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CTU, Ingegneri e Architetti chiedono di rivedere le modalità di calcolo dei compensi
PROFESSIONE
CTU, Ingegneri e Architetti chiedono di rivedere le modalità di calcolo dei compensi
Inarcassa e la sua Fondazione, Sindacati e Associazioni professionali pronti a confrontarsi con il prossimo Governo
23/09/2022 - È indispensabile che il prossimo Governo agisca in favore dei professionisti che ricoprono il difficile ruolo di CTU, affinché sia valorizzato anche alla luce degli obiettivi contenuti nel PNRR nell’ambito del sistema giudiziario e dell’auspicata accelerazione dei processi.
Lo affermano Inarcassa e la sua Fondazione, i Sindacati e le Associazioni di Ingegneri e Architetti, che compongono il Tavolo delle libere professioni.
“È un compito di straordinaria importanza - sottolineano - che ingegneri e architetti liberi professionisti svolgono a supporto del lavoro dei magistrati. Per questo è determinante mettere in campo ogni iniziativa volta alla tutela del CTU, sia dal punto di vista professionale che nella determinazione dei compensi. Si tratta infatti di una funzione essenziale per il buon andamento della pubblica amministrazione ed in particolare proprio del sistema giudiziario”.
“Una consulenza tecnica d’ufficio svolta con professionalità - aggiungono - non può che facilitare il lavoro del giudice nella rapida definizione della lite, con conseguente riduzione anche del rischio di contenzioso nelle successive fasi processuali. Per questo si ritiene necessaria la strutturazione degli Albi per aree di competenza, con accesso regolato da norme chiare ed uniformi su tutto il territorio nazionale, con previsione di percorsi formativi incentrati sugli aspetti procedurali”.
“Per quanto riguarda la natura della prestazione svolta dal CTU - spiegano i partecipanti al Tavolo - è ormai stato chiarito che si tratta di incarico pubblico, come precisato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 9/E del 7 maggio 2018 che specifica che la prestazione è fornita “a favore dell’Amministrazione della giustizia, committente” ancorché “non esecutrice del pagamento”. Concetto questo, affermato anche dalla stessa Consulta nella sentenza 90/2019, sulla legittimità della riforma sulle procedure esecutive immobiliari nella parte dedicata alle liquidazioni degli Esperti Stimatori. La natura di incarico pubblico della prestazione resa dal CTU non può dunque prescindere dal possesso della partita IVA, dell’assicurazione obbligatoria professionale, dalla regolarità contributiva fiscale, previdenziale e dagli adempimenti previsti dagli Ordini professionali”.
“Infine - ribadiscono i partecipanti al Tavolo - bisogna intervenire sui compensi, che ad oggi restano ancora determinati sulla base del DM 30 maggio 2002, dove la prima vacazione viene ricompensata con 14,68 euro e le successive con 8,15 euro. Occorre aggiornare il sistema tariffario, ipotizzando anche l’eliminazione dei tetti fissati agli articoli 11 e 13 del DM 30 giugno 2002”.
“Parallelamente, al fine di garantire un compenso equo al professionista - aggiungono -, è necessario consentire una applicazione più flessibile del decreto in ragione delle attività rese, anche se non espressamente contemplate, come ad esempio nel caso dell’esperto stimatore nelle procedure esecutive immobiliari, legando il compenso al valore di stima degli immobili ed il pagamento al completamento delle attività professionali”.
I partecipanti al Tavolo delle libere professioni* sono pronti a confrontarsi su questi temi con le forze politiche che credono nella qualità del lavoro, mettendo a disposizione l’esperienza e le competenze maturate dagli architetti e ingegneri su un settore unanimemente ritenuto d’elezione.
*Rappresentanti di: Inarcassa insieme alla sua Fondazione, AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), ALA Assoarchitetti (Associazione degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti italiani), Federarchitetti (Associazione nazionale degli architetti e ingegneri liberi professionisti), Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI ARCHITETTI e INARSIND (Associazione nazionale d’intesa sindacale ingegneri ed architetti liberi professionisti italiani).
Lo affermano Inarcassa e la sua Fondazione, i Sindacati e le Associazioni di Ingegneri e Architetti, che compongono il Tavolo delle libere professioni.
“È un compito di straordinaria importanza - sottolineano - che ingegneri e architetti liberi professionisti svolgono a supporto del lavoro dei magistrati. Per questo è determinante mettere in campo ogni iniziativa volta alla tutela del CTU, sia dal punto di vista professionale che nella determinazione dei compensi. Si tratta infatti di una funzione essenziale per il buon andamento della pubblica amministrazione ed in particolare proprio del sistema giudiziario”.
“Una consulenza tecnica d’ufficio svolta con professionalità - aggiungono - non può che facilitare il lavoro del giudice nella rapida definizione della lite, con conseguente riduzione anche del rischio di contenzioso nelle successive fasi processuali. Per questo si ritiene necessaria la strutturazione degli Albi per aree di competenza, con accesso regolato da norme chiare ed uniformi su tutto il territorio nazionale, con previsione di percorsi formativi incentrati sugli aspetti procedurali”.
“Per quanto riguarda la natura della prestazione svolta dal CTU - spiegano i partecipanti al Tavolo - è ormai stato chiarito che si tratta di incarico pubblico, come precisato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 9/E del 7 maggio 2018 che specifica che la prestazione è fornita “a favore dell’Amministrazione della giustizia, committente” ancorché “non esecutrice del pagamento”. Concetto questo, affermato anche dalla stessa Consulta nella sentenza 90/2019, sulla legittimità della riforma sulle procedure esecutive immobiliari nella parte dedicata alle liquidazioni degli Esperti Stimatori. La natura di incarico pubblico della prestazione resa dal CTU non può dunque prescindere dal possesso della partita IVA, dell’assicurazione obbligatoria professionale, dalla regolarità contributiva fiscale, previdenziale e dagli adempimenti previsti dagli Ordini professionali”.
“Infine - ribadiscono i partecipanti al Tavolo - bisogna intervenire sui compensi, che ad oggi restano ancora determinati sulla base del DM 30 maggio 2002, dove la prima vacazione viene ricompensata con 14,68 euro e le successive con 8,15 euro. Occorre aggiornare il sistema tariffario, ipotizzando anche l’eliminazione dei tetti fissati agli articoli 11 e 13 del DM 30 giugno 2002”.
“Parallelamente, al fine di garantire un compenso equo al professionista - aggiungono -, è necessario consentire una applicazione più flessibile del decreto in ragione delle attività rese, anche se non espressamente contemplate, come ad esempio nel caso dell’esperto stimatore nelle procedure esecutive immobiliari, legando il compenso al valore di stima degli immobili ed il pagamento al completamento delle attività professionali”.
I partecipanti al Tavolo delle libere professioni* sono pronti a confrontarsi su questi temi con le forze politiche che credono nella qualità del lavoro, mettendo a disposizione l’esperienza e le competenze maturate dagli architetti e ingegneri su un settore unanimemente ritenuto d’elezione.
*Rappresentanti di: Inarcassa insieme alla sua Fondazione, AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), ALA Assoarchitetti (Associazione degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti italiani), Federarchitetti (Associazione nazionale degli architetti e ingegneri liberi professionisti), Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI ARCHITETTI e INARSIND (Associazione nazionale d’intesa sindacale ingegneri ed architetti liberi professionisti italiani).