
Tettoia abusiva, evita la demolizione se diventa pergolato fotovoltaico
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NORMATIVA
Tettoia abusiva, evita la demolizione se diventa pergolato fotovoltaico
CdS: può diventare legittima l'opera che perde la sua riconoscibilità e il confinante non può far valere l'inerzia del Comune
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del 10/10/2023

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08/09/2021 - Una tettoia abusiva può essere trasformata in un pergolato fotovoltaico e salvarsi dalla demolizione. Lo ha ribadito il Consiglio di Stato che, con la sentenza 5567, ha confermato quanto già affermato dal Tar Lombardia.
Il responsabile aveva quindi iniziato i lavori di demolizione, ma ad un certo punto li aveva interrotti per presentare una CILA per la trasformazione della tettoia in pergolato fotovoltaico.
Il Comune aveva acquisito la CILA, prescrivendo una distanza minima di 5 centimetri tra i pannelli fotovoltaici. Il confinante, però, riteneva che i lavori di demolizione non fossero stati realizzati correttamente, come prescritto dal Comune, e aveva presentato ricorso al Tar.
Dal momento he il Tar ha respinto il ricorso, il confinante è ricorso in appello davanti al Consiglio di Stato.
I giudici del Consiglio di Stato hanno confermato che se l’opera abusiva è privata della sua funzionalità e riconoscibilità, può essere considerata legittima. In questo caso, dal momento che il responsabile ha presentato una CILA e che il Comune ha prescritto una distanza di 5 centimetri tra i pannelli fotovoltaici, il manufatto può essere considerato una pergola e sfuggire alla demolizione.
Il CdS ha inoltre aggiunto che il Comune non era rimasto inerte e che quindi il confinante non poteva far valere il silenzio inadempimento. I tecnici del Comune, infatti, avevano effettuato sopralluoghi e compiuto valutazioni per l’acquisizione della CILA. Il Comune, inoltre, aveva risposto alle diffide ad adempiere proposte dal confinante.
I giudici hanno quindi confermato la legittimità del pergolato, così come risultante dala trasformazione della tettoia.
Tettoia abusiva trasformata in pergolato, il caso
I giudici sono intervenuti in un contenzioso tra confinanti. Il primo aveva realizzato una tettoia abusiva ed era stato condannato alla demolizione dell’opera.Il responsabile aveva quindi iniziato i lavori di demolizione, ma ad un certo punto li aveva interrotti per presentare una CILA per la trasformazione della tettoia in pergolato fotovoltaico.
Il Comune aveva acquisito la CILA, prescrivendo una distanza minima di 5 centimetri tra i pannelli fotovoltaici. Il confinante, però, riteneva che i lavori di demolizione non fossero stati realizzati correttamente, come prescritto dal Comune, e aveva presentato ricorso al Tar.
Dal momento he il Tar ha respinto il ricorso, il confinante è ricorso in appello davanti al Consiglio di Stato.
Tettoia abusiva e trasformazione in pergolato
I giudici del Consiglio di Stato hanno confermato che se l’opera abusiva è privata della sua funzionalità e riconoscibilità, può essere considerata legittima. In questo caso, dal momento che il responsabile ha presentato una CILA e che il Comune ha prescritto una distanza di 5 centimetri tra i pannelli fotovoltaici, il manufatto può essere considerato una pergola e sfuggire alla demolizione.Il CdS ha inoltre aggiunto che il Comune non era rimasto inerte e che quindi il confinante non poteva far valere il silenzio inadempimento. I tecnici del Comune, infatti, avevano effettuato sopralluoghi e compiuto valutazioni per l’acquisizione della CILA. Il Comune, inoltre, aveva risposto alle diffide ad adempiere proposte dal confinante.
I giudici hanno quindi confermato la legittimità del pergolato, così come risultante dala trasformazione della tettoia.
Norme correlate
Sentenza 27/07/2021 n.5567
Consiglio di Stato - Trasformazione di una tettoia abusiva in pergolato fotovoltaico
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