
Rigenerazione urbana e PNRR, dal CNAPPC una riflessione su regole e risorse
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URBANISTICA
Rigenerazione urbana e PNRR, dal CNAPPC una riflessione su regole e risorse
Il punto di architetti ed esperti sul ddl in discussione al Senato e sui finanziamenti in arrivo per le città
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del 05/07/2023

Vedi Aggiornamento del 05/07/2023
18/01/2022 - Nuove regole per la rigenerazione urbana e risorse finanziarie del PNRR per lo stesso obiettivo. Di questo si è discusso la scorsa settimana nella sede del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) nel corso di un incontro
In particolare, si è fatto il punto su valutazioni e proposte riguardo ai contenuti del ddl ‘Misure per la rigenerazione urbana’ in discussione al Senato, alla luce delle opportunità che derivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per approfondire il tema dei principi fondamentali che dovranno guidare la rigenerazione urbana nell’ottica della transizione ecologica delle città italiane.
Ricordiamo che il ddl per la rigenerazione urbana all’esame del Senato è quello presentato nel 2020 dal senatore Andrea Ferrazzi e altri, poi unificato con altri ddl a marzo 2021.
All’inizio di novembre 2021, per superare lo stallo del dibattito parlamentare, il Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili ha presentato delle proposte di integrazione al ddl finalizzate a favorire gli interventi privati di rigenerazione urbana e a consentire agli Enti locali di introdurre semplificazioni e incentivi. Le proposte si sono tradotte in un testo presentato pochi giorni dopo, che il Ministro Enrico Giovannini ha auspicato possa essere approvato entro gennaio 2022.
Avere una nuova legge consentirebbe di realizzare più agevolmente i progetti urbani che saranno realizzati, per esempio, con i 3,4 miliardi di euro recentemente assegnati ai Comuni sopra i 15.000 abitanti, i 159 interventi del PINQuA per 2,82 miliardi di euro, quelli che il PNRR sta per finanziare attraverso i Piani Urbani Integrati da oltre 2,7 miliardi di euro per le Città Metropolitane e quelli per 300 milioni di euro nei Comuni sotto i 15.000 abitanti.
“Quello della rigenerazione urbana è un tema centrale - ha detto il Presidente CNAPPC Francesco Miceli - poiché può attivare processi innovativi nella vita delle città e, soprattutto, delle comunità. Ci sono in campo grandi opportunità e grandi risorse con il PNRR e quindi sarebbe di grande aiuto avere una legge che stabilisca principi e modalità per mettere in campo la strategia della rigenerazione urbana”.
“Si è aperto un nuovo scenario, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità delle risorse, che ci auguriamo possa evolvere positivamente. Rappresenta ormai un ‘dover essere’ il fatto che la rigenerazione urbana venga concepita come un intervento ampio ed esteso nelle città e che abbia come fine ultimo quello del miglioramento qualitativo nella vita dei cittadini. Una occasione, dunque, in cui l’interesse collettivo si coniuga con la sostenibilità, la resilienza e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato e la qualità degli spazi urbani. Un dato è certo: la rigenerazione è parte fondamentale, anzi esclusiva, di ogni intervento che riguarda il governo del territorio” - ha concluso Miceli.
“Rispetto al ddl, il PNRR ha ‘rimescolato’ le carte in termini temporali e di fattibilità - ha detto il Consigliere Diego Zoppi -: ora la sfida è quella di rendere compatibili tempi e regole. Lo stesso ddl, che introduce sicuramente elementi innovativi, potrebbe ancora essere ‘attualizzato’ riguardo ai contenuti del PNRR e del New Green Deal”.
Il Consigliere Paolo Malara ha sottolineato come nella nuova legge dovrà essere definito meglio il termine ‘rigenerazione’ che va inteso come luogo nuovo dell’abitare. “Rigenerazione vuol dire e deve voler dire innovare per riaffermare il bene pubblico, il bene comune. I cittadini devono essere gli attori della rigenerazione con i loro nuovi bisogni dettati anche dal periodo storico che stiamo vivendo”.
Per Ezio Micelli, dell’Università IUAV di Venezia, va sempre tenuto presente che le città non possono rigenerarsi con le vecchie regole; la loro nuova rigenerazione deve essere l’occasione per modificarle spazialmente tenendo sempre presente che esistono tanti tipi di città, da quelle metropolitane ai piccoli centri. Nei centri urbani delle grandi città, ad esempio, non servono più i parcheggi e quelle risorse dovranno poter essere usate in modo diverso. Accanto a ciò sarà necessario rivedere i principi alla base di una nuova cultura della valorizzazione.
Pierluigi Mantini, esperto di diritto amministrativo ed urbanistico presso il Politecnico di Milano, da parte sua, ha definito come prioritaria l’eliminazione della normativa inutile sottolineando che il tema della semplificazione è tipicamente proprio della rigenerazione. È importante anche mettere mano ad una revisione delle proposte di legge sulla rigenerazione urbana che sembrano essere state superate dalla necessità di coniugare la ordinarietà con la fase di straordinarietà rappresentata dal PNRR. Caposaldo deve essere che il diritto dell’edilizia: quello della rigenerazione urbana e quello del governo del territorio rappresentano la stessa materia.
Per Raffaele Greco, Presidente Commissione per la riforma del Governo del Territorio, il ddl di sintesi sulla rigenerazione urbana si inserisce nel lavoro della Commissione ministeriale da lui guidata. Ha ricordato che l’idea di fondo è quella di valorizzare gli interventi sul territorio con l’eliminazione del consumo di suolo sottolineando che la criticità del ddl è rappresentata dal multilivello delle competenze.
Per Greco, oggi la pianificazione del territorio deve avere obiettivi molto diversi dal varo della legge urbanistica. A suo tempo il territorio veniva urbanizzato mentre oggi si punta alla rigenerazione degli ambiti urbani degradati. La sfida è che gli interventi di legislazione statale diano il quadro di riferimento per poi lasciare alle Regioni un secondo livello di intervento.
La senatrice Paola Nugnes, una dei relatori del provvedimento, ha ricordato come il ddl sintetizzi numerosi precedenti disegni di legge per unificare prassi, criteri, modalità, incentivi e criteri sulla materia, sottolineando come questo nuovo Testo unificato “rappresenti indubbiamente un cambio di marcia che si muove verso l’esigenza di salvaguardare l’ambiente non trascurando anche la mitigazione climatica”. Ha rivendicato poi “l’uso pubblico della città perché nessuno se non il pubblico può garantire che la riqualificazione sia non solo edilizia, sismica ed energetica, ma del tessuto sociale, culturale e anche politica perché rigenerare non è solo recuperare immobili”.
All’incontro hanno partecipato anche i Consiglieri Anna Buzzacchi, Lilia Cannarella, Tiziana Campus, Massimo Giuntoli, Gelsomina Passadore, Silvia Pelonara.
In particolare, si è fatto il punto su valutazioni e proposte riguardo ai contenuti del ddl ‘Misure per la rigenerazione urbana’ in discussione al Senato, alla luce delle opportunità che derivano dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per approfondire il tema dei principi fondamentali che dovranno guidare la rigenerazione urbana nell’ottica della transizione ecologica delle città italiane.
Ricordiamo che il ddl per la rigenerazione urbana all’esame del Senato è quello presentato nel 2020 dal senatore Andrea Ferrazzi e altri, poi unificato con altri ddl a marzo 2021.
All’inizio di novembre 2021, per superare lo stallo del dibattito parlamentare, il Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili ha presentato delle proposte di integrazione al ddl finalizzate a favorire gli interventi privati di rigenerazione urbana e a consentire agli Enti locali di introdurre semplificazioni e incentivi. Le proposte si sono tradotte in un testo presentato pochi giorni dopo, che il Ministro Enrico Giovannini ha auspicato possa essere approvato entro gennaio 2022.
Avere una nuova legge consentirebbe di realizzare più agevolmente i progetti urbani che saranno realizzati, per esempio, con i 3,4 miliardi di euro recentemente assegnati ai Comuni sopra i 15.000 abitanti, i 159 interventi del PINQuA per 2,82 miliardi di euro, quelli che il PNRR sta per finanziare attraverso i Piani Urbani Integrati da oltre 2,7 miliardi di euro per le Città Metropolitane e quelli per 300 milioni di euro nei Comuni sotto i 15.000 abitanti.
“Quello della rigenerazione urbana è un tema centrale - ha detto il Presidente CNAPPC Francesco Miceli - poiché può attivare processi innovativi nella vita delle città e, soprattutto, delle comunità. Ci sono in campo grandi opportunità e grandi risorse con il PNRR e quindi sarebbe di grande aiuto avere una legge che stabilisca principi e modalità per mettere in campo la strategia della rigenerazione urbana”.
“Si è aperto un nuovo scenario, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità delle risorse, che ci auguriamo possa evolvere positivamente. Rappresenta ormai un ‘dover essere’ il fatto che la rigenerazione urbana venga concepita come un intervento ampio ed esteso nelle città e che abbia come fine ultimo quello del miglioramento qualitativo nella vita dei cittadini. Una occasione, dunque, in cui l’interesse collettivo si coniuga con la sostenibilità, la resilienza e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato e la qualità degli spazi urbani. Un dato è certo: la rigenerazione è parte fondamentale, anzi esclusiva, di ogni intervento che riguarda il governo del territorio” - ha concluso Miceli.
“Rispetto al ddl, il PNRR ha ‘rimescolato’ le carte in termini temporali e di fattibilità - ha detto il Consigliere Diego Zoppi -: ora la sfida è quella di rendere compatibili tempi e regole. Lo stesso ddl, che introduce sicuramente elementi innovativi, potrebbe ancora essere ‘attualizzato’ riguardo ai contenuti del PNRR e del New Green Deal”.
Il Consigliere Paolo Malara ha sottolineato come nella nuova legge dovrà essere definito meglio il termine ‘rigenerazione’ che va inteso come luogo nuovo dell’abitare. “Rigenerazione vuol dire e deve voler dire innovare per riaffermare il bene pubblico, il bene comune. I cittadini devono essere gli attori della rigenerazione con i loro nuovi bisogni dettati anche dal periodo storico che stiamo vivendo”.
Per Ezio Micelli, dell’Università IUAV di Venezia, va sempre tenuto presente che le città non possono rigenerarsi con le vecchie regole; la loro nuova rigenerazione deve essere l’occasione per modificarle spazialmente tenendo sempre presente che esistono tanti tipi di città, da quelle metropolitane ai piccoli centri. Nei centri urbani delle grandi città, ad esempio, non servono più i parcheggi e quelle risorse dovranno poter essere usate in modo diverso. Accanto a ciò sarà necessario rivedere i principi alla base di una nuova cultura della valorizzazione.
Pierluigi Mantini, esperto di diritto amministrativo ed urbanistico presso il Politecnico di Milano, da parte sua, ha definito come prioritaria l’eliminazione della normativa inutile sottolineando che il tema della semplificazione è tipicamente proprio della rigenerazione. È importante anche mettere mano ad una revisione delle proposte di legge sulla rigenerazione urbana che sembrano essere state superate dalla necessità di coniugare la ordinarietà con la fase di straordinarietà rappresentata dal PNRR. Caposaldo deve essere che il diritto dell’edilizia: quello della rigenerazione urbana e quello del governo del territorio rappresentano la stessa materia.
Per Raffaele Greco, Presidente Commissione per la riforma del Governo del Territorio, il ddl di sintesi sulla rigenerazione urbana si inserisce nel lavoro della Commissione ministeriale da lui guidata. Ha ricordato che l’idea di fondo è quella di valorizzare gli interventi sul territorio con l’eliminazione del consumo di suolo sottolineando che la criticità del ddl è rappresentata dal multilivello delle competenze.
Per Greco, oggi la pianificazione del territorio deve avere obiettivi molto diversi dal varo della legge urbanistica. A suo tempo il territorio veniva urbanizzato mentre oggi si punta alla rigenerazione degli ambiti urbani degradati. La sfida è che gli interventi di legislazione statale diano il quadro di riferimento per poi lasciare alle Regioni un secondo livello di intervento.
La senatrice Paola Nugnes, una dei relatori del provvedimento, ha ricordato come il ddl sintetizzi numerosi precedenti disegni di legge per unificare prassi, criteri, modalità, incentivi e criteri sulla materia, sottolineando come questo nuovo Testo unificato “rappresenti indubbiamente un cambio di marcia che si muove verso l’esigenza di salvaguardare l’ambiente non trascurando anche la mitigazione climatica”. Ha rivendicato poi “l’uso pubblico della città perché nessuno se non il pubblico può garantire che la riqualificazione sia non solo edilizia, sismica ed energetica, ma del tessuto sociale, culturale e anche politica perché rigenerare non è solo recuperare immobili”.
All’incontro hanno partecipato anche i Consiglieri Anna Buzzacchi, Lilia Cannarella, Tiziana Campus, Massimo Giuntoli, Gelsomina Passadore, Silvia Pelonara.
Norme correlate
Bozza non ancora in vigore 09/11/2021 n.1131
Misure per la rigenerazione urbana
Documento unico 05/05/2021
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
Approfondimenti
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