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Abusi edilizi, chi può presentare ricorso?

Abusi edilizi, chi può presentare ricorso?

Il Consiglio di Stato spiega: non è sufficiente essere vicini o confinanti, bisogna dimostrare il danno subìto

Vedi Aggiornamento del 19/09/2022
Foto: Suwat Supachavinswad ©123RF.com
Foto: Suwat Supachavinswad ©123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 19/09/2022
23/02/2022 - In caso di abusi edilizi, chi può presentare ricorso e chiedere la demolizione delle opere? È sufficiente trovarsi in prossimità degli interventi realizzati?
 
A queste domande ha risposto il Consiglio di Stato con la sentenza 756/2022.
 

Abusi edilizi, il caso

Il caso esaminato riguarda la realizzazione di una tettoia e un pergolato sull’area pertinenziale di un fabbricato pertinenziale.
 
I vicini del responsabile dell’intervento segnalano al Comune delle presunte irregolarità nella costruzione dei manufatti, ma il Comune, oltre a ordinare di riportare le opere alle dimensioni previste nella Scia, non impone la loro demolizione.
 
I vicini hanno quindi presentato ricorso perché, a loro avviso, le opere, in contrasto con il contesto territoriale, avrebbero provocato il deprezzamento della loro proprietà.
 


Abusi edilizi, chi può presentare ricorso

Sia il Tar, in primo grado, sia il Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso affermando che la “vicinitas” non giustifica l’interesse ad agire e non presuppone una correlazione tra l’intervento e il potenziale danno.
 
Secondo i giudici, il criterio della vicinitas non ha un carattere assoluto, ma bisogna condurre delle valutazioni caso per caso. È ad esempio necessario verificare l’aumento del carico urbanistico, il rispetto delle distanze, ma soprattutto fornire una prova concreta del danno provocato dall’intervento.
 
Dal momento che i vicini si erano limitati a prospettare la possibilità che le costruzioni provocassero un danno economico, i giudici hanno respinto il ricorso per “carenza di interesse”.
 
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