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Nuovo Codice Appalti, i tecnici: ‘inaccettabile il ricorso illimitato all’appalto integrato’

Nuovo Codice Appalti, i tecnici: ‘inaccettabile il ricorso illimitato all’appalto integrato’

Altre richieste dei progettisti: obbligo di parametri per l’equo compenso, riduzione dei requisiti di partecipazione alle gare, ricorso al concorso di progettazione

Vedi Aggiornamento del 28/08/2023
Nuovo Codice Appalti, i tecnici: ‘inaccettabile il ricorso illimitato all’appalto integrato’
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 28/08/2023
31/01/2023 - “Sebbene sia condivisibile nei principi ispiratori, il nuovo Codice dei Contratti contiene alcuni elementi che non funzionano e vanno corretti”. “Non è accettabile, ad esempio, il ricorso illimitato all’appalto integrato; questo deve essere limitato alle progettazioni complesse caratterizzate da un alto contenuto tecnologico. In caso contrario verrà persa la centralità del progetto attualmente in capo alle stazioni appaltanti, che perseguono interessi pubblici”.
 
Così Domenico Condelli, Consigliere del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), ha sintetizzato i contenuti dell’audizione della Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e CNI presso la Commissione Ambiente e Territorio della Camera nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo relativo al codice dei contratti pubblici

Secondo il Coordinatore dell RPT, Armando Zambrano, infatti, “nel precedente codice il ricorso all’appalto integrato era stato limitato. Il nuovo testo purtroppo ne consente il ricorso illimitato. In questo modo diventa complicata l’attività di controllo da parte della P.A. con la conseguente scarsa valorizzazione del progetto che perde la sua centralità. Se a ciò si aggiunge la tendenza a trasferire all’interno delle stazioni appaltanti la progettazione, ne deriva un quadro nel quale la progettazione non ha il rilievo che meriterebbe”.

La posizione dei tecnici sull’appalto integrato è simile a quella dell’Anac, secondo cui questa formula “è utile in alcuni casi, per gli appalti più complessi ma non deve diventare una pratica generale, perché non determina una riduzione di tempi e di costi”.
 

Altra questione è quella dell’equo compenso. “In linea col principio dell’equo compenso - ha spiegato Condelli -, è necessario il richiamo ai servizi di architettura e ingegneria e, di conseguenza, all’obbligo di utilizzo dei parametri di riferimento per la determinazione degli importi da porre a gara”.
 
“Anche per eliminare, una volta per tutte, - ha aggiutno RPT - inaccettabili episodi di gare che prevedono la prestazione gratuita da parte dei professionisti”.

Il mancato riferimento al Decreto Parametri e, quindi, la scarsa chiarezza del metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti, erano stati segnalati dal CNI già a dicembre 2022, dopo l'approvazione preliminare del Codice in Consiglio dei Ministri.
 
“Bisogna dire, poi, che non è concepibile il subappalto dei servizi tecnici in quanto trattasi di prestazioni intellettuali”.

Infine, secondo il CNI, è eccessiva la richiesta dei requisiti di partecipazione che determina l’esclusione di molti professionisti dalle opere pubbliche. “Per chiarire - ha detto Condelli - faccio un esempio: una collega che deve partorire e resta lontana per un anno dalla professione è impossibilitata a partecipare ad un bando in quanto si prende in esame il fatturato dell’ultimo anno. Tutto questo non è accettabile”.

Un altro motivo alla base della richiesta di allargare i tempi di validità dei curricula professionali è stato addotto dalla RPT che ha sottolineato come il Paese sia reduce da un periodo di crisi che non ha per niente risparmiato i professionisti che non sempre hanno potuto mantenere i consueti standard di fatturato.

Un ulteriore tema di discussione è stato avanzato dal Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), Francesco Miceli: il concorso di progettazione.
 
Secondo gli Architetti, si tratta di una “procedura fondamentale per garantire l’ottenimento di progetti di alta qualità facendo proprie le necessità funzionali, sociali e formali di ogni opera pubblica garantendone l’armonico inserimento nell'ambiente e nei territori”.
 
Miceli ha sottolineato che “gli emendamenti proposti al Codice dei contratti pubblici mirano alla semplificazione e allo snellimento della procedura attraverso la riorganizzazione dell’art. 46 sui Concorsi di progettazione e all’adozione del Concorso, non solo per le opere incluse nei Settori Ordinari, ma anche per quelle incluse nei Settori Speciali”.
 
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