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Codice Appalti, la legge delega a breve in Parlamento

Codice Appalti, la legge delega a breve in Parlamento

Subappalto, appalto integrato, massimo ribasso, dibattito pubblico e localizzazione delle opere tra gli argomenti su cui è atteso il confronto tra gli operatori

Vedi Aggiornamento del 26/04/2022
Foto: szefe©123RF.com
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di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 26/04/2022
20/07/2021 - Passi avanti per il nuovo Codice Appalti. Il testo del disegno di legge delega, cha a fine giugno è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, ha ottenuto la bollinatura e sta per iniziare il suo percorso in Parlamento.
 
Percorso che potrebbe rivelarsi accidentato. Ci sono alcune questioni spinose, come l’appalto integrato, i criteri di aggiudicazione il subappalto o la localizzazione delle opere pubbliche su cui gli operatori hanno posizioni discordanti.
 
C’è però una certezza. L’impostazione del Codice Appalti deve cambiare non solo perché la norma del 2016 si è rivelata poco applicabile, ma soprattutto per le esigenze di semplificazione e velocizzazione dettate dal PNRR.
 

Codice Appalti: direttive europee e subappalto

Il primo punto del ddl delega prevede che il nuovo Codice Appalti sia aderente alle direttive europee. Questo significa che dovrà introdurre o mantenere livelli di regolazione corrispondenti a quelli minimi richiesti dalle direttive sui contratti pubblici. E già su questo punto si può prevedere il riaccendersi del dibattito sul subappalto.
 
L’Italia ha un contenzioso aperto con l’Unione Europea. Se, da una parte, il Decreto Semplificazioni introduce un processo di progressiva liberalizzazione, dall’altra ci sono molti operatori che ritengono indispensabili i limiti al subappalto. È quindi probabile che queste posizioni in Parlamento prendano la forma di emendamenti al disegno di legge.
 


Programmazione, localizzazione e appalto integrato per velocizzare le opere

Per rispettare gli obiettivi fissati con il PNRR, il nuovo Codice Appalti deve ridurre e rendere certi i tempi di gara, di stipula dei contratti e di realizzazione delle opere. Per questi motivi, saranno modificate le norme sulla programmazione e localizzazione delle opere e sul dibattito pubblico.
 
Tra le strategie da prendere in considerazione per la velocizzazione, nell’adozione del nuovo Codice Appalti si valuteranno anche:
- la riduzione dei livelli di progettazione;
- lo snellimento delle procedure di verifica e validazione dei progetti;
- l’individuazione delle ipotesi in cui si potrà ricorrere all’appalto integrato.
 
Anche su queste tematiche bisognerà trovare una sintesi tra l’esigenza di alleggerire la normativa e la necessità di tutelare la centralità della progettazione o di assicurare il coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni sulle grandi opere.
 

Codice Appalti, via la disciplina secondaria

Un’altra novità sarà la ridefinizione della disciplina secondaria, con l’abbandono dei decreti e delle linee guida monotematici, che nel 2016 avrebbero dovuto semplificare l’applicazione delle norme. Il meccanismo nella realtà si è inceppato, molte linee guida non hanno mai visto la luce e imprese e Amministrazioni hanno operato confrontandosi con dubbi e incertezze.
 
La legge delega punta sulla semplicità e chiarezza del linguaggio e limiterà il più possibile il rinvio alla normazione secondaria.
 


Codice Appalti, incentivi per la semplificazione

La semplificazione sarà attuata con incentivi all’utilizzo di procedure flessibili per la stipula di contratti complessi, come il dialogo competitivo, il partenariato per l’innovazione, le procedure competitive con negoziazione.
 
Il Codice individuerà le ipotesi in cui le Stazioni Appaltanti possono ricorrere ad automatismi nella valutazione delle offerte e all’aggiudicazione secondo il criterio del prezzo o del costo, ma terrà conto delle specificità dei contratti nel settore dei beni culturali.
 
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