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Città metropolitane, in arrivo 2,7 miliardi di euro per i ‘Piani urbani integrati’

Città metropolitane, in arrivo 2,7 miliardi di euro per i ‘Piani urbani integrati’

Finanziato l’Investimento del PNRR per la rigenerazione urbana, il recupero di strutture edilizie e aree pubbliche e i progetti legati alle smart cities

Vedi Aggiornamento del 01/04/2025
Città metropolitane, in arrivo 2,7 miliardi di euro per i ‘Piani urbani integrati’
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 01/04/2025
29/10/2021 - Le Città Metropolitane riceveranno oltre 2,7 miliardi di euro per il periodo 2022-2026 per favorire l’inclusione sociale riducendo l’emarginazione il degrado sociale, promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, e per sostenere progetti legati alle smart cities.
 
Lo prevede il DL di attuazione del PNRR approvato mercoledì che avvia la fase operativa dell’Investimento 2.2 ‘Piani urbani integrati’ da 2,49 miliardi di euro, compreso nella Missione ‘Inclusione e coesione’, Componente ‘Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore’ del PNRR, che punta a migliorare e rendere più sicure e sostenibili le periferie delle grandi città.
 
Le risorse sono così scandite: 125,75 milioni di euro per il 2022, 125,75 milioni di euro per il 2023, 632,65 milioni di euro per il 2024, 855,12 milioni di euro per il 2025 e 754,52 milioni di euro per il 2026, per un totale di 2.493,79 milioni di euro.
 
Tali oneri sono a valere sul Fondo di rotazione da 118 miliardi di euro (2021-2023) per l’attuazione del Next Generation EU-Italia, istituito e disciplinato dai commi da 1037 a 1050 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio per il 2021.
 


Inoltre, nel nuovo DL di attuazione del PNRR, si legge che i 2,49 miliardi di euro sono integrati, per gli anni dal 2021 al 2024, con 210 milioni di euro (di cui all’articolo 1, comma 2, lettera l), del DL 59/2021 convertito dalla Legge 101/2021).
 
Le risorse, che ammontano quindi complessivamente a 2.703,79 milioni di euro, saranno ripartite tra le Città metropolitane in base al peso della radice quadrata della popolazione residente in ciascuna area metropolitana moltiplicata per il quadrato della mediana dell’Indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM).
 
I progetti finanziabili all’interno della propria area urbana dovranno essere individuati dalle Città Metropolitane entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del DL, tenendo conto delle progettualità espresse anche dai comuni appartenenti alla propria area urbana.
 
Per essere ammessi, i progetti dovranno avere un valore minimo di 50 milioni di euro e dovranno riguardare:
- la manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico;
- il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, con particolare riferimento allo sviluppo e potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attività culturali e sportive;
- interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico.
   

                                                                                                                                                             
I progetti oggetto di finanziamento dovranno:
a) intervenire su aree urbane il cui IVSM è superiore a 99 o superiore alla mediana dell’area territoriale;
b) avere un livello progettuale non inferiore alla progettazione preliminare;
c) assicurare, nel caso di edifici oggetto riuso, rifunzionalizzazione o ristrutturazione, l’incremento di almeno due classi energetiche;
d) assicurare l’equilibrio tra zone edificate e zone verdi nonché potenziare l’autonomia delle persone con disabilità e l’inclusione sociale attraverso la promozione di servizi sociali e sanitari a livello locale eliminando, laddove possibile, gli ostacoli all’accesso agli alloggi e alle opportunità di lavoro tenendo conto anche delle nuove possibilità offerte dalle tecnologie;
e) prevedere la valutazione di conformità alle condizioni collegate al principio del DNSH (Do Not Significant Harm), previsto dall’all’articolo 17 del Regolamento UE 2020/852 - sistema di “Tassonomia per la finanza sostenibile”;
f) prevedere la quantificazione del target obiettivo: metri quadri area interessata all’intervento, intesa come bacino territoriale che beneficia dell’intervento.
 
I progetti oggetto di finanziamento potranno, inoltre, prevedere:
a) la possibilità di partecipazione dei privati, attraverso il “Fondo Ripresa Resilienza Italia” nel limite massimo del 25% del costo totale dell’intervento;
b)  la presenza facoltativa di start-up di servizi pubblici nella proposta progettuale;
c)  la co-progettazione con il terzo settore.
 
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