28/11/2022 - Come aiutare i Comuni a realizzare il ‘Piano Borghi’ del PNRR? Lo ha chiesto Marco Bussone, Presidente nazionale dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem), al neo-Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Uncem ha ribadito tutto il suo scetticismo sul
Bando Borghi pubblicato a fine 2021, ritenendolo una misura “che è stata pensata fuori da una logica comunitaria da Dario Franceschini e dai tecnici di quel Ministero.
Un miliardo di euro che rischia di rimanere impantanato e di non incidere sulle reali opportunità di crescita dei paesi, sul ruolo delle comunità, sulla rigenerazione dei servizi e degli spazi nei quali il borgo si plasma”.
Secondo Uncem “il Piano Borghi, così come è, non risponde alle esigenze del Paese. 1900 Comuni si sono candidati, 300 sono risultati beneficiari delle risorse,
20 hanno 20 milioni di euro ciascuno da spendere.
Una cifra pazzesca, difficile da spendere in Comuni con meno di mille abitanti. Difficile dargli un vero impatto duraturo”.
A questi
dubbi sui criteri del bando, già espressi all’epoca della pubblicazione, se ne aggiungono di nuovi sulla attuazione degli interventi: “
non mi risulta che vi siano chiarimenti- afferma Bussone - in merito all’avvio dei percorsi di investimento, tantomeno dal Ministero
sulla linea C del bando,
quella per la creazione di imprese. Che senza opportuni accorgimenti rischia di fare danni e illudere che in quei borghi si possa rigenerare il tutto a partire da qualche start up o impresa artigianale incentivata dal PNRR”.
“Siamo ancora una volta
preoccupati. Per l’avvio dei progetti e degli appalti, per il merito stesso dell’opportunità di investimento”. Così come è, secondo Uncem, il Piano borghi del PNRR non fa bene alle comunità. “Lavorare per campanili, per borghi da soli, per municipalismi, non è sostenibile in un Paese nel quale occorre aiutare i Comuni e le comunità a lavorare insieme. Per fare comunità, per essere comunità insieme, nei paesi e nei borghi”.