
End of waste, i materiali derivanti da costruzioni e demolizioni cessano di essere rifiuti
TECNOLOGIE
End of waste, i materiali derivanti da costruzioni e demolizioni cessano di essere rifiuti
Il Ministro della Transizione Ecologica ha firmato il decreto che fissa i criteri per il riutilizzo degli scarti in edilizia. Associazioni di settore: ‘si rischia il blocco del riciclo’
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del 18/02/2025

20/07/2022 - I materiali derivanti dalle demolizioni e dalle attività di costruzione potranno essere riutilizzati. Lo stabilisce il Decreto Ministeriale, firmato dal Ministero della Transizione Ecologica dopo una lunga attesa degli operatori del settore.
Il decreto fissa le condizioni di sicurezza in base alle quali i materiali cessano di essere considerati rifiuti e possono entrare nel ciclo produttivo per la realizzazione di altre opere. La misura contribuisce ad attuare l'obiettivo della demolizione selettiva, fissato a livello europeo per facilitare il riciclo dei materiali.
Fino ad ora, le operazioni di recupero dei rifiuti sono state regolate dal Codice Ambiente (D.lgs 152/2006). Per le operazioni in corso, il nuovo decreto concede agli operatori che si occupano del recupero un periodo transitorio di 180 giorni (dall’entrata in vigore del nuovo decreto) per la presentazione di un’istanza di aggiornamento o l’aggiornamento delle comunicazioni previste. Nel frattempo, si potranno continuare ad utilizzare i materiali derivanti da procedure di recupero già autorizzate.
Possono essere riutilizzati anche i rifiuti di origine minerale indicati nella Tabella 1. Tra questi ci sono scarti di ghiaia e pietrisco non prodotti con trattamenti chimici, scarti di sabbia e argilla, polveri e residui, rifiuti derivanti dal taglio della pietra, residui di miscela di preparazione non sottoposti a trattamento termico, scarti di prodotti ceramici, residui di materiale di sabbiatura.
Il decreto fissa inoltre le concentrazioni limite degli elementi potenzialmente pericolosi che possono essere contenuti nei materiali da recuperare e prevede test di cessione per accertare la corretta composizione dei materiali da riutilizzare.
Non sono ammessi alla produzione di aggregato recuperato i rifiuti dalle attività di costruzione e di demolizione abbandonati o sotterrati.
Gli aggregati recuperati possono essere riutilizzati per:
- la realizzazione del corpo dei rilevati di opere in terra dell’ingegneria civile;
- la realizzazione di sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali e di piazzali civili ed industriali;
- la realizzazione di strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto e di piazzali civili ed industriali;
- la realizzazione di recuperi ambientali, riempimenti e colmate;
- la realizzazione di strati accessori aventi, a titolo esemplificativo, funzione anticapillare, antigelo, drenante;
- il confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici (quali, a titolo esemplificativo, misti cementati, miscele betonabili).
Il riutilizzo è soggetto alla marcatura CE e non deve costituire fonte potenziale di contaminazione per il suolo, il sottosuolo e le acque sotterranee.
Il decreto contiene il modello della dichiarazione di conformità che il produttore deve compilare per attestare le caratteristiche dell’aggregato recuperato. La dichiarazione deve essere conservata per 5 anni
Nella sua attività, il produttore deve applicare un sistema di gestione della qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001.
I limiti di concentrazione di materiali pericolosi sarebbero, a loro avviso, tarati sui suoli bonificati e destinati a verde o uso residenziale, mentre bisognerebbe considerare che gli aggregati derivanti dalle demolizioni e dalle costruzioni sono impiegati prevalentemente nelle opere infrastrutturali. I limiti, secondo le associazioni, dovrebbero essere elevati, prendendo come riferimento le aree industriali e commerciali.
Il rischio, secondo le associazioni, è quello di bloccare l’economia circolare e i cantieri.
Il decreto fissa le condizioni di sicurezza in base alle quali i materiali cessano di essere considerati rifiuti e possono entrare nel ciclo produttivo per la realizzazione di altre opere. La misura contribuisce ad attuare l'obiettivo della demolizione selettiva, fissato a livello europeo per facilitare il riciclo dei materiali.
Fino ad ora, le operazioni di recupero dei rifiuti sono state regolate dal Codice Ambiente (D.lgs 152/2006). Per le operazioni in corso, il nuovo decreto concede agli operatori che si occupano del recupero un periodo transitorio di 180 giorni (dall’entrata in vigore del nuovo decreto) per la presentazione di un’istanza di aggiornamento o l’aggiornamento delle comunicazioni previste. Nel frattempo, si potranno continuare ad utilizzare i materiali derivanti da procedure di recupero già autorizzate.
Scarti dell’edilizia, i materiali recuperabili
Sono recuperabili i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e di demolizione classificati come non pericolosi. Tali materiali sono elencati nella Tabella 1 allegata al decreto. Si tratta di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, miscele bituminose non contenenti catrame di carbone, terre e rocce da scavo, pietrisco per massicciate ferroviarie, rifiuti misti non contenenti mercurio, PCB (presente talvolta in isolanti o vernici) e altre sostanze pericolose.Possono essere riutilizzati anche i rifiuti di origine minerale indicati nella Tabella 1. Tra questi ci sono scarti di ghiaia e pietrisco non prodotti con trattamenti chimici, scarti di sabbia e argilla, polveri e residui, rifiuti derivanti dal taglio della pietra, residui di miscela di preparazione non sottoposti a trattamento termico, scarti di prodotti ceramici, residui di materiale di sabbiatura.
Il decreto fissa inoltre le concentrazioni limite degli elementi potenzialmente pericolosi che possono essere contenuti nei materiali da recuperare e prevede test di cessione per accertare la corretta composizione dei materiali da riutilizzare.
Non sono ammessi alla produzione di aggregato recuperato i rifiuti dalle attività di costruzione e di demolizione abbandonati o sotterrati.
Scarti dell’edilizia, come possono essere riutilizzati
Gli aggregati recuperati possono essere riutilizzati per:- la realizzazione del corpo dei rilevati di opere in terra dell’ingegneria civile;
- la realizzazione di sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali e di piazzali civili ed industriali;
- la realizzazione di strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto e di piazzali civili ed industriali;
- la realizzazione di recuperi ambientali, riempimenti e colmate;
- la realizzazione di strati accessori aventi, a titolo esemplificativo, funzione anticapillare, antigelo, drenante;
- il confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici (quali, a titolo esemplificativo, misti cementati, miscele betonabili).
Il riutilizzo è soggetto alla marcatura CE e non deve costituire fonte potenziale di contaminazione per il suolo, il sottosuolo e le acque sotterranee.
Il decreto contiene il modello della dichiarazione di conformità che il produttore deve compilare per attestare le caratteristiche dell’aggregato recuperato. La dichiarazione deve essere conservata per 5 anni
Nella sua attività, il produttore deve applicare un sistema di gestione della qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001.
End of waste, associazioni di settore: si rischia il blocco del riciclo
L’Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati (Anpar), l’Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei e Affini (Anepla) e l’Associazione Nazionale Demolizione ed Economia Circolare per le Costruzioni (Nadeco) ritengono che il decreto rappresenti un rischio per il settore.I limiti di concentrazione di materiali pericolosi sarebbero, a loro avviso, tarati sui suoli bonificati e destinati a verde o uso residenziale, mentre bisognerebbe considerare che gli aggregati derivanti dalle demolizioni e dalle costruzioni sono impiegati prevalentemente nelle opere infrastrutturali. I limiti, secondo le associazioni, dovrebbero essere elevati, prendendo come riferimento le aree industriali e commerciali.
Il rischio, secondo le associazioni, è quello di bloccare l’economia circolare e i cantieri.