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Professionisti, il Decreto Aiuti-bis porta a 600 milioni di euro il Fondo per il bonus una tantum

Professionisti, il Decreto Aiuti-bis porta a 600 milioni di euro il Fondo per il bonus una tantum

Manca però il decreto attuativo per regolare l’erogazione delle risorse

Vedi Aggiornamento del 11/10/2022
Foto: governo.it
di Paola Mammarella
05/08/2022 - Il Fondo destinato a finanziare il contributo una tantum per i professionisti salirà da 500 milioni a 600 milioni di euro.
 
Lo prevede il Decreto Aiuti-bis, che il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera.
 

Professionisti, il Fondo per il bonus una tantum

Il Fondo per l’erogazione del bonus una tantum a lavori autonomi e professionisti è stato istituito dal Decreto Aiuti (Legge 91/2022 di conversione del DL 50/2022) con una dotazione di 500 milioni di euro per il 2022.
 
Saranno destinatari del bonus i lavoratori autonomi, i professionisti iscritti alle Casse di previdenza private e i professionisti iscritti alla Gestione Separata dell’Inps.
 
 

Bonus professionisti, mancano le regole attuative

Una volta istituito il Fondo e stabilito che i professionisti hanno diritto al bonus una tantum, bisogna definire le regole che devono dare attuazione alla norma. Tali regole attualmente non sono state emanate, ma saranno approvate dal Ministero del Lavoro e dal Ministero dell’Economia.
 
Il decreto dovrà definire i beneficiari del bonus, cioè le soglie di reddito al di sotto delle quali si ha diritto alla misura per il sostegno al potere d’acquisto, ma soprattutto l’importo del bonus stesso (che per i lavoratori dipendenti ammonta a 200 euro). Si tratta quindi di decisioni che il Ministero potrà prendere solo dopo che la dotazione del Fondo diventerà definitiva.
 

Decreto Aiuti-bis, le tempistiche per la conversione

L’iter parlamentare dovrebbe iniziare alla fine del mese di agosto. Il termine per la presentazione degli emendamenti nelle Commissioni del Senato potrebbe essere fissato al 31 agosto e la discussione in Aula inizierebbe il 6 settembre.
 
Il testo passerebbe poi alla Camera, dove verrebbe discusso in Aula dal 13 settembre. L’approvazione dovrebbe concludersi così prima delle elezioni politiche con un iter veloce. Molte forze politiche hanno infatti dichiarato la disponibilità a non presentare proposte di modifica sul testo in Parlamento.
 
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