
Equo compenso, la partita potrebbe chiudersi con un nulla di fatto
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Equo compenso, la partita potrebbe chiudersi con un nulla di fatto
ProfessionItaliane lancia l’ultima chiamata alle forze politiche per approvare la legge entro la fine della legislatura
Vedi Aggiornamento
del 17/04/2023

Vedi Aggiornamento del 17/04/2023
12/09/2022 - L’equo compenso potrebbe rimanere su un binario morto. Dopo un iter travagliato e l’approvazione alla Camera, è molto probabile che il Senato non riesca a dare il via libera definitivo al disegno di legge.
Sulle sorti del testo pesa, infatti, la fine della legislatura, che fa decadere i disegni di legge non approvati dai due rami del Parlamento.
Nei giorni scorsi si è tenuta la riunione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari (Capigruppo) al Senato. L’incontro, molto atteso dopo una serie di tentativi falliti, avrebbe dovuto concludersi con l’invio del disegno di legge all’Aula. Così però non è stato.
ProfessionItaliane, associazione che riunisce il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete Professioni Tecniche, ha inviato l’ultima chiamata alle forze politiche affinchè approvino definitivamente la legge nel tempo residuo prima delle prossime elezioni.
Il riferimento di ProfessionItaliane è allo scambio di accuse tra i partiti dopo la riunione della Capigruppo. Fratelli d’Italia, promotore del disegno di legge, ha accusato “Pd, M5S e sinistra” di aver affossato il testo, mentre il Pd ha risposto che “la legge sull'equo compenso è stata affossata dalla destra quando, ignorando le richieste degli stessi professionisti, ha preferito portare avanti per ragioni esclusivamente elettorali un testo che non avrebbe assicurato alcun compenso equo ai professionisti”.
Secondo ProfessionItaliane, il testo del disegno di legge si presta a ulteriori miglioramenti che possono essere discussi in un secondo momento, ma adesso deve essere approvato in via definitiva per assicurate nell’immediato alcune tutele urgenti ed indispensabili.
Adepp propone:
- che i professionisti iscritti agli Ordini non siano discriminati da possibili sanzioni che riguarderebbero solo loro e non i concorrenti;
- che l'equo compenso venga affermato non solo per le prestazioni nei confronti della Pubblica amministrazione, ma anche nel settore privato.
Nel ddl ci sono disposizioni che alcuni esponenti del mondo delle professioni vogliono modificare. Si tratta delle sanzioni a carico dei professionisti iscritti agli Ordini che accettano incarichi gratuiti.
Sulle sorti del testo pesa, infatti, la fine della legislatura, che fa decadere i disegni di legge non approvati dai due rami del Parlamento.
Nei giorni scorsi si è tenuta la riunione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari (Capigruppo) al Senato. L’incontro, molto atteso dopo una serie di tentativi falliti, avrebbe dovuto concludersi con l’invio del disegno di legge all’Aula. Così però non è stato.
ProfessionItaliane, associazione che riunisce il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete Professioni Tecniche, ha inviato l’ultima chiamata alle forze politiche affinchè approvino definitivamente la legge nel tempo residuo prima delle prossime elezioni.
Equo compenso, ProfessionItaliane: ‘rimpallo di responsabilità’
“Come se non bastasse - lamenta ProfessionItaliane in una nota - in queste ore siamo costretti ad assistere ad un rimpallo di responsabilità da parte di alcune di queste forze politiche, che pure avevano approvato lo stesso testo alcuni mesi fa e che oggi sostengono, paradossalmente ed incoerentemente, che il disegno di legge ignora le richieste dei professionisti”.Il riferimento di ProfessionItaliane è allo scambio di accuse tra i partiti dopo la riunione della Capigruppo. Fratelli d’Italia, promotore del disegno di legge, ha accusato “Pd, M5S e sinistra” di aver affossato il testo, mentre il Pd ha risposto che “la legge sull'equo compenso è stata affossata dalla destra quando, ignorando le richieste degli stessi professionisti, ha preferito portare avanti per ragioni esclusivamente elettorali un testo che non avrebbe assicurato alcun compenso equo ai professionisti”.
Secondo ProfessionItaliane, il testo del disegno di legge si presta a ulteriori miglioramenti che possono essere discussi in un secondo momento, ma adesso deve essere approvato in via definitiva per assicurate nell’immediato alcune tutele urgenti ed indispensabili.
Equo compenso, Adepp: ‘riprendere il ddl in mano dal 26 settembre’
Tra i professionisti c’è chi guarda al dopo elezioni. il presidente dell'Adepp, l'Associazione delle Casse di previdenza dei professionisti, Alberto Oliveti, auspica che la legge sia ripresa in mano già dal 26 settembre, partendo dal consenso trasversale che aveva raccolto, e cogliendo l'occasione per due modifiche importanti.Adepp propone:
- che i professionisti iscritti agli Ordini non siano discriminati da possibili sanzioni che riguarderebbero solo loro e non i concorrenti;
- che l'equo compenso venga affermato non solo per le prestazioni nei confronti della Pubblica amministrazione, ma anche nel settore privato.
Equo compenso, il ddl in bilico
Ricordiamo che il disegno di legge sull’equo compenso è stato approvato dalla Camera a ottobre 2021. Il testo ha avuto il via libera della Commissione lo scorso luglio.Nel ddl ci sono disposizioni che alcuni esponenti del mondo delle professioni vogliono modificare. Si tratta delle sanzioni a carico dei professionisti iscritti agli Ordini che accettano incarichi gratuiti.
Norme correlate
Bozza non ancora in vigore 29/06/2022 n.S. 2419
Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali
Approfondimenti
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