Opere incompiute, mancanza di fondi e problemi tecnici le cause dei blocchi
LAVORI PUBBLICI
Opere incompiute, mancanza di fondi e problemi tecnici le cause dei blocchi
Per completare 379 opere servono 1,2 miliardi di euro. Il Mims pubblica l’aggiornamento dell’Anagrafe al 31 dicembre 2021
06/07/2022 - Perché in Italia ci sono opere incompiute? Come rilevato dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), nell’aggiornamento dell’Anagrafe delle Opere incompiute al 31 dicembre 2021, i motivi sono diversi: primi tra tutti la mancanza di fondi e i problemi tecnici che emergono in itinere.
La rilevazione comprende le opere incompiute che fanno capo alle Amministrazioni centrali e territoriali.
Per quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni centrali, quelle incompiute scendono da 26 a 15 (-42,3%), mentre quelle relative alle amministrazioni locali si riducono da 417 a 364 (-12,7%).
A livello locale, le Regioni con il maggior numero di opere incompiute sono la Sicilia, con 138 opere (rispetto alle 133 del 2020), la Sardegna, con 47 opere (53 nel 2020), e la Puglia, con 27 opere incomplete (24 nel 2020).
Il calo, registrato dal Mims, si riferisce quindi al dato complessivo, ma a livello locale c’è qualche eccezione, come i casi della Sicilia e delle Puglia, in cui le incompiute sono aumentate di qualche unità.
L’importo degli interventi necessari per completare le opere è pari a circa a 1,2 miliardi di euro, con una riduzione del 45,7% rispetto al valore del 2020. Più in dettaglio, i valori complessivi delle opere di competenza delle amministrazioni centrali si riducono del 55,9%, passando da 1,5 miliardi di euro a 656 milioni di euro, mentre quelli necessari per l’ultimazione dei lavori scendono da 1,5 miliardi di euro a 428 milioni (-71%).
Per quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni locali, l’importo diminuisce solo marginalmente, da 1,3 miliardi di euro a 1,2 miliardi (-7,7%), mentre quello necessario a completarle aumenta da 782 milioni di euro a 827 milioni (+5,7%).
Risulta che, in 153 casi (40%) la mancanza di fondi è la causa dell’interruzione del processo di completamento dell’opera, in 115 casi (30%) si rilevano problemi tecnici, per 69 opere (18%) la causa è stata il fallimento, recesso o risoluzione contrattuale dell’impresa, 21 opere (6%) sono state interrotte per sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, per 15 opere (4%) si riscontra un mancato interesse al completamento, mentre per 6 opere (2%) concorrono più cause contemporaneamente.
Entro il 31 marzo di ciascun anno, le stazioni appaltanti, gli enti e altri soggetti aggiudicatori individuano le opere incompiute di rispettiva competenza e trasmettono la lista al Mims.
La rilevazione comprende le opere incompiute che fanno capo alle Amministrazioni centrali e territoriali.
Opere incompiute in calo
Dall’elenco emerge che al 31 dicembre 2021 le opere incompiute erano pari a 379, in calo rispetto alle 443 (-14,4%) della fine del 2020, anno in cui si era già registrata una diminuzione rispetto all’anno precedente.Per quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni centrali, quelle incompiute scendono da 26 a 15 (-42,3%), mentre quelle relative alle amministrazioni locali si riducono da 417 a 364 (-12,7%).
A livello locale, le Regioni con il maggior numero di opere incompiute sono la Sicilia, con 138 opere (rispetto alle 133 del 2020), la Sardegna, con 47 opere (53 nel 2020), e la Puglia, con 27 opere incomplete (24 nel 2020).
Il calo, registrato dal Mims, si riferisce quindi al dato complessivo, ma a livello locale c’è qualche eccezione, come i casi della Sicilia e delle Puglia, in cui le incompiute sono aumentate di qualche unità.
Opere incompiute: 1,2 miliardi per completarle
L’importo degli interventi necessari per completare le opere è pari a circa a 1,2 miliardi di euro, con una riduzione del 45,7% rispetto al valore del 2020. Più in dettaglio, i valori complessivi delle opere di competenza delle amministrazioni centrali si riducono del 55,9%, passando da 1,5 miliardi di euro a 656 milioni di euro, mentre quelli necessari per l’ultimazione dei lavori scendono da 1,5 miliardi di euro a 428 milioni (-71%).Per quanto riguarda le opere di competenza delle amministrazioni locali, l’importo diminuisce solo marginalmente, da 1,3 miliardi di euro a 1,2 miliardi (-7,7%), mentre quello necessario a completarle aumenta da 782 milioni di euro a 827 milioni (+5,7%).
Opere incompiute: perché i cantieri si fermano
Dal 2021 è stata inserita nella rilevazione l’informazione sulle cause che hanno determinato il mancato completamento delle opere.Risulta che, in 153 casi (40%) la mancanza di fondi è la causa dell’interruzione del processo di completamento dell’opera, in 115 casi (30%) si rilevano problemi tecnici, per 69 opere (18%) la causa è stata il fallimento, recesso o risoluzione contrattuale dell’impresa, 21 opere (6%) sono state interrotte per sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, per 15 opere (4%) si riscontra un mancato interesse al completamento, mentre per 6 opere (2%) concorrono più cause contemporaneamente.
Opere incompiute, la rilevazione
Il Mims ricorda che, in base al DM 14/2018, attuativo del Codice Appalti, a partire dal triennio 2019 - 2021 c’è l’obbligo di inserimento delle opere incompiute nel programma triennale dei lavori pubblici al fine di prevederne il completamento oppure l’individuazione di soluzioni alternative, tra cui il parziale riutilizzo, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera pubblica, la vendita o la demolizione.Entro il 31 marzo di ciascun anno, le stazioni appaltanti, gli enti e altri soggetti aggiudicatori individuano le opere incompiute di rispettiva competenza e trasmettono la lista al Mims.