Fatte le prime considerazioni sui contenuti, le novità e le tempistiche di entrata in vigore, appare utile allargare lo sguardo al contesto nel quale il nuovo decreto va ad inserirsi.
È quello che ha fatto Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl, il quale ha sottolineato che il Decreto Prezzi tiene conto dell’incremento costi dei materiali e dei prodotti e fissa un tetto massimo che tenga conto più delle caratteristiche tecniche che di pregio del prodotto.
Tuttavia - secondo Pelle -, questo prezzario è di difficile comparazione con quelli esistenti. Gli interventi nelle costruzioni mirano a dare un forte contributo alla transizione energetica ma gli operatori hanno la necessità di avere riferimenti certi.
“Forse è giunto il momento di fare la transizione digitale e qualitativa della filiera delle costruzioni e dei prezzari. La situazione attuale sul rincaro dei materiali, sulle difficili forniture e sulla scarsità delle materie prime, ci impone di trovare delle soluzioni nuove” - afferma Pelle.
I Prezzari - spiega Filca-Cisl - “sono lo strumento attraverso il quale imprese e professionisti definiscono la propria offerta, partecipano a lavori pubblici e privati e stabiliscono l’importo. I prezzari dovrebbero coadiuvare il committente e l’impresa nella selezione/offerta al momento dell’affidamento di un lavoro. L’attuale complessità è ingiustificabile”.
Al momento, per il 2022 - aggiunge il sindacato -, sono stati aggiornati i seguenti prezzari:
Prezzario Regionale LAZIO
Prezzario Regionale MARCHE
Prezzario Regionale LOMBARDIA
Prezzario Regionale LIGURIA
Prezzario Regionale SICILIA
Prezzario Regionale TOSCANA - Prato, Pistoia, Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Siena
Prezzario Provinciale TRENTO
Prezzario Provinciale BOLZANO
Prezzario DEI
“I prezzari - spiega Pelle - vengono già predisposti in modo diverso nella loro implementazione. Se, infatti, troviamo Prezzari Regionali univoci in alcune regioni, in altre, come la Toscana, viene distinto ed approvato per provincia (segue poi il caso delle province autonome di Trento e Bolzano)”.
“Approfondendo appare certa la difficoltà, se non la impossibilità, comparativa dei contenuti di queste liste di costo. La suddivisione, la nomenclatura delle lavorazioni, il calcolo di base del costo appaiono tutti diversi. È osservabile, nello specifico, che i capitoli e i relativi codici non sono in alcun modo comparabili, così come la maggior parte delle descrizioni specifiche per tipologia. Troviamo, ancora, differenze nella definizione dei materiali (calcestruzzi, conglomerati, cementi, serramenti, infissi, persiane etc.) e nelle specifiche di lavorazione”.
“Appare, comunque, evidente - aggiunge - che i prezzari DEI per l’edilizia sono frutto di un’approfondita indagine di mercato e analisi costi su tutto il territorio nazionale che riguarda materiali, costi orari macchina e attrezzature, manodopera, opere compiute, bioedilizia, risparmio energetico, antincendio, opere di sicurezza. In ogni caso anche questi prezzari vengono differenziati rispetto ai precedenti summenzionati”.
Altra diversità palese rilevata da Filca-Cisl, una volta riuscita la localizzazione di alcune voci di costo approssimativamente similari, è la grande oscillazione delle voci stesse da territorio a territorio. A titolo di esempio, il sindacato riporta l’analisi fatta sulle voci “Tiranti” tra la regione Lazio e le Marche: il prezzo, suddiviso per diametro medio reso, oscilla dal 10% al 20% tra le due aree.
In sintesi, Filca-Cisl circoscrive le problematiche sui prezzari in punti specifici:
1. le Regioni fanno tutte riferimento, per la stesura dei propri prezzari, a leggi con sistemi di rilevamento diversificati; quindi 21 soggetti con metodologie proprie che seguono un iter univoco;
2. non tutte le Regioni riescono ad aggiornare annualmente, come richiesto dalla legge, i prezzari;
3. al momento solo 15 Regioni continuano l’aggiornamento e, di queste, solo le sopracitate hanno già predisposto le liste per il 2022. Inoltre, da quattro anni l’aggiornamento è stato vincolato da fattori esterni: pandemia, improvvisa aumento della richiesta a seguito dei finanziamenti, difficoltà di reperimento delle risorse;
4. il Prezzario DEI, che si aggiorna in modo autonomo, è stato utilizzato dal legislatore finora solo per far fronte alle difficoltà dovute alla compensazione dei costi per i Bonus Edili legati al Bonus 110% e da poche Regioni che non hanno emanato la loro lista.
Le criticità che si riscontrano sono quindi legate all’aggiornamento costante dei prezzi e alle metodologie di analisi a monte del processo e all’applicazione di un prezzario diverso da quello regionale, come quello DEI di emanazione privata. È quindi difficile - secondo il sindacato - immaginare che possa essere utilizzato definitivamente per i lavori pubblici.
Che fare? Secondo Enzo Pelle, “visto il momento storico che stiamo vivendo, le ingenti risorse riversate nel sistema e i molteplici affidamenti pubblici caratterizzati da urgenza, potremmo immaginare un salto di qualità nel rilevamento dei prezzi. È pensabile un dialogo tra i vari soggetti per standardizzare le procedure e rendere comparabile i sistemi”.
“Possiamo pensare che si possano fare in modo automatico e digitale rilevazioni periodiche attraverso la standardizzazione, la selezione di un ‘paniere iniziale’ di beni fondamentali nel settore delle costruzioni. Tale paniere potrebbe disciplinare il prezzo per questi lavori e sarebbe di gran lunga più semplice aggiornare costantemente, anche sotto il profilo del calcolo che ne deriva”.
“A questo punto potremmo prevedere un aggiornamento specifico semestrale che verrebbe poi integrato annualmente dalle liste. Bisogna subito pensare ad un sistema digitalizzato per avviare in tempi rapidi un processo trasparente, tracciabile e con criteri comparabili a cui tutti possano partecipare alla costruzione del reale prezzo di mercato. Sui prezzi è necessario costituire un partenariato pubblico/privato che consenta di combinare, nel miglior dei modi ed al giusto prezzo, gli elementi quantitativi e qualitativi” - conclude Filca-Cisl.