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Riforma del Catasto, la Delega fiscale non aumenterà la tassazione

Riforma del Catasto, la Delega fiscale non aumenterà la tassazione

Previsto un nuovo sistema di rilevazione per l’emersione degli immobili non censiti o abusivi

Vedi Aggiornamento del 25/01/2023
Foto: www.camera.it
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di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 25/01/2023
23/06/2022 - È stato approvato alla Camera, con 322 voti favorevoli, 43 contrari, e 5 astenuti, il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale. La norma prevede, tra i vari argomenti, la revisione del Catasto. Il nuovo sistema entrerà a regime dal 1° gennaio 2026. Prima di allora, bisognerà raccogliere una serie di informazioni aggiuntive, al momento sconosciute.
 
Si tratta di una riforma più volte tentata nel corso degli anni, ma che non ha mai visto la luce.
 
Il nuovo testo promette di non apportare nessun aumento delle tasse sugli immobili, ma spiega che l’obiettivo è far emergere tutte le costruzioni non censite. Nel confronto nelle Commissioni, è stato infatti approvato un emendamento che dovrebbe rassicurare quanti temono la revisione.

Il testo del ddl delega passa ora all'esame del Senato.
 

Riforma del Catasto, in arrivo una nuova rendita

La prima versione del testo, che a marzo ha ottenuto il via libera della Commissione Finanze della Camera, prevedeva che le informazioni presenti nel catasto dei fabbricati fossero integrate attribuendo all’unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita attualizzata rilevati in base ai valori di mercato, anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico. Le nuove informazioni non sarebbero state utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi.

Il testo approvato a marzo è stato sottoposta ad ulteriori confronti. Nei giorni scorsi, la Commissione ha approvato un emendamento del relatore, che ha aggiustato il tiro della misura. Nella nuova versione scompare il riferimento ai valori di mercato e si aggiunge che le nuove informazioni sugli immobili, oltre a non determinare la base imponibile dei tributi, non modificheranno le agevolazioni e i benefici sociali di cui i proprietari eventualmente godono. 

L’emendamento approvato prevede che, per ogni immobile, oltre alla rendita catastale risultante dalle norme vigenti, dovrà essere indicata una nuova rendita, da aggiornare periodicamente, determinata tenendo conto non solo dei criteri già previsti in materia di tariffe d'estimo delle unità immobiliari urbane, contenuti nel DPR 138/1998, ma anche:
- dell'articolazione del territorio comunale in ambiti territoriali omogenei di riferimento;
- della rideterminazione delle destinazioni d'uso catastali, distinguendole in ordinarie e speciali;
- dell'adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario.
 
Sono previste misure di tutela per gli immobili di interesse storico e artistico, con riduzioni del reddito che tengano conto dei più gravosi oneri di manutenzione e conservazione e dei vincoli legislativi per la destinazione, l'utilizzo e il restauro.
 
È inoltre previsto un meccanismo di correzione nel caso in cui dall’attività di raccolta delle nuove informazioni derivi un aumento del gettito. Una quota di tale aumento dovrà essere utilizzata per la riduzione dei tributi.
 
 

Riforma del Catasto ed emersione degli immobili non dichiarati

Rispetto alla prima versione, non sono stati apportati cambiamenti alle disposizioni che regolano l'emersione degli immobili non censiti o abusivi.

Il ddl delega prevede la modifica del sistema di rilevazione catastale per modernizzare gli strumenti di individuazione e controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati.
 
I nuovi sistemi di rilevazione dovranno consentire il corretto classamento:
- degli immobili non censiti o che non rispettano a reale consistenza, destinazione d’uso e categoria catastale;
- dei terreni edificabili accatastati come agricoli;
- degli immobili abusivi.
 
Sarà incentivata l’attività dei Comuni volta a stanare gli abusi edilizi.
 

Riforma del Catasto, sarà la volta buona?

La volontà di riformare il Catasto non è una novità, ma fino ad ora ogni tentativo di revisione non è andato a buon fine.
 
Nel 2014 è iniziato un processo per sostituire i vani con i metri quadri. Dopo varie ipotesi sul sistema di riclassificazione degli immobili, la delega è scaduta senza che i decreti attuativi fossero approvati. 

Nel 2017 è stato presentato un altro disegno di legge, che si proponeva di valorizzare, oltre alla riclassificazione del patrimonio immobiliare, anche un processo di riqualificazione del patrimonio edilizio.
 
Nel 2019 i tecnici hanno proposto una riforma dal basso, partecipata per allinearsi ai valori di mercato. Alla fine dello stesso anno, nonostante le raccomandazioni dell’Unione Europea, che chiedeva un processo di revisione, il Governo ha deciso di non riproporre la riforma del Catasto perché non avrebbe saputo garantire l’invarianza di gettito. Questo significa che su alcuni immobili, dopo la riforma, sarebbero state pagate tasse più alte. Una difficoltà che la nuova riforma dell’intero sistema fiscale dovrà evitare.
 
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