02/08/2022 - Il modello industriale tradizionale che ha trainato la crescita economica di molti paesi è incentrato su un
approccio economico di tipo lineare, noto con i nomi take-make-disposal (prendere-fare-smaltire) o cradle to grave (dalla culla alla tomba). In entrambi i casi si dà per scontato che il percorso di un materiale/prodotto termina con l'esaurimento della sua vita utile generando pertanto un rifiuto.
La pressione sull'ambiente, la disponibilità di materie prime che scarseggia, la disuguaglianza sociale ed economica a livello mondiale rendono
l’approccio lineare ormai insostenibile e con esso l’idea di spreco e scarto.
In un precedente focus
abbiamo parlato di economia circolare e di strategie per limitare la produzione di rifiuti in edilizia.
Vedremo in questo approfondimento un altro
approccio di economia circolare che coinvolge anche il settore delle costruzioni, il
Cradle to Cradle (
C2C): una
filosofia produttiva di tipo biomimatico, ovvero che emula modelli, sistemi e elementi della natura allo scopo di risolvere complessi problemi e che oggi è diventato anche una certificazione, la
C2C Certified™ Product Standard.
I
fondatori della filosofia Cradle to Cradle, in italiano dalla culla alla culla, sono i
professori Michael Braungart e William McDonough che nel 2002 hanno pubblicato un libro intitolato “Cradle to Cradle: Remaking the Way We Make Things”, un manifesto che fornisce dettagli specifici su come realizzare questo tipo di progettazione.
Il termine coniato dagli studiosi, Cradle to Cradle, altro non è che un gioco sulla popolare espressione cradle to grave e che a sua volta sottolinea come il modello C2C sia sostenibile e rispettoso della vita e delle generazioni future: dalla nascita (culla) di una generazione alla generazione successiva, contro il modus operandi tradizionale ovvero dalla nascita alla morte (grave/tomba) all'interno della stessa generazione.
Biological and Technical Nutrients in the Cradle to Cradle Design Framework Zhiying.lim, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
Come per la natura, fonte ispiratrice della filosofia del C2C, anche nel cradle to cradle tutti i materiali sono identificati come risorse preziose, che a
cicli biologici o tecnici vengono recuperati pienamente senza alcuna perdita di qualità.
Nel ciclo tecnico i materiali, definiti
nutrienti tecnici, possono essere utilizzati più e più volte, in veste sempre dello stesso prodotto e senza perdere integrità o qualità. In questo caso si applicano strategie come il riutilizzo, la riparazione, la rigenerazione, solo in ultima istanza il riciclaggio.
Nel
ciclo biologico i materiali,
definiti nutrienti biologici e che sono organici o a base biologica, una volta utilizzati, possono essere smaltiti in qualsiasi ambiente naturale e si decompongono nel suolo, fornendo cibo per piccole forme di vita senza intaccare l'ambiente naturale. Ovviamente in un ciclo biologico bisogna tener conto dell’ecologia della regione geografica, poiché il materiale organico di un paese o di un continente potrebbe essere dannoso per l'ecologia di un altro paese. Un ciclo biologico rigenera i sistemi viventi, come il suolo, che a loro volta forniscono risorse rinnovabili per l’economia.
Cradle to Cradle, come ottenere la certificazione
Il C2C è un approccio che valuta il grado di riutilizzo e riciclabilità del prodotto. Al fine di ottenere la certificazione C2C Certified™, i prodotti vengono sottoposti a
5 criteri di valutazione tutti dello stesso valore. Per ogni criterio di valutazione sono presenti
5 possibili assegnazioni: Basic, Bronze, Silver, Gold o Platinum. La valutazione finale si basa sul criterio con il valore più basso.
Cradle to Cradle: i criteri di valutazione
Material Health, ovvero la sicurezza delle sostanze utilizzate. Consiste nell'identificare la composizione chimica dei materiali che compongono il prodotto e il fattore di rischio intrinseco al materiale. C’è una scala del rischio in cui il verde indica i materiali a basso rischio, il giallo quelli a rischio moderato ma accettabili per continuare a essere utilizzati, il rosso i materiali ad alto rischio e che devono essere eliminati gradualmente e grigio per materiali con dati incompleti.
Per quanto tutti i criteri di valutazione hanno pari importanza, il tema della sicurezza è uno dei principali nell’approccio Cradle to Cradle. Nella visione C2C, se i materiali con cui entriamo in contatto e a cui siamo esposti quotidianamente non sono tossici e non hanno effetti sulla salute a lungo termine, la salute dell'intero sistema può essere preservata.
Material Reautilisation, ovvero riutilizzo dei materiali. Riguarda la sostenibilità dei prodotti nei cicli tecnici o biologici. Secondo il C2C i produttori dovrebbero realizzare prodotti con alto potenziale di riutilizzo.
Renewable Energies, ovvero utilizzo di energie rinnovabili. Nell’ottica C2C i produttori sono chiamati a verificare e a registrare la quantità di emissioni di gas serra e l’utilizzo di energie rinnovabili per la produzione; Sulla base dei risultati devono successivamente migliorare i processi o bilanciare le emissioni causate dal consumo energetico.
Water Management, ovvero gestione della risorsa idrica. Il C2C spinge verso un utilizzo responsabile e consapevole dell'acqua. Per fare questo è richiesto alla produzione una strategia per gestire l’acqua responsabilmente, il controllo dei consumi e la rimozione degli sprechi.
Social Fairness, ovvero equità sociale. Secondo il C2C la dignità umana e la tutela dell’ambiente lavorativo devono essere rispettati. Per questo valuta l’equità delle attività di lavoro eque. A tal fine, devono essere eseguiti audit interni ed esterni all’azienda ed implementate strategie volte ad avere un impatto positivo su queste.
La valutazione finale non è fine a sé stessa, poiché si tratta di una classificazione dinamica che fornisce suggerimenti ed accorgimenti per avanzare di livello. Un grande vantaggio della certificazione C2C è che contribuisce a ottenere diversi crediti per i
prestigiosi certificati LEED e BREEAM, che sono attualmente le due certificazioni più autorevoli al mondo per le costruzioni eco-compatibili.
Cradle to Cradle, come influenza il settore delle costruzioni
Il settore delle costruzioni è responsabile per due terzi delle emissioni di gas serra connesse alle varie fasi del ciclo di vita delle opere, fra cui la produzione dei materiali impiegati, anche se l’80% delle emissioni è dovuto alla fase di utilizzo degli edifici (consumi energetici per riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ecc.)
Consultando gli ultimi due rapporti sull’economia circolare (anni di riferimento 2021 e 2022), pubblicati dal
Circular Economy Network e realizzati in collaborazione con
ENEA e con il patrocinio del
Ministero della Transizione Ecologica, si legge che: “negli ultimi anni si è assistito a forti stimoli per una generale riqualificazione dell’ambiente costruito tesa a migliorare le prestazioni energetiche (e più di recente anche le caratteristiche antisismiche) delle strutture edilizie pubbliche e private (sia abitazioni private che uffici) […].
D’altro canto, però,
va notato che le ristrutturazioni, quando interessano opere murarie, comportano la produzione di rifiuti da costruzione e demolizione, che costituiscono un’ampia fetta dei rifiuti speciali (42,5%) e dei rifiuti speciali non pericolosi prodotti in Italia (45%, con aumento del 20% nel 2018 rispetto al 2014). Anche se in gran parte tali rifiuti (77,4% nel 2018) sono poi recuperati, la loro destinazione d’uso è solo minimamente indirizzata al riutilizzo in edilizia (circa il 7%), mentre gran parte è impiegata in infrastrutture quali strade, ferrovie, piste ciclabili.
Il
rischio che potrebbe esserci dietro la strategia di rilancio del settore, orientata non tanto alla sostenibilità complessiva degli edifici quanto prevalentemente a quella energetica/climatica, è di limitarne i benefici con uno spostamento del carico ambientale alle materie prime necessarie per la riqualificazione delle strutture edilizie.
Per prevenire tale rischio, andrebbe avviata una riflessione sull'ottimizzazione delle sinergie derivanti da una riqualificazione energetica degli edifici non limitata a interventi puntuali, quali sostituzione di impianti o isolamento termico, ma allargata anche alle positive ricadute che la razionalizzazione dell’uso dei materiali dell’edilizia può avere sulla riduzione delle emissioni.
Per ottimizzare le scelte progettuali verso la sostenibilità degli edifici, i progettisti hanno a disposizione strumenti come l’LCA (Life Cycle Assessment) e l’LCC (Life Cycle Costing), che permettono di valutare un’opera lungo tutto il ciclo di vita, dal punto di vista ambientale ed economico. Sono metodologie peraltro già previste dal Codice degli appalti e verso cui anche l’Europa sta spingendo, con strumenti open source come Level(s).”
L’I
nternational Resource Panel evidenzia come con adeguate strategie quali l’uso più intensivo delle abitazioni, l’aumento delle pratiche di riciclo, l’applicazione dell’eco-design per la costruzione di nuovi edifici con minor materiale, si potrebbe
raggiungere un abbattimento quasi completo delle emissioni prodotte dal settore residenziale durante la vita utile degli edifici60 nei Paesi G7 nel 2050 (80-100%), pari a 5-7 GtCO2eq nel periodo 2016-2050. Allargando poi la visione in ottica di ciclo di vita, quindi considerando anche la fase di costruzione e demolizione, il risparmio complessivo di emissioni arriva al 35-40%
Cradle to Cradle, esempi di circolarità
La circolarità e il miglioramento nella gestione dei materiali si possono esplicare in diverse forme:
- estensione della vita utile dei prodotti:
- riduzione della perdita di materiale;
- ricircolazione di materiali e prodotti;
- preferenza per materiali a ridotta impronta di carbonio.
Ne sono un esempio il calcestruzzo drenante che consente all’acqua di filtrare, riducendo l’impermeabilizzazione e la temperatura al suolo, oppure il
calcestruzzo fotoluminescente, cioè capace di assorbire energia solare e riemetterla come fonte luminosa di notte. Così come il
calcestruzzo ultra performante (UHPC).
“Un altro esempio virtuoso è relativo al potenziale dei
bio-materiali quali paglia e canapa, che se usati per l’isolamento termico delle facciate possono permettere nel 2050 una rimozione di anidride carbonica pari al 3% di quella emessa dall’intero settore delle costruzioni nel 2015 su scala europea.”
Nella sezione prodotti del C2C Centre, il gateway per la conoscenza, l'esperienza e i professionisti del Cradle to Cradle, è possibile consultare
tutti i prodotti afferenti alla categoria forniture e materiali per l'edilizia che hanno ottenuto la certificazione.