricettive realizzate con materiali naturali o con tecniche di bioedilizia, case galleggianti, palafitte e botti in legno sono sempre più ricercate dai turisti.
Al fine di sostenere la realizzazione di realtà di accoglienza che vadano ad ampliare l’offerta turistica e l’attrattività del territorio, la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via definitiva, nella seduta del 12 luglio scorso, le specifiche e i requisiti delle strutture ricettive ecocompatibili in aree naturali.
Sono stati definiti, per esempio, il numero massimo delle strutture ricettive realizzabili nelle aree naturali e i materiali da utilizzare, i requisiti igienico-sanitari, le prescrizioni tecniche necessarie per la realizzazione degli interventi, anche in deroga, e sono state state fissate le modalità di apertura e di esercizio e gli eventuali requisiti di classificazione delle strutture ricettive in aree naturali.
Lo scopo del provvedimento - commenta l’assessore regionale alle Attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini - è quello di “definire una nuova tipologia di offerta turistica che caratterizzi il nostro territorio e si fondi sulle molteplici potenzialità e sulle numerose attrattive e specificità di carattere naturale presenti sul territorio, capaci di fidelizzare le forme di turismo lento oggi sempre più diffuse e ricercate”.
Ma quali sono le strutture ricettive ecocompatibili in aree naturali? Secondo la nuova norma regionale, sono tutti gli esercizi aperti al pubblico che utilizzano manufatti realizzati con materiali naturali o con tecniche di bioedilizia. Possono essere galleggianti, cioè alloggi e locali di somministrazione galleggianti assicurati alla riva o all'alveo di fiumi, canali, ambiti lagunari o costieri; manufatti ecocompatibili, cioè alloggi collocati nell'ambito di contesti arborei di alto fusto o in aree verdi; palafitte e cavane, ovvero alloggi e locali di somministrazione collocati stabilmente su superfici acquee; botti, cioè alloggi realizzati all'interno di botti in legno; cavità, si tratta di alloggi, locali di somministrazione, magazzini e depositi realizzati in cavità artificiali.
Il condhotel - ricorda la nota della Regione - è stato introdotto dal legislatore nazionale nel 2014 al fine di diversificare l’offerta turistica e favorire gli investimenti volti alla riqualificazione degli esercizi alberghieri esistenti; nel 2018 è stato emanato il regolamento nazionale che ha definito le condizioni di esercizio di queste strutture
Ad aprile 2019 i condhotel sono stati recepiti in Friuli Venezia Giulia, rinviando ad una delibera di giunta regionale la definizione delle modalità per l’avvio e l’esercizio dell’attività, sia per le strutture esistenti sia di nuova realizzazione.
“In Friuli Venezia Giulia - spiega la Regione - sarà possibile ‘ottenere’ un condhotel attuando una gestione unitaria tra una struttura alberghiera esistente ed un altro immobile, destinato a unità abitative a carattere residenziale, collocato nello stesso Comune. Inoltre, altro elemento peculiare è quello che solo nella nostra regione si potrà realizzare ex novo un condhotel, anche in assenza di un preesistente edificio alberghiero”.
Al fine di sostenere la realizzazione di realtà di accoglienza che vadano ad ampliare l’offerta turistica e l’attrattività del territorio, la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via definitiva, nella seduta del 12 luglio scorso, le specifiche e i requisiti delle strutture ricettive ecocompatibili in aree naturali.
Sono stati definiti, per esempio, il numero massimo delle strutture ricettive realizzabili nelle aree naturali e i materiali da utilizzare, i requisiti igienico-sanitari, le prescrizioni tecniche necessarie per la realizzazione degli interventi, anche in deroga, e sono state state fissate le modalità di apertura e di esercizio e gli eventuali requisiti di classificazione delle strutture ricettive in aree naturali.
Lo scopo del provvedimento - commenta l’assessore regionale alle Attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini - è quello di “definire una nuova tipologia di offerta turistica che caratterizzi il nostro territorio e si fondi sulle molteplici potenzialità e sulle numerose attrattive e specificità di carattere naturale presenti sul territorio, capaci di fidelizzare le forme di turismo lento oggi sempre più diffuse e ricercate”.
Ma quali sono le strutture ricettive ecocompatibili in aree naturali? Secondo la nuova norma regionale, sono tutti gli esercizi aperti al pubblico che utilizzano manufatti realizzati con materiali naturali o con tecniche di bioedilizia. Possono essere galleggianti, cioè alloggi e locali di somministrazione galleggianti assicurati alla riva o all'alveo di fiumi, canali, ambiti lagunari o costieri; manufatti ecocompatibili, cioè alloggi collocati nell'ambito di contesti arborei di alto fusto o in aree verdi; palafitte e cavane, ovvero alloggi e locali di somministrazione collocati stabilmente su superfici acquee; botti, cioè alloggi realizzati all'interno di botti in legno; cavità, si tratta di alloggi, locali di somministrazione, magazzini e depositi realizzati in cavità artificiali.
Friuli Venezia Giulia: via libera ai condhotel
Nella stessa seduta è arrivato il via libera definitivo alla costituzione dei condhotel, alberghi nei quali alle tradizionali camere si associano in forma integrata e complementare unità abitative a destinazione residenziale, dotate di servizio autonomo di cucina. La superficie di queste unità abitative non potrà superare il 40% della superficie complessiva dei compendi immobiliari interessati.Il condhotel - ricorda la nota della Regione - è stato introdotto dal legislatore nazionale nel 2014 al fine di diversificare l’offerta turistica e favorire gli investimenti volti alla riqualificazione degli esercizi alberghieri esistenti; nel 2018 è stato emanato il regolamento nazionale che ha definito le condizioni di esercizio di queste strutture
Ad aprile 2019 i condhotel sono stati recepiti in Friuli Venezia Giulia, rinviando ad una delibera di giunta regionale la definizione delle modalità per l’avvio e l’esercizio dell’attività, sia per le strutture esistenti sia di nuova realizzazione.
“In Friuli Venezia Giulia - spiega la Regione - sarà possibile ‘ottenere’ un condhotel attuando una gestione unitaria tra una struttura alberghiera esistente ed un altro immobile, destinato a unità abitative a carattere residenziale, collocato nello stesso Comune. Inoltre, altro elemento peculiare è quello che solo nella nostra regione si potrà realizzare ex novo un condhotel, anche in assenza di un preesistente edificio alberghiero”.