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Libere professioni, al Centro-Sud redditi più bassi della media italiana

Libere professioni, al Centro-Sud redditi più bassi della media italiana

In Molise, Abruzzo e Campania le donne sono meno di un terzo del totale. Il Rapporto presentato da Confprofessioni

Vedi Aggiornamento del 05/12/2023
Foto: confprofessioni.eu
Foto: confprofessioni.eu
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 05/12/2023
07/06/2022 - Tra il 2019 e il 2020 il numero dei liberi professionisti è diminuito in alcune Regioni - Valle d’Aosta (-20,7%), Calabria (-10,6%) e Friuli Venezia Giulia (-9,2%) - e aumentato in altre - Sardegna, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Puglia e Lazio -.
 
Secondo Confprofessioni, l’aumento registrato nelle Regioni del Centro-Sud è dovuto al fatto che tali Ragioni sono state meno colpite dagli effetti della pandemia.
 
Sul fronte del gender-gap, le regioni in cui la composizione tra maschi e femmine è più equilibrata sono Sardegna (41,0% libere professioniste), Lombardia (40,7% libere professioniste) e Lazio (38,6% libere professioniste), mentre il distacco è più marcato in Molise (26,3% libere professioniste), Abruzzo (29,1% libere professioniste) e Campania (29,4% libere professioniste).
 
Per quanto riguarda, infine, le differenze reddituali, tutte le regioni del Mezzogiorno e del Centro presentano valori minori della media italiana sia per i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps sia per quelli iscritti alle Casse di previdenza private.
 

I dati arrivano dalla terza edizione dei ‘Rapporti regionali sulle libere professioni’ curati dall’Osservatorio sulle libere professioni di Confprofessioni, presentata il 1° giugno scorso alla ministra per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini, dalla vicepresidente di Confprofessioni, Claudia Alessandrelli.
 
“I Rapporti regionali nascono dall’esigenza di osservare il mondo delle libere professioni attraverso una fotografia fedele e aggiornata della realtà professionale in ciascuna Regione” - ha spiegato Alessandrelli -. “Sono pensati come strumento essenziale a disposizione delle classi dirigenti regionali per calibrare al meglio le politiche di sviluppo su scala territoriale, facendo perno sul mondo associativo e datoriale”.
 
“Proprio da tale mondo sono emerse nel corso del 2020 preziose indicazioni per fronteggiare e gestire l’emergenza sanitaria ed economica innescata dalla diffusione del virus nel nostro Paese, sia a livello centrale che periferico”, ha aggiunto la vicepresidente.
 
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