Lo hanno deciso mercoledì scorso il Commissario Giovanni Legnini e i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi nazionali dei professionisti che aderiscono alla RPT, in un incontro convocato per fare il punto sull’andamento della ricostruzione, anche alla luce della scadenza del 30 giugno 2022 per i progetti di riparazione degli immobili di proprietà dei residenti che beneficiano di forme di assistenza (Cas e Sae in particolare).
Il problema della scarsità di progettisti è nato nella seconda metà del 2021: il superbonus 110% ha monopolizzato moltissimi tecnici e imprese che fino a quel momento si erano occupati redigere i progetti e le domande di contributo e di realizzare gli interventi. Di conseguenza le attività nel cratere sisma 2016 sono state messe in secondo piano e hanno subìto un rallentamento.
Lo scorso anno - spiega la struttura commissariale - ha fatto segnare il record dei decreti di contributo emessi, circa 5.200 contro i 2.657 del 2020, ma l’afflusso di nuove domande si è ridotto, passando da circa 7.500 del 2020 (un dato comunque influenzato dalla scadenza dei termini per gli edifici con danni lievi), a 2.200 domande.
“Non possiamo pensare di concludere in tempi ragionevoli questa ricostruzione se viaggiamo al ritmo che abbiamo registrato negli ultimi mesi. Dobbiamo trovare insieme una soluzione per accrescere la disponibilità dei tecnici a lavorare nella ricostruzione” ha detto il Commissario Legnini nel corso dell’incontro, registrando la piena disponibilità degli Ordini professionali.
Di comune accordo, l’Osservatorio tecnico Sisma, una struttura nella quale sono rappresentati sia il Commissario che i tecnici, è stato incaricato di formulare proposte per agevolare lo smaltimento del carico di lavoro già acquisito, mentre i rappresentanti nazionali della RPT studieranno i meccanismi per ampliare l’offerta dei servizi tecnici.
I professionisti attivi nella ricostruzione post sisma sono 7 mila, a fronte dei 29 mila iscritti all’elenco speciale, ma di questi solo la metà ha acquisto incarichi principali nei progetti sisma, che siano di progettazione o di direzione lavori. Gli stessi tecnici, peraltro, hanno avanzato circa due terzi delle quasi 30 mila manifestazioni di volontà a richiedere il contributo, palesando il rischio di una potenziale ulteriore concentrazione degli incarichi, che appare già elevata allo stato attuale.
“Ringrazio la RPT per la disponibilità dimostrata ad affrontare insieme questa fase di difficoltà della ricostruzione, in gran parte dovuta a fattori congiunturali, assumendo l’impegno a formulare proposte per aumentare la qualità e la quantità del lavoro dei tecnici, e permettere ai cittadini colpiti dal sisma - ha sottolineato Legnini - di realizzare in tempi ragionevoli la legittima aspirazione di tornare nelle loro case”.