È il verdetto dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) che ha dato seguito all’esposto di una delle ditte interessate all’affidamento dei lavori nel comune di San Cosmo Albanese, in provincia di Cosenza. Secondo la ditta, il progetto posto a base d’asta presentava gravi lacune al punto da non consentire la presentazione di un’offerta valida. Al termine dell’istruttoria, l’ANAC ha rilevato tre criticità.
Impropria applicazione del decreto semplificazioni
Innanzitutto, è stata rilevata una impropria applicazione della norma del Decreto Semplificazioni (DL 76/2020) che consente alle stazioni appaltanti di ricorrere all’affidamento diretto “per servizi e forniture, compresi i servizi di ingegneria e architettura e l’attività di progettazione, di importo inferiore a 75mila euro”.Il Comune ha, invece, affidato direttamente due incarichi professionali (per la progettazione definitiva ed esecutiva e per la redazione dello studio geologico) per un importo totale di 83mila euro, quindi al di sopra del limite di legge.
Contributi per il dissesto usati per lavori di modesta entità
la seconda irregolarità riguarda le opere effettivamente appaltate, che consistono prevalentemente in lavori stradali e, quindi, solo in parte riconducibili a interventi di “messa in sicurezza” e di “mitigazione rischio idrogeologico”. Dalla visione dei progetti viene fuori infatti che i lavori sulle strade rurali consistono in opere di rifacimento del sottofondo e dello strato di usura e nella realizzazione di cunette e gabbionature.Lavorazioni, peraltro, di entità molto modesta rispetto allo sviluppo delle strade (le strade si sviluppano per alcuni chilometri, le cunette e le gabbionature per poche centinaia di metri). Le stesse considerazioni valgono per il piazzale del cimitero comunale con la realizzazione di aree pavimentate destinate ad uso pedonale, aiuole e giardini, spazi destinati alla circolazione e al parcheggio delle auto e l’installazione dell’impianto di pubblica illuminazione.