Codice Appalti, Ingegneri critici sul testo preliminare
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NORMATIVA
Codice Appalti, Ingegneri critici sul testo preliminare
Presidente CNI Perrini: ‘la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio’
Vedi Aggiornamento del 28/08/2023
Vedi Aggiornamento del 28/08/2023
21/12/2022 - Sebbene l’iter per l’approvazione definitiva del Codice dei Contratti - approvato venerdì scorso, in esame preliminare, dal Consiglio dei Ministri - sia articolato e preveda ulteriori passaggi, la lettura del documento ha suscitato parecchie perplessità nel mondo delle professioni.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) ritiene che la qualità dell’opera da realizzare sia considerata un aspetto secondario e marginale; secondo Fondazione Inarcassa, il testo rischia di pregiudicare l’attuazione del PNRR; per OICE è un grave errore rinunciare alla centralità del progetto, con rischio di aumenti dei costi e dei ritardi.
Alle critiche si unisce il Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “è sicuramente condivisibile il fatto che questo nuovo testo punti alla semplificazione - afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -. Tuttavia, anche a causa della sua mancata completezza, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri sembra non voler tenere conto di alcuni aspetti decisivi, da sempre al centro delle interlocuzioni istituzionali degli ingegneri, e dei professionisti tecnici in generale”.
“Su tutti la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio, dimenticando il fatto che la fase di progettazione è decisiva per garantire la qualità delle opere. Come se non bastasse, l’aggiudicazione delle opere da realizzare basate sul progetto esecutivo da regola diventa un’opzione e si apre la strada ad un uso generalizzato dell’appalto integrato, ossia l’affidamento all’impresa sia della progettazione esecutiva che dell’esecuzione dell’opera”.
“Inoltre, non vengono ben definiti i ruoli delle Pubbliche Amministrazioni e dei professionisti esterni alle PA, così come non emerge con chiarezza il metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti, dato che non si fa menzione del ‘Decreto Parametri’.
“Ci auguriamo che le forze politiche riflettano con attenzione su tutti questi aspetti e che nei passaggi successivi pongano rimedio, accogliendo le richieste e le segnalazioni che le nostre categorie professionali stanno inoltrando. La semplificazione è un obiettivo che trova tutti d’accordo, ma non può essere conseguito a scapito della qualità della progettazione delle opere e della loro stessa realizzazione”.
Ricordiamo che la Rete delle Professioni Tecniche (che riunisce diversi Consigli Nazionali compreso quello degli Ingegneri), in sede di consultazione sul Codice Appalti, ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti numerose proposte, tra cui: il divieto assoluto di prestazioni gratuite, l’aggiornamento dei parametri per adeguarsi alla riduzione dei livelli di progettazione e la definizione dei casi in cui è consentito l’appalto integrato.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) ritiene che la qualità dell’opera da realizzare sia considerata un aspetto secondario e marginale; secondo Fondazione Inarcassa, il testo rischia di pregiudicare l’attuazione del PNRR; per OICE è un grave errore rinunciare alla centralità del progetto, con rischio di aumenti dei costi e dei ritardi.
Alle critiche si unisce il Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “è sicuramente condivisibile il fatto che questo nuovo testo punti alla semplificazione - afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -. Tuttavia, anche a causa della sua mancata completezza, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri sembra non voler tenere conto di alcuni aspetti decisivi, da sempre al centro delle interlocuzioni istituzionali degli ingegneri, e dei professionisti tecnici in generale”.
Codice Appalti, Ingegneri critici sul testo preliminare
“Su tutti la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio, dimenticando il fatto che la fase di progettazione è decisiva per garantire la qualità delle opere. Come se non bastasse, l’aggiudicazione delle opere da realizzare basate sul progetto esecutivo da regola diventa un’opzione e si apre la strada ad un uso generalizzato dell’appalto integrato, ossia l’affidamento all’impresa sia della progettazione esecutiva che dell’esecuzione dell’opera”.“Inoltre, non vengono ben definiti i ruoli delle Pubbliche Amministrazioni e dei professionisti esterni alle PA, così come non emerge con chiarezza il metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti, dato che non si fa menzione del ‘Decreto Parametri’.
“Ci auguriamo che le forze politiche riflettano con attenzione su tutti questi aspetti e che nei passaggi successivi pongano rimedio, accogliendo le richieste e le segnalazioni che le nostre categorie professionali stanno inoltrando. La semplificazione è un obiettivo che trova tutti d’accordo, ma non può essere conseguito a scapito della qualità della progettazione delle opere e della loro stessa realizzazione”.
Ricordiamo che la Rete delle Professioni Tecniche (che riunisce diversi Consigli Nazionali compreso quello degli Ingegneri), in sede di consultazione sul Codice Appalti, ha inviato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti numerose proposte, tra cui: il divieto assoluto di prestazioni gratuite, l’aggiornamento dei parametri per adeguarsi alla riduzione dei livelli di progettazione e la definizione dei casi in cui è consentito l’appalto integrato.
Norme correlate
Decreto Legislativo 31/03/2023 n.36
Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici (Nuovo Codice Appalti)
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