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Antisismica, i tecnici chiedono bonus per verifica e monitoraggio degli edifici

Antisismica, i tecnici chiedono bonus per verifica e monitoraggio degli edifici

Chiesti anche Fascicolo del fabbricato e revisione delle detrazioni. Le proposte della Quarta Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica

Vedi Aggiornamento del 28/03/2023
Antisismica, i tecnici chiedono bonus per verifica e monitoraggio degli edifici
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 28/03/2023
15/12/2021 - Detraibilità della verifica sismica degli edifici, fascicolo del fabbricato e miglioramento dei bonus edilizi. Sono alcune delle proposte formulate da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservstori (CNAPPC) durante la Quarta Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica che si è svolta ieri a Roma.
 
Le proposte partono dal presupposto che un alto numero di edifici è esposto al rischio sismico e, per evitare costi e vittime, è necessario incentivare maggiormente gli interventi di messa in sicurezza, perché i bonus fiscali ci sono, ma stentano a decollare.

Durante il convegno “La Sicurezza inizia dalla Conoscenza”, sono stati analizzati i dati diffusi dal Centro Studi del CNI, dai quali emerge che dal 1968 (anno del terremoto del Belice) ad oggi, gli eventi sismici hanno causato circa 5mila vittime e una spesa di 2,2 miliardi di euro l’anno per la ricostruzione.
 


Antisismica, i costi della messa in sicurezza e i bonus disponibili

Dal convegno è emerso che attualmente sono oltre 12 milioni le abitazioni con un’alta esposizione al rischio sismico e per la loro messa in sicurezza si stima una spesa di 93 miliardi di euro, inferiore, quindi ai costi di ricostruzione sostenuti dalla Stato pari a oltre 130 miliardi di euro negli ultimi 53 anni.
 
Il Superbonus 110% è partito a rilento a causa dell’iniziale difficoltà di interpretazione delle norme e della complessità degli adempimenti richiesti per accedervi. Un’accelerazione si è avuta da aprile 2021 (mese in cui si registrava una spesa di circa 800 milioni di euro), arrivata poi a settembre con 7,5 miliardi di euro, e con la previsione di attestarsi a fine anno a 9 miliardi di euro. La maggior parte della spesa però è stata utilizzata per interventi di riqualificazione energetica. Sono rimasti in coda quelli relativi alla prevenzione sismica: secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate, il rapporto è di circa 7:1.
 
Franco Fietta, presidente di Fondazione Inarcassa, ha sottolineato che “i dati dell’Agenzia delle Entrate ci dicono che a settembre 2021 i Bonus sismici e il Superbonus sismico al 110% hanno registrato importi complessivamente pari a 1,8 miliardi di euro, meno di un decimo rispetto a tutti gli importi per tutti i Bonus edilizi (pari a 19,3 miliardi di euro) le unità immobiliari coinvolte sono state circa 84.000 contro oltre 2,5 milioni. Confrontando solo i dati del Superbonus, notiamo che gli interventi sismici riguardano 70.400 unità immobiliari, contro 517.000 interessate dal Super ecobonus: la proporzione è 1:7 e i relativi importi impegnati sono un quarto di quelli per motivi energetici".

"Purtroppo - ha continuato - i cittadini non hanno colto in pieno questa importantissima opportunità a causa della scarsa conoscenza del problema e della difficile percezione del rischio sismico per la propria abitazione. A questo si aggiunge la complessità e quindi lunghezza temporale della progettazione e degli interventi in campo sismico, contro tempi del Superbonus limitati e con norme instabili. C’è poi l’invasività degli interventi che spesso costringe ad abbandonare l’abitazione, con evidente contrarietà del residente”.

 


 

Per Francesco Miceli, presidente del CNAPPC, “le varie forme di bonus devono diventare misure strutturali all’interno di una strategia di lungo periodo che abbia al suo centro la rigenerazione urbana sostenibile e partecipata, puntando, non su interventi a pioggia o episodici, ma su interventi integrati per migliorare la qualità della vita nelle nostre città. Sulla stessa linea, e mai dimenticando che il patrimonio edilizio del nostro Paese diviene sempre più obsoleto ed insicuro, occorre rilanciare un’azione coordinata, soprattutto all’interno del percorso di transizione ecologica, affinché gli interventi di adeguamento e miglioramento sismico siano parte di una più ampia strategia per le città e i territori".

"Registro con soddisfazione - ha aggiunto - che finalmente si comincia a riparlare di Agenda Urbana dopo un lungo periodo di assoluto silenzio: la rigenerazione urbana integrata e partecipata è la priorità strategica da mettere in atto e deve costituire il centro propulsore delle politiche di governo del territorio, in quanto può essere lo strumento efficace per ripensare il futuro delle città. Un futuro che deve essere basato sempre più sulla sicurezza del nostro patrimonio edilizio e per la vita delle nostre comunità”.
 

I tecnici chiedono bonus per verifica e monitoraggio degli edifici

Armando Zambrano, presidente del CNI, ha reso noto che la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) ha proposto un emendamento alla Legge di Bilancio che prevede la possibilità di comprendere tra gli interventi detraibili la verifica sismica dell’edificio. "Questo consentirebbe, con costi accettabili per la collettività, di far acquisire maggiore consapevolezza ai committenti, nella speranza che possano andare a rivedere la loro spesa immediata o quantomeno programmare meglio quella futura"

"Sulla stessa scia - ha  proseguito - si inserisce l’emendamento che propone di rendere detraibile la spesa per il monitoraggio sismico degli edifici, uno strumento utile soprattutto in funzione del controllo sismico del territorio e degli edifici. Ambedue le proposte potrebbero aumentare di molto la conoscenza con un costo ragionevole".

“Il tema dell’incentivo al miglioramento strutturale dal punto di vista sismico deve essere visto in un contesto temporale più ampio - ha affermato - I tempi di verifica, analisi, progettazione ed intervento in campo sismico sono lunghi, spesso più lunghi di quelli governativi, incerti in alcuni aspetti normativi e nei tempi. È inoltre estremamente auspicabile l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato che contenga all’interno delle importanti informazioni sulla sua storia tecnica, di manutenzione, autorizzativa e amministrativa anche indicazioni sul grado di classificazione sismica oltre che energetica".

"Un altro tema dibattuto - ha concluso - riguarda l’assicurazione dei fabbricati dal rischio sismico che potrebbe essere supportata con deducibilità fiscali o addirittura resa obbligatoria, con l’evidente vantaggio che con l’ampliamento significativo delle polizze i premi verrebbero ridotti. Il vantaggio per lo Stato sarebbe di estrema importanza, perché nella tragica eventualità di terremoti, i costi a carico della collettività verrebbero contenuti significativamente”.
 
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