26/07/2021 - Prorogare subito i bonus sui lavori in casa, senza attendere la fine dell’anno, per dare maggiore certezza al mercato. La richiesta è stata formulata dal Deputato FI, Alessandro Cattaneo, durante un’interrogazione che si è svolta mercoledì scorso alla Camera.
Dalla risposta del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, è emersa una fotografia sui risultati economici prodotti negli anni dalle detrazioni, la volontà di prorogare il Superbonus al 2023 e di estendere la durata delle altre detrazioni fiscali.
Superbonus e proroga al 2023
l Ministro Giovannini ha spiegato che, “nell’ambito del
PNRR, il superbonus rappresenta una delle principali proposte progettuali finalizzate a incrementare il livello di efficienza energetica degli edifici, la maggior parte dei quali è stata costruita prima degli anni Settanta del secolo scorso. L'ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e Fondo complementare, è di oltre 18 miliardi di euro e la misura è finanziata fino alla fine del 2022 con una estensione a giugno 2023 per le case popolari”.
Il Governo, ha ricordato Giovannini, “
si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021”.
Nella stessa sede, cioè nell’ambito del disegno di bilancio per il 2022,
sarà valutata anche la proroga o la modifica di ecobonus tradizionale al 65%, bonus ristrutturazioni, sismabonus e bonus facciate.
Secondo l’on. Cattaneo, però,
la proroga dovrebbe essere approvata immediatamente “perché l’incertezza frena la crescita, i cittadini, se non sanno che sono certi di poter contare sulla proroga, non avviano più nuove pratiche, gli imprenditori hanno molte incertezze e le banche non danno più i prestiti”.
Bonus casa, gli effetti economici delle detrazioni fiscali
Secondo Giovannini, le detrazioni fiscali rappresentano “uno degli strumenti attraverso cui si intende favorire la realizzazione degli investimenti diretti al miglioramento strutturale e all'efficientamento energetico del patrimonio edilizio”.
Giovannini ha riportato che, “in base alle stime elaborate dal CRESME, gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica hanno interessato,
dal 1998 al 2020, oltre 21 milioni di interventi, con l'attivazione di investimenti pari a oltre 346 miliardi di euro. Il dato a consuntivo per il 2019 indica un volume di investimenti pari a 28,7 miliardi di euro veicolati dagli incentivi fiscali per il recupero edilizio, la riqualificazione energetica, la riduzione del rischio sismico e la riqualificazione delle facciate.
Nel
biennio 2018-2019 sono stati portati in detrazione, per il recupero edilizio, svolto negli anni 2017-2018,
12,7 miliardi di euro contro gli 11,3 miliardi di euro del biennio 2016-2017, mentre, per quanto riguarda la riqualificazione energetica, sono stati portati in detrazione 3,2 miliardi di euro, contro i circa 2,8 del biennio precedente”.
“Dal punto di vista dell'impatto sull'occupazione - ha continuato - le stime degli investimenti attivati hanno generato un assorbimento cumulato di
2,5 milioni di occupati diretti, in termini di media annua parliamo di circa 255 mila occupati.”
Edilizia, semplificazione e rigenerazione urbana, le altre iniziative
Giovannini ha infine ricordato l’impegno del Governo per il settore delle costruzioni. “Ricordo le nostre battaglie a favore di un
codice appalti più snello, di una
sburocratizzazione complessiva e ringrazio il lavoro che il Ministro Brunetta ha fatto per il provvedimento che, nelle prossime ore, andrà in Aula.
E, ancora, la
legge sulla rigenerazione urbana, che è al Senato, e che così com'è non ci piace. Ricordo lo
scempio della zona A, il disastro fatto, per esempio, per la città di Roma”.