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Sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione

Sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione

Generatori di calore con maggiori rendimenti e minori emissioni, ma per la loro installazione si devono rispettare i requisiti normativi e fare i conti con l’esistente

Vedi Aggiornamento del 31/01/2024
Foto: Maksym Yemelyanov©123RF.com
Foto: Maksym Yemelyanov©123RF.com
di Rossella di Gregorio
Vedi Aggiornamento del 31/01/2024
16/09/2022 - Il caro bollette ha acceso un faro sui consumi energetici delle nostre abitazioni. I costi lievitati di gas e luce stanno facendo maturare la consapevolezza dell'importanza di dotare la propria abitazione di impianti efficienti in grado di contenere gli sprechi e ottimizzare i consumi.
 
La 'monetizzazione del consumo' sta avendo una tale capacità di sensibilizzazione verso la tutela dell'ambiente più di quanto la crisi 'climatica abbia potuto fare da sola'!
 
Così il topic del momento è trovare soluzioni per assicurarsi consumi più ridotti e prestazioni energetiche migliori, soprattutto in vista dell'imminente stagione invernale.
 
Una di queste è la sostituzione della vecchia caldaia con una più efficiente a condensazione, ovviamente quando l'abitazione è dotata di impianto termoautonomo. 
 

Come riconoscere il modello di caldaia presente in casa

Ricapitolando, la sostituzione della vecchia caldaia con una a condensazione offre numerosi vantaggi:
- un rilevante risparmio sulle spese energetiche per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria;
- riduzione dell’inquinamento atmosferico;
- maggiore appetibilità della casa sul mercato immobiliare delle vendite e affitti.
 
Il primo step da fare è riconoscere qual è il generatore installato in casa. Vediamo di seguito una breve cronistoria sull’evoluzione e sulle tipologie di caldaie negli ultimi 40 anni.
 
Il termine termoautonomo riferito all’impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria (ACS) designa un impianto, destinato alla singola unità abitativa, che è possibile gestire in piena autonomia per quanto riguarda le tempistiche di funzionamento, la temperatura impostata e di conseguenza i consumi che ne derivano.
 
È a partire dalla fine degli anni 70 che il sistema di riscaldamento autonomo si è progressivamente affermato. Esso funziona per mezzo di un generatore di calore, meglio conosciuto con il nome caldaia. Vi sono diverse tipologie di caldaie, ma quella di tipo murale con funzionamento a metano è tra le più impiegate.
 
Le prime caldaie autonome ad apparire sul mercato sono state le caldaie di tipo B11, meglio note con la sola lettera “B”; sono generatori a camera di combustione aperta, con prelievo dell'aria comburente dal locale di installazione e scarico dei fumi direttamente all'esterno o in apposito camino collettivo, senza l'impiego di ventilatore.
 
Il sistema si scarico dei fumi di combustione delle caldaie di tipo B11 non era del tutto sicuro, infatti, queste caldaie sono state la causa di vari incidenti domestici nel passato. Per questo motivo, la normativa ha introdotto l'obbligo di installare un dispositivo di controllo per l'evacuazione dei fumi. Le caldaie di tipo B11 sono così diventate di tipo B11BS.
 
Successivamente i produttori hanno ideato e realizzato soluzioni più sicure e al tempo stesso più efficienti sotto il profilo energetico: le caldaie di tipo C. Esse sono generatori a camera di combustione stagna rispetto al locale di installazione e, quindi, con prelievo dell'aria comburente e scarico dei fumi direttamente all'esterno o in appositi camini collettivi.
 
L’evoluzione ultima delle caldaie di tipo C è la caldaia a condensazione.
 
Vediamo di seguito tutti gli aspetti per approcciarsi alla sostituzione del vecchio generatore nel miglior modo possibile e non commettere errori di valutazione.
 
Sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione  Foto: caldaia a condensazione CLAS PREMIUM EVO SYSTEM©ARISTON THERMO
 

Caldaia a condensazione e scarico fumi

Quando si pensa di sostituire una vecchia caldaia con una di ultima generazione a condensazione, una delle primissime cosa da considerare è l’importante questione dello scarico dei fumi.
 
L’evacuazione dei prodotti della combustione avviene attraverso appositi condotti: camini o canne fumarie collegati alla caldaia.
 
In generale, si definisce camino il condotto che smaltisce i fumi provenienti da un sistema singolo, ossia da un solo apparecchio (abitazione singola), o più apparecchi similari posti sullo stesso piano (bifamiliari, a schiera ecc). Invece, si definisce canna fumaria il condotto che smaltisce i fumi provenienti da più apparecchi autonomi posti su più piani, tipico caso di un condominio.
 
Se nel caso dell’abitazione singola la sostituzione della caldaia con una condensazione risulta essere “agevole”, non sempre lo è nel caso di un condominio.
 
La caldaia a condensazione pone un’importante questione da considerare, quella dello scarico fumi a basse temperature a cui si aggiunge la formazione di acqua di condensa con ph acido, ma che tratteremo in un altro focus.
 
Una caldaia a condensazione è in grado di raffreddare i fumi di scarico più velocemente e maggiormente rispetto ad una tradizionale di tipo C o B.
 
I fumi, quando sono prodotti, risultano essere caldi, allo stato gassoso e ricchi di vapore acqueo. Quest’ultimo, a motivo del processo di raffreddamento, si trasforma in acqua con ph acido (condensazione).
 
Nel passaggio di stato parte del calore dei fumi viene rilasciata sotto forma di energia utilizzata a sua volta dalla caldaia stessa. Il calore trasferito alla caldaia determina un maggiore rendimento e i fumi trasformati in acqua determinano meno immissioni inquinanti nell'ambiente.
 
I fumi vengono espulsi per mezzo di un ventilatore di cui è dotata la caldaia stessa, all’interno del condotto di evacuazione, come prevede la normativa. Lungo il tragitto i fumi di scarico continueranno ancora a condensare, producendo acqua acida. Per questo motivo il condotto deve essere idoneo al funzionamento ad umido, realizzato con materiali e caratteristiche specifiche.
 

Sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione  Foto: Caldaia a condensazione da incasso START IN CONDENS ©RIELLO


Sostituire una vecchia caldaia, casi compatibili ed incompatibili

Rispetto all’esistente, si possono presentare i seguenti casi:
- i condotti in muratura non sono compatibili con le caldaie a condensazione perché l’acidità corrode la muratura;
- le canne fumaria collettive ramificate (CCR), quelle utilizzate per le caldaie di tipo B, non sono compatibile con le caldaie a condensazione;
- le canna fumarie collettive o collettive combinate, quella utilizzata per le caldaie di tipo C, sono compatibili solo nei casi specificati dalla normativa UNI 7129:2015.
 
In questo caso la normativa precisa che: “nel caso di canne collettive esistenti, è ammessa la possibilità di sostituire un apparecchio di tipo C convenzionale con uno a condensazione solo in presenza di verifica dimensionale secondo la UNI EN 13384-2, la UNI 10641 o altro metodo di comprovata efficacia; che preveda la possibilità di sostituire tutti gli apparecchi collegati con apparecchi a condensazione (anche in momenti diversi) e garantisca la funzionalità in ogni condizione. Inoltre, prima della verifica dimensionale devono essere verificate le altre caratteristiche essenziali per garantire la compatibilità tra la canna collettiva e i nuovi apparecchi nonché il corretto funzionamento ad umido della canna collettiva.”

Sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione  Foto: caldaia a condensazione murale in vetro temperato LOGAMAX PLUS GB172I ©BUDERUS
 

Caldaia a condensazione, deroghe alla sostituzione

Come accennato nei paragrafi precedenti, per la normativa lo scarico dei fumi deve avvenire al di sopra del tetto, attraverso condotti di evacuazione; ma, in alcuni casi, camini o canne fumarie preesistenti sono del tutto incompatibili con la caldaia a condensazione, pertanto la legge 90 dispone le seguenti deroghe allo scarico in copertura consentendo quello a parete:
a) sostituzione di una caldaia, di qualsiasi tipo, che già scaricava a parete (prima del 31 agosto 2013); tale condizione va provato;
b) sostituzione di una caldaia a camera aperta (tipo B) che scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata condominiale CCR;
c) nuova installazione in edifici storici o sottoposti a norme di tutela;
d) impossibilità tecnica di andare a tetto con lo scarico fumi, asseverata da un professionista abilitato.
 
Dal 2014, inoltre, con il D.lgs 102, le deroghe sono anche per
 
e) installazione di apparecchi a condensazione, nell’ambito di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in un condominio, qualora non siano già presenti: camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, funzionali e idonei o comunque adeguabili all'applicazione dei suddetti generatori;
 
f) installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore, dotati di specifica certificazione di prodotto.
 
In ultimo. va evidenziato che la deroga è subordinata ai requisiti di rendimento minimo prescritti dall’art. 4, comma 6, lettera a), del D.P.R. 59/2009, secondo cui la nuova caldaia deve essere “ecologica”, con rendimenti efficienti e basse emissioni inquinanti. Non sarà possibile installarne una simile alla preesistente.
 

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Sostituire una vecchia caldaia: agevolazioni e riferimenti normativi

Oggi, sostituire una vecchia caldaia, che inquina e consuma risulta anche conveniente grazie alle agevolazioni fiscali dell’ecobonus e del superbonus.
 
Inoltre, dal 26 settembre 2015 è in vigore la Direttiva Ecodesign, ovvero la direttiva europea ERP (Energy Related Products, 2009/125/CE). Sulla base di questa normativa, le caldaie tradizionali a camera aperta, tipologia B, sono andate fuori produzione e la loro installazione non è più permessa.
 
La normativa prescrive anche che in caso di nuova installazione o sostituzione, la caldaia, oramai non più funzionante, andrà sostituita con una ad alto rendimento energetico, ovvero a condensazione.
 
In aggiunta, dal 3 agosto 2013, con la legge 90, tutti gli scarichi dei fumi della combustione devono avvenire al di sopra del tetto, in particolare 1 metro sopra il colmo (UNI 7129:2015) salvo deroghe.



 

 

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