Add Impression
Network
Pubblica i tuoi prodotti
Condono edilizio, quando la piscina può ottenerlo?

Condono edilizio, quando la piscina può ottenerlo?

La Cassazione spiega quando un’opera può considerarsi ultimata

Vedi Aggiornamento del 05/06/2023
Foto: madhourse©123RF.com
Foto: madhourse©123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 05/06/2023
11/04/2022 - Per ottenere il condono edilizio, una costruzione deve risultare ultimata. Ma quando la richiesta riguarda una piscina, quali elementi bisogna valutare? A questa domanda ha risposto la Cassazione con la sentenza 10002/2022.
 

Condono edilizio, il caso

I giudici si sono pronunciati sulla richiesta di riesaminare l’istanza di condono di una piscina, con annessi solarium e spogliatoi.
 
Il responsabile dell’intervento ha presentato richiesta di sanatoria ai sensi del terzo condono edilizio (Legge 326/2003), ma il Comune ha respinto la domanda sostenendo che l’opera non risulta ultimata perché priva del rivestimento interno. Il presupposto per ottenere il condono, infatti, è che l’immobile realizzato senza permessi risulti ultimato al 31 dicembre 2003.
 
Il Tribunale ordinario e la Corte d’Appello hanno dato ragione al Comune, ma il responsabile dell’intervento, sostenendo che alla piscina manchino solo alcune rifiniture, ha presentato ricorso in Cassazione.
 
 

Condono edilizio, quando la piscina può ottenerlo

Per risolvere il caso, la Cassazione ha ricordato che un manufatto al rustico può ottenere il condono se risultano ultimati la copertura e il tamponamento dei muri perimetrali.
 
Secondo i giudici, gli stessi criteri devono essere applicati alle piscine. La piscina, cioè, per essere considerata ultimata, deve essere utilizzabile.
 
A detta della Cassazione, il rivestimento interno non è una semplice rifinitura perchè, senza di esso, una piscina non è utilizzabile, quindi non può essere considerata ultimata.
 
Sulla base di queste motivazioni, i giudici hanno respinto il ricorso e confermato il diniego del condono.
 
Le più lette