14/09/2021 - Ristrutturare gli edifici storici rurali per dare nuova vita alle periferie e alle campagne.
È l’obiettivo di uno degli investimenti - che ammonta a
600 milioni di euro - ricompresi nella Missione ‘Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (
PNRR).
L’investimento punta a
valorizzare gli edifici storici rurali al fine di incrementare l’afflusso di turisti nelle aree periferiche del Paese, ma anche di migliorare la tutela del paesaggio circostante.
Ristrutturando gli edifici abbandonati o degradati, infatti, si punta a creare posti di lavoro, ridurre le disparità regionali e alleviare l’impatto della crisi, anche grazie alla valorizzazione dell’artigianato e dei prodotti agricoli locali.
L’intento dell’investimento è quello di stimolare un processo sistematico di riqualificazione degli edifici rurali storici e di tutela del paesaggio,
sia di proprietà o gestione ad enti privati che a enti del terzo settore.
Molti edifici rurali e strutture agricole - spiega il PNRR - hanno subito un
progressivo processo di abbandono, degrado e alterazione che ne ha minato i caratteri distintivi e il rapporto con l'ambiente circostante. Il provvedimento, ripristinando il patrimonio edilizio rurale, migliora la qualità del paesaggio rurale restituendo alla collettività un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico. Il patrimonio, così tornato in dotazione alla comunità, potrà essere
reinserito nel tessuto economico e sociale del territorio, valorizzando le particolarità locali.
Quali sono i
benefici attesi? Gli edifici storici vengo posti al centro di un processo di valorizzazione per:
- riqualificare il territorio e renderlo più sicuro, verde e vivibile per tutti;
- creare nuovi posti di lavoro, sia in ambito culturale che turistico;
- riportare le aree periferiche del Paese al centro dei flussi turistici;
- valorizzare la produzione artigianale locale e creare nuovi poli economici e sociali.
Entro
giugno 2022 sarà emanato un Decreto del Ministero della Cultura che assegnerà le
risorse ai singoli interventi. Entro dicembre 2025 si prevede di terminare 3.000 progetti e di avviarne altri 900.