16/05/2022 - Divieto di prestazioni professionali gratuite, salvo in casi eccezionali e previa motivazione. Il nuovo principio, sancito dal disegno di legge delega per la riforma del Codice Appalti, sembra una garanzia, ma potrebbe mettere a rischio l’equo compenso, per cui i professionisti si battono da anni.
Il
disegno di legge Delega mercoledì scorso ha ottenuto il via libera della Commissione Ambiente della Camera, che ha approvato una serie di emendamenti, tra cui quello sul compenso dei professionisti, presentato dall'on di Italia Viva, Silvia Fregolent.
Il testo potrebbe ancora essere modificato durante l’iter parlamentare. Sarà poi il nuovo Codice Appalti a definire, nello specifico, le regole che la Pubblica Amministrazione dovrà seguire per determinare il compenso dei professionisti nelle gare d’appalto.
Ad ogni modo, il principio guida contenuto nella delega sta destando preoccupazione tra i professionisti.
Delega Appalti e compensi dei professionisti
Una delle prime domande che ci si pone leggendo la norma è: quali potrebbero essere i casi eccezionali che fanno venire meno il diritto del professionista a ricevere il compenso per la prestazione svolta?
Un caso eccezionale potrebbe verificarsi in corrispondenza di una situazione di calamità o di particolare crisi economica.
Il Codice Appalti attualmente in vigore ha subìto una
serie di deroghe, proprio per far fronte alla necessità di contrastare la crisi e
realizzare in tempi certi le opere del PNRR. Se nel nuovo Codice fosse inserita una certa libertà di conferire incarichi gratis ai professionisti, le deroghe eventualmente necessarie potrebbero spingersi oltre.
Si delineerebbe un altro scenario se il nuovo Codice seguisse una logica diversa, cioè se indicasse le procedure da seguire con poche regole certe, che non lascino spazio a dubbi e siano facili da applicare.
Delega Appalti, Oice: ‘aberrante l’apertura ai progetti gratis’
Il presidente dell’Oice, Gabriele Scicolone, ha commentato: “È’ del tutto incomprensibile l’apertura in tema di gratuità delle prestazioni professionali. Come si può ammettere una cosa simile e chiedere poi
qualità e professionalità? I progettisti nel nostro paese continuano a subire queste vessazioni che ne frustrano il lavoro e poi ci lamentiamo che i giovani non vogliono più fare gli ingegneri e gli architetti, e non si trovano tecnici. Questo, peraltro, proprio ora che con il PNRR ce ne è un bisogno drammatico”.
“Senza contare che - continua - ammettere, in casi eccezionali e previa adeguata motivazione, che si possano chiedere progetti gratis è un’aberrazione che viola espressamente una legge che lo stesso Parlamento ha votato sei anni fa, quella sull’equo compenso a tutela della dignità del progettista e di tutti i professionisti. Anche soltanto pensare che un progetto o una direzione lavori possano essere svolte gratis significa violare principi costituzionali e civilistici elementari; già gli affidamenti al prezzo più basso sono una follia, ma affidamenti gratuiti rappresentano una follia giuridica che non si comprende quale mente sana abbia potuto partorire. Chiediamo con forza che in Aula o in terza lettura si ponga rimedio a questa aberrante norma.”
Equo compenso, a che punto siamo
Il tema dell’equo compenso è molto sentito dai professionisti, che spesso sono protagonisti di
contenziosi contro la Pubblica Amministrazione, che bandisce gare prevedendo, per i professionisti, compensi nulli o irrisori.
Sul tema dell'equo compenso è stato presentato un nuovo disegno di legge, che è
stato approvato ad ottobre dalla Camera ed è al momento all’esame della Commissione Giustizia del Senato.
Il disegno di legge in discussione al Senato non è il primo tentativo di garantire con una norma il diritto dei professionisti di ricevere un compenso adeguato alle prestazioni svolte.
Ricordiamo infatti che il Codice Appalti del 2016 (
D.lgs. 50/2016) stabilisce che i corrispettivi a base di gara devono obbligatoriamente essere quantificati in base al Decreto Parametri (
DM 17 giugno 2016).
Nel 2017, il Decreto Fiscale (
Legge 172/2017) ha spiegato che è considerato equo il compenso determinato, tenuto conto del Decreto Parametri, in maniera
proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione.
La
Legge di Bilancio 2018 ha stabilito che il compenso, per essere equo, deve essere determinato obbligatoriamente sulla base del Decreto Parametri, e non solo “tenendo conto” del DM Parametri.
Resta ora da capire quale sarà la strada che verrà delineata con il nuovo Codice Appalti.