06/03/2023 - In Italia usufruiamo della risorsa idrica in svariati ambiti: irriguo (45%), industriale (20%), energetico (15%) e idropotabile per uso domestico (20%) a rappresentanza di circa il 17,5% del PIL italiano. Un dato importante che deve però confrontarsi con alcuni aspetti rilevanti. Circa il 60% della rete idrica nazionale ha più di 30 anni e il 25% ne ha più di 50 ed il 47,6% dell’acqua prelevata per uso potabile viene dispersa. Esistono diverse utilities di eccellenza nel sistema idrico integrato nazionale che operano in un paese che risulta essere secondo nell’Unione Europea per prelievi di acqua ad uso potabile (fonte: renewablematter).
Secondo il report dell’Osservatorio Valore Acqua, la filiera del potabile e dell’irriguo disporrebbe di fondi legati al recupero di acque reflue, fanghi di depurazione e agricoltura sostenibile che possono integrarsi sinergicamente a tutte quelle pratiche virtuose che puntano sul riciclo e riuso delle acque, sulla captazione delle piovane e sullo sfruttamento dei fanghi di depurazione a pieno sostegno di tutta l’infrastruttura blu.
Il sistema idrico integrato nazionale è costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, intervenendo sul ciclo della filiera idrica (approvvigionamento - distribuzione e vendita - fognatura - depurazione e smaltimento).
Il processo di approvvigionamento, basato sulla captazione dell’acqua dal territorio e l’adduzione alle reti extra-urbane che fungono da vettore, affronta però notevoli criticità circa la disponibilità della risorsa idrica e problemi di qualità dell’acqua e della riduzione della portata delle fonti di approvvigionamento.
Come è emerso anche nel Forum Acqua di Legambiente, l’unica soluzione possibile per far fronte alla crisi idrica è che la filiera del potabile, dell’agricoltura e dell’industria lavorino di concerto, creando un sistema circolare di riuso dell’acqua su diversi livelli, da quello domestico, a quello industriale, ai sistemi di irrigazione ma anche agli usi urbani.
In tale piano d’azione l’infrastruttura gioca un ruolo rilevante e, con esso, in parte, anche i sistemi di drenaggio.
Come scriveva Alfonso Morone: “sparsi a migliaia in ogni città, pressoché indistruttibili, difficilmente migliorabili, con spesso decenni (o addirittura secoli) alle spalle” i chiusini sono uno dei prodotti più diffusi, ma anche tra quelli meno valorizzati nell’infrastruttura nazionale, offrendo il loro costante contributo nella catena dell’infrastruttura blu.
In tale ambito, Link propone griglie e chiusini per il coronamento e la chiusura in ghisa sferoidale, destinati ad aree pedonali e veicolari, certificati e conformi alla normativa EN124-1 ed EN124-2: 2015.
La gamma include:
Chiusini d’ispezione - Classe di portata B125, C250, D400
Chiusini centro strada - Classe di portata D400 con telaio quadrato, circolare e ottagonale
Chiusini a sezioni - Classe di portata D400, 2/4 coperchi triangolari con telaio quadrato e rettangolare
Griglie piane e concave - Classe di portata C250 e D400
Griglie per canali - Classe di portata C250, D400
Caditoie a bocca di lupo
Pluviali dritti e curvi con terminali a bicchiere
Chiusini manovra/servizi e accessori
Best management practices (BMPs), integrated urban water management (IUWM); Joint Committee on Urban Drainage (JCUD), stormwater control measures (SCMs), sustainable urban drainage systems (SUDS); water sensitive urban design (WSUD) sono alcune delle definizioni usate per indicare quelle pratiche e politiche di gestione delle acque di molti paesi del mondo in cui griglie e chiusini per il coronamento e la chiusura in ghisa sferoidale posso offrire il loro attivo contributo.
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