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Crediti cedibili una sola volta, RPT chiede al Governo di fare un passo indietro

Crediti cedibili una sola volta, RPT chiede al Governo di fare un passo indietro

I professionisti: ‘basterebbe potenziare i controlli, senza aumentare i carichi burocratici’. Finco: ‘una decisione sbagliata per un problema reale’. Il M5S annuncia emendamento

Aggiornato al 25/01/2022 Vedi Aggiornamento del 08/02/2022
Foto: Dmitriy Shironosov © 123RF.com
Foto: Dmitriy Shironosov © 123RF.com
di Rossella Calabrese 24/01/2022
Vedi Aggiornamento del 08/02/2022
24/01/2022 - La limitazione alla cedibilità dei crediti connessi a superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, sisma bonus, bonus facciate e bonus barriere architettoniche 75% - introdotta dal decreto Sostegni ter - preoccupa fortemente la Rete Professioni Tecniche.
 
Il decreto Sostegni ter, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, prevede che i beneficiari della detrazione potranno cedere il credito ad altri soggetti (ad esempio banche) ma questi non potranno cederlo a loro volta. Allo stesso modo, i fornitori che decidono di praticare lo sconto in fattura potranno cederlo ad altri soggetti ma a questi ultimi sarà impedito di cederlo ulteriormente.

La Rete Professioni Tecniche (RPT) esprime la propria forte preoccupazione sulle misure contenute nel testo.
 
“Non è la prima volta - afferma RPT in una nota - che i professionisti tecnici assistono a questi tentativi di limitare o scoraggiare l’utilizzo di strumenti di assoluta efficacia come si sono rivelati il superbonus 110% e gli altri bonus fiscali. Queste modifiche continue generano incertezza e confusione tra gli operatori del settore e tra i cittadini beneficiari che rischiano di ridurre fortemente l’efficacia dei provvedimenti. Quelle relative alla limitazione della cessione del credito rappresentano un ulteriore ostacolo che toglie forza agli incentivi”.
 
“Comprendiamo perfettamente l’esigenza del Governo di evitare frodi e speculazioni. Tuttavia, riteniamo che gli strumenti informatici e l’utilizzo delle banche dati e delle informazioni a disposizione, in tempo reale, dell’Agenzia delle Entrate siano perfettamente in grado di poter verificare tempestivamente tutti i possibili passaggi successivi delle cessioni, anche tra società controllate, evitando così che si commettano abusi, costituendo anche un forte deterrente”.
 

“In particolare - prosegue RPT -, è senz’altro possibile incrociare questi dati con quelli relativi ai soggetti cedenti o cessionari dei crediti, che in caso di truffe sono società di recentissima costituzione, con capitali irrisori, senza bilanci depositati e senza dipendenti. In sostanza, basterebbe potenziare i controlli, senza aumentare i carichi burocratici, ma semplicemente incrociando i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, degli elenchi degli Ordini e associazioni di categoria, dell’Anac e così via, in modo da poter immediatamente attenzionare, con opportuni alert, i casi ad alto rischio”.
 
“Per questo motivo, chiediamo con decisione al Governo di fare un passo indietro su questo punto, lasciando le possibilità attuali di cessione del credito. E di potenziare i controlli utilizzando tutte le possibilità oggi consentite, perché è sacrosanto che si puniscano i colpevoli degli abusi, ma non certamente i tanti operatori economici, imprese, cittadini, professionisti, amministratori di condominio che si stanno impegnando seriamente e correttamente per migliorare la qualità e la sicurezza delle nostre costruzioni”.
 
“Diciamo la verità: gli incentivi fiscali come il superbonus 110% si stanno rivelando il principale volano della forte crescita del Pil cui stiamo assistendo. Limitarli e ostacolarli avrà come unico effetto quello di minare seriamente il rilancio economico del Paese”.
 
“Continuare a ritenere che la lotta ai comportamenti distorsivi debba essere fatta attraverso l’incremento delle norme e della annesse procedure burocratiche, con conseguente limitazione delle potenzialità delle leggi, anziché attraverso semplificazioni e controlli adeguati, non è proprio di un Paese che vuole vincere la sfida dell’innovazione dello Stato” - conclude la Rete delle Professioni Tecniche.
 
La limitazione alla cedibilità dei crediti si aggiunge alle altre recenti novità: l’obbligo di attestazione della congruità delle spese e di visto di conformità per tutti i bonus edilizi.
 
  

Finco: ‘una decisione sbagliata per un problema reale’

“Quanto previsto in termini di divieto di ulteriore cessione del credito è controproducente e potenziale terreno di coltura per un’importante serie di contenziosi, oltre ad essere iniquo sotto il profilo della retroattività nei confronti di contribuenti ed imprese. Il dispositivo entrerebbe in vigore già dal 7 febbraio pv: i crediti potranno essere ceduti una sola volta ulteriore, compresi Istituti ed altri intermediari finanziari, pena la nullità. Detto questo dobbiamo però anche guardare al versante delle imprese, o meglio di alcune imprese”.
 
Così Carla Tomasi Presidente Finco, la Federazione delle imprese specialistiche e super specialistiche per le costruzioni.
 
“Se infatti siamo giunti a questo punto, e cioè che come al solito i molti onesti sono penalizzati dai pochi disonesti, è anche perché non vi è una barriera sufficiente - anche da un punto di vista culturale oltre che di inadeguatezza dei controlli - all’ingresso sul mercato di una serie di soggetti che lo inquinano:
- ‘dopolavoristi’ ed operatori in nero;
- imprese aventi tutt’altra competenza, ammesso l’abbiano;
- general contractor che di ‘general’ non hanno nulla, neanche un minimo di capacità finanziaria;
- scatole vuote senza dipendenti;
- imprese ‘nuove’ e ‘nuovissime’ create ad hoc (a questo proposito Agenzia delle Entrate ha tutti i dati per intervenire prima e non dopo, magari dislocando una percentuale un po’ più alta dei suoi oltre 30.000 dipendenti sul tema in questione).
 
Occorre prendere seria ed immediata consapevolezza che questa misura, che porta all’irrigidimento degli istituti bancari e finanziari - e vediamo come già ad esempio si sta regolando Poste Italiane - costituisce un sicuro vulnus alla ripresa economica che i bonus stavano contribuendo fortemente a conseguire. E, sotto il profilo dell’adeguatezza degli operatori economici, è soprattutto giunto il momento di una riflessione sulle regole che presiedono alla loro qualificazione.
 
Se da un lato si vuole perseguire chi non opera correttamente nell’ambito dei lavori privati - prosegue Tomasi -, dall’altro si apre la via, nel settore delle opere pubbliche, a quanto di peggio si possa immaginare liberalizzando il subappalto in maniera totale, togliendo il massimale di ribasso tra appalto e subappalto, imponendo addirittura da parte della Stazione Appaltante - cosa che non avrebbe sfigurato neanche in un piano quinquennale sovietico - il tipo di contratto di lavoro che l’azienda appaltatrice deve applicare in caso di appalti legati ai Programmi PNRR, che saranno di pressoché completo riferimento da qui ad un decennio.
 
Ma si pensa veramente di assicurare la qualità e la sicurezza in questo modo demagogico, che non ha alcuna connessione con il vero tema che è quello della qualificazione delle imprese e delle Stazioni Appaltanti (ma ne ha in realtà molta con il finanziamento del sistema delle Casse Edili e degli Enti Bilaterali)? In sostanza, da un lato si persegue in maniera indiscriminata la bonifica del mercato dei bonus e, dall’altro, si aprono porte, anzi portoni al malaffare ed alla sciatteria, quando non peggio, nei lavori pubblici” - conclude la Presidente Tomasi.
 


M5S: ‘pronto nostro emendamento al decreto Sostegni-ter’

“L’articolo del decreto Sostegni-ter che limita ad un unico passaggio la cessione del credito per il Superbonus 110%, di fatto dal fornitore all’istituto di credito, è un grave errore sia di metodo sia di merito”. Lo affermano in una nota i deputati del MoVimento 5 Stelle Luca Sut, Patrizia Terzoni e Riccardo Fraccaro.

“Questo ennesimo intervento normativo a modifica di una misura che fa ripartire l’edilizia e l’economia appare come un accanimento - riprendono Sut, Terzoni e Fraccaro -. Come evidenziato anche dall’Ance, si continuano a cambiare le regole in corsa disorientando e mettendo in difficoltà famiglie, tecnici e imprese”.
 
“Abbiamo fatto nostro l’appello rivolto al Governo da imprese e professionisti del mondo dell’edilizia: non bisogna stravolgere il meccanismo della cessione del credito legato al Superbonus 110% cambiando le regole in corsa e creando nuovamente un clima di forte incertezza che penalizza famiglie e addetti ai lavori. 

E proprio grazie al confronto con le associazioni di settore, abbiamo già messo a punto un nostro emendamento al decreto Sostegni-ter per reintrodurre la possibilità anche di cessioni successive alla prima, individuando nel dettaglio quali possono essere i successivi cessionari, vale a dire soltanto banche, intermediari finanziari iscritti all’albo, società autorizzate alla cartolarizzazione e all’intermediazione finanziaria e imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia”. 

“Insieme a meccanismi di maggiore trasparenza e tracciabilità per via informatica, queste modifiche consentiranno la circolazione in sicurezza dei crediti fiscali derivanti dalla nostra maxi agevolazione. In questo modo si risponde all’esigenza di reprimere frodi e raggiri tutelando anche la stragrande maggioranza di operatori onesti che ha contribuito a rendere il Superbonus leva della ripresa economica del Paese in chiave sostenibile e inclusiva” concludono i deputati pentastellati.
 
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