Il superbonus 90% conviene ancora per riqualificare gli edifici?
RISPARMIO ENERGETICO
Il superbonus 90% conviene ancora per riqualificare gli edifici?
Da MCE Lab uno studio su costi e tempi di ammortamento degli investimenti con meno incentivi ma con gli obblighi della Direttiva Case Green
15/02/2023 - Dopo la riduzione dal 110% al 90% del superbonus - la detrazione fiscale per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici - occorre chiedersi: con il superbonus 90% conviene ancora ristrutturare?
Ma, che il superbonus 90% convenga o meno, la riqualificazione energetica degli edifici è una strada obbligata per raggiungere la completa decarbonizzazione al 2050 prevista dal Green Deal della UE con la bozza della Direttiva Case Green o EPBD IV.
A questa domanda risponde l’analisi condotta da MCE Lab sotto la guida del professor Giuliano Dall’O’, Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento ABC (Architecture, Built environment and Construction engineering) del Politecnico di Milano.
- l’inquinamento atmosferico;
- il costo dell’energia.
Gli edifici sono al centro di entrambi perché sono uno dei principali responsabili del potenziale di riscaldamento globale (Global Potential Warming - GWP), in quanto utilizzano il 40% dell’energia dell’Ue e producono il 36% delle emissioni di gas serra, perché rappresentano il 50% dell’estrazione di materie prime, il 40% del consumo energetico, il 36% delle emissioni di CO2 e il 21% del consumo di acqua. Per quanto concerne il secondo aspetto, basta nominare le bollette di gas e luce.
A ciò si aggiunga - spiega MCE Lab - che la bozza della Direttiva Case Green (EPBD IV) ha tracciato una road map ambiziosa: al 2030 tutti gli edifici residenziali dovrebbero essere portati alla classe E e a partire dal 2033 tutti gli edifici residenziali dovrebbero essere portati alla classe D. questo ci costringerà ad intervenire pesantemente sugli edifici. Ma come?
“Il primo parametro che ci viene in aiuto è la classificazione energetica - afferma il professor Dall’O’ -. Premesso che ogni edificio ha una sua storia, possiamo dire che mediamente la riduzione dei consumi passando da una classe G ad una classe E è del 26% e del 43% per il passaggio dalla E alla D”.
La convenienza di un investimento in efficienza energetica dipende da due elementi:
- il costo dell’intervento al netto degli eventuali incentivi;
- il costo dell’energia risparmiata.
Ed è proprio l’incremento di quest’ultimo che rende conveniente oggi più che mai un investimento in efficienza energetica, perché ogni kWh risparmiato è risparmiato per sempre e riduce l’effetto negativo degli aumenti del costo dell’energia - spiega MCE Lab.
Sul fronte degli incentivi, il Decreto Aiuti quater ha ridotto le agevolazioni sulle riqualificazioni energetiche:
- il superbonus passa dal 110 al 90% per tutto il 2023 (il superbonus 90% comprende gli stessi interventi prima agevolati al 110);
- l’aliquota poi scenderà ulteriormente negli anni successivi: al 70% nel 2024, per arrivare al 65% nel 2025.
Il recepimento della Direttiva Case Green o EPBD IV comporterà però la definizione di un incentivo che rimarrà costante negli anni a venire.
Passando ad un esempio concreto, per un appartamento di 100 m2 in condominio il costo medio annuale del riscaldamento alle attuali tariffe dell’energia è intorno ai 2.000 euro; pertanto, il risparmio annuo sarà di circa 500 euro, grazie al quale l’investimento si ammortizza in un periodo compreso tra i 7 e i 10 anni, ammesso che il costo dell’energia non cresca ancora. Inoltre, da quel momento in poi si risparmia e da subito si aumenta il valore dell’immobile. Con il superbonus 90% converrebbe comunque.
I dati pubblicati da ENEA riportano che, al 31 dicembre 2022, le asseverazioni presentate sono state 359.440, con un totale di investimenti ammessi in detrazione di poco meno di 62 miliardi e mezzo di euro. Il 74,6% dei lavori sono stati effettivamente realizzati e il restante è in fase di completamento. Il valore medio degli investimenti per intervento di riqualificazione energetica - rileva MCE Lab - è di 598.813 euro per i condomini, 113.758 euro per gli edifici unifamiliari e 97.010 euro per le unità immobiliari indipendenti. I dati non fanno riferimento al superbonus 90%, e conviene attendere i prossimi mesi per vederne gli effetti.
Da uno studio recentemente commissionato a Nomisma da ANGAISA, l’associazione dei distributori idrotermosanitari, emerge che negli ultimi 12 mesi circa 4 italiani su 10 hanno effettuato interventi di ristrutturazione o miglioramento della propria abitazione (non ancora con il superbonus 90). Il 61% di questi interventi hanno proprio riguardato l’efficientamento energetico, in parte strutturali (ad esempio isolamenti termici e sostituzione serramenti) ed in parte impiantistici (sostituzione impianti di climatizzazione invernale, sostituzione impianti di climatizzazione estiva, ecc.).
È interessante osservare - sottolinea MCE Lab - che il 50% del campione è stata motivata dalla volontà di migliorare approfittando anche degli incentivi, ma ben il 48% sia stato spinto dalla riduzione dei consumi.
La spesa media sostenuta per gli interventi di efficientamento energetico degli impianti è di 5.500 euro, che sale a 13.800 euro quando ha riguardato anche all’involucro. L’effetto “doping” dei bonus fiscali è evidente in quanto il 51% di coloro che hanno fatto degli interventi affermano che senza bonus non avrebbero fatto nulla.
Ma, passata l’euforia del 110%, gli italiani sono ancora disposti a spendere soldi per la riqualificazione della casa nella quale vivono? In altre parole, il superbonus 90 converrà come il 110? Dall’indagine emerge che solo l’11% degli intervistati ha dichiarato che con certezza effettuerà gli interventi di miglioramento e/o di ristrutturazione, il 38% afferma che è probabile che li faccia, il restante 52% è negativo. E chi ha deciso di effettuare degli interventi ha già in testa un budget: circa 15.000 euro per gli interventi strutturali e 8.000 euro per quelli impiantistici - conclude la ricerca di MCE Lab.
Se ne deduce che la prospettiva di contribuire, anche solo in minima parte, scoraggia i proprietari ma, a conti fatti, il superbonus 90% conviene ancora.
Ma, che il superbonus 90% convenga o meno, la riqualificazione energetica degli edifici è una strada obbligata per raggiungere la completa decarbonizzazione al 2050 prevista dal Green Deal della UE con la bozza della Direttiva Case Green o EPBD IV.
A questa domanda risponde l’analisi condotta da MCE Lab sotto la guida del professor Giuliano Dall’O’, Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento ABC (Architecture, Built environment and Construction engineering) del Politecnico di Milano.
Perché riqualificare gli edifici
La ricerca parte da due criticità con le quali facciamo i conti quotidianamente:- l’inquinamento atmosferico;
- il costo dell’energia.
Gli edifici sono al centro di entrambi perché sono uno dei principali responsabili del potenziale di riscaldamento globale (Global Potential Warming - GWP), in quanto utilizzano il 40% dell’energia dell’Ue e producono il 36% delle emissioni di gas serra, perché rappresentano il 50% dell’estrazione di materie prime, il 40% del consumo energetico, il 36% delle emissioni di CO2 e il 21% del consumo di acqua. Per quanto concerne il secondo aspetto, basta nominare le bollette di gas e luce.
A ciò si aggiunga - spiega MCE Lab - che la bozza della Direttiva Case Green (EPBD IV) ha tracciato una road map ambiziosa: al 2030 tutti gli edifici residenziali dovrebbero essere portati alla classe E e a partire dal 2033 tutti gli edifici residenziali dovrebbero essere portati alla classe D. questo ci costringerà ad intervenire pesantemente sugli edifici. Ma come?
“Il primo parametro che ci viene in aiuto è la classificazione energetica - afferma il professor Dall’O’ -. Premesso che ogni edificio ha una sua storia, possiamo dire che mediamente la riduzione dei consumi passando da una classe G ad una classe E è del 26% e del 43% per il passaggio dalla E alla D”.
Conviene investire in efficienza energetica con il superbonus 90?
La convenienza di un investimento in efficienza energetica dipende da due elementi:- il costo dell’intervento al netto degli eventuali incentivi;
- il costo dell’energia risparmiata.
Ed è proprio l’incremento di quest’ultimo che rende conveniente oggi più che mai un investimento in efficienza energetica, perché ogni kWh risparmiato è risparmiato per sempre e riduce l’effetto negativo degli aumenti del costo dell’energia - spiega MCE Lab.
Sul fronte degli incentivi, il Decreto Aiuti quater ha ridotto le agevolazioni sulle riqualificazioni energetiche:
- il superbonus passa dal 110 al 90% per tutto il 2023 (il superbonus 90% comprende gli stessi interventi prima agevolati al 110);
- l’aliquota poi scenderà ulteriormente negli anni successivi: al 70% nel 2024, per arrivare al 65% nel 2025.
Il recepimento della Direttiva Case Green o EPBD IV comporterà però la definizione di un incentivo che rimarrà costante negli anni a venire.
Sostituire il generatore di calore conviene col superbonus 90?
Per quanto riguarda gli investimenti, la ricerca dimostra che il passaggio dalla classe G alla classe E non è particolarmente oneroso: infatti può essere sufficiente sostituire il generatore di calore, inserire una regolazione smart che consente di controllare la temperatura in tutti i locali e sostituire i serramenti. L’investimento necessario per questo tipo di intervento potrebbe essere compreso tra 12.000 e 18.000 euro per appartamento, che considerando un incentivo del 70% previsto nel 2024 sarebbe compreso tra 3.600 euro e 5.400 euro.Passando ad un esempio concreto, per un appartamento di 100 m2 in condominio il costo medio annuale del riscaldamento alle attuali tariffe dell’energia è intorno ai 2.000 euro; pertanto, il risparmio annuo sarà di circa 500 euro, grazie al quale l’investimento si ammortizza in un periodo compreso tra i 7 e i 10 anni, ammesso che il costo dell’energia non cresca ancora. Inoltre, da quel momento in poi si risparmia e da subito si aumenta il valore dell’immobile. Con il superbonus 90% converrebbe comunque.
Superecobonus 110%, gli interventi realizzati
I dati pubblicati da ENEA riportano che, al 31 dicembre 2022, le asseverazioni presentate sono state 359.440, con un totale di investimenti ammessi in detrazione di poco meno di 62 miliardi e mezzo di euro. Il 74,6% dei lavori sono stati effettivamente realizzati e il restante è in fase di completamento. Il valore medio degli investimenti per intervento di riqualificazione energetica - rileva MCE Lab - è di 598.813 euro per i condomini, 113.758 euro per gli edifici unifamiliari e 97.010 euro per le unità immobiliari indipendenti. I dati non fanno riferimento al superbonus 90%, e conviene attendere i prossimi mesi per vederne gli effetti.Del superbonus 110% hanno beneficiato tra l’1 e il 2% degli edifici
“Queste ultime cifre sono significative perché esprimono quale sia il valore di un investimento per incrementare in modo sensibile (almeno due classi energetiche) l’efficienza energetica di un edificio - spiega Dall’O’ -. Gli edifici che hanno beneficiato di questa grande opportunità sembrano tanti, ma rappresentano una quota piccola rispetto all’intero patrimonio edilizio bisognoso di ristrutturazione energetica, una percentuale compresa tra l’1 e il 2%”.Da uno studio recentemente commissionato a Nomisma da ANGAISA, l’associazione dei distributori idrotermosanitari, emerge che negli ultimi 12 mesi circa 4 italiani su 10 hanno effettuato interventi di ristrutturazione o miglioramento della propria abitazione (non ancora con il superbonus 90). Il 61% di questi interventi hanno proprio riguardato l’efficientamento energetico, in parte strutturali (ad esempio isolamenti termici e sostituzione serramenti) ed in parte impiantistici (sostituzione impianti di climatizzazione invernale, sostituzione impianti di climatizzazione estiva, ecc.).
È interessante osservare - sottolinea MCE Lab - che il 50% del campione è stata motivata dalla volontà di migliorare approfittando anche degli incentivi, ma ben il 48% sia stato spinto dalla riduzione dei consumi.
La spesa media sostenuta per gli interventi di efficientamento energetico degli impianti è di 5.500 euro, che sale a 13.800 euro quando ha riguardato anche all’involucro. L’effetto “doping” dei bonus fiscali è evidente in quanto il 51% di coloro che hanno fatto degli interventi affermano che senza bonus non avrebbero fatto nulla.
Ma, passata l’euforia del 110%, gli italiani sono ancora disposti a spendere soldi per la riqualificazione della casa nella quale vivono? In altre parole, il superbonus 90 converrà come il 110? Dall’indagine emerge che solo l’11% degli intervistati ha dichiarato che con certezza effettuerà gli interventi di miglioramento e/o di ristrutturazione, il 38% afferma che è probabile che li faccia, il restante 52% è negativo. E chi ha deciso di effettuare degli interventi ha già in testa un budget: circa 15.000 euro per gli interventi strutturali e 8.000 euro per quelli impiantistici - conclude la ricerca di MCE Lab.
Se ne deduce che la prospettiva di contribuire, anche solo in minima parte, scoraggia i proprietari ma, a conti fatti, il superbonus 90% conviene ancora.