Cessione del credito, la risoluzione
La Commissione Industria del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il Governo:- ad adottare, in tempi estremamente celeri, ogni opportuna iniziativa, anche di carattere legislativo, volta a garantire le più ampie possibilità per le imprese del settore di operare nell'ambito degli interventi previsti dal Superbonus 110%, in particolare rendendo funzionale e pienamente utilizzabile il meccanismo della cessione del credito, consentendo così lo sblocco dei crediti d’imposta presenti nei cassetti fiscali delle medesime imprese;
- ad ampliare la platea dei cessionari, prevedendo, tra l’altro, la possibilità per le banche e le società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta derivanti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese, di cui al DM 18 aprile 2005, e anche valutando l'opportunità di coinvolgere Poste Italiane S.p.A. e Cassa depositi e prestiti.
Queste misure potrebbero essere inserite nella legge di conversione del Decreto Aiuti. Il DL 50/2022 prevede infatti che le banche possano cedere sempre il credito ai clienti professionali privati che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca cedente o con la banca capogruppo. Durante la discussione del ddl di conversione, sono stati presentati emendamenti che puntano ad estendere la cessione a professionisti e PMI.
Superbonus, Girotto: a rischio 150mila posti di lavoro
Come riportato dal Senatore M5S, Gianni Pietro Girotto, sul suo blog, il Superbonus lo scorso anno ha contribuito all’aumento del 6% del Pil.Adesso invece, continua Girotto, si rischia il blocco del mercato perché secondo le rilevazioni del Centro Studi della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), le cessioni in attesa di accettazione da parte dei cessionari ammontano a oltre 5 miliardi di euro.
Si tratta, scrive Girotto, di una situazione che pone a rischio fallimento oltre 33.000 imprese, espone alla perdita di 150.000 posti di lavoro e che per l’ANCE crea numerose difficoltà anche rispetto all’applicazione degli interventi del PNRR.