
Valorizzare le aree condominiali con i rain garden
Un elemento decorativo ma allo stesso tempo un’infrastruttura verde in grado di intercettare e gestire i deflussi delle acque piovane, per combattere la carenza idrica e la siccità

L’aumento delle superfici impermeabilizzate dovuto all’espansione delle aree urbane comporta effetti negativi sul regime idrico che si manifestano con un aumento delle portate e dei volumi di piena.
L’aumento delle superfici impermeabilizzate dovuto all’espansione delle aree urbane comporta effetti negativi sul regime idrico che si manifestano con un aumento delle portate e dei volumi di piena.
Per contrastare tale fenomeno si possono attuare azioni basate sui principi del cosiddetto drenaggio urbano sostenibile, SuD Sustainable Drainage Systems, che prevede l’utilizzo di differenti soluzioni progettuali in grado di ripristinare il ciclo naturale dell’acqua.
I NWRM - Natural Water Retention Measures - racchiudono tutte le azioni volte a contrastare la carenza idrica e la siccità, e a favorire la ritenzione naturale delle acque.
Oltre ai rain garden, rientrano in questa categoria anche:
- bacini di detenzione e tetti verdi;
- sistemi di depurazione naturale delle acque reflue domestiche e delle acque di prima pioggia provenienti da strade o piazzali.

Schema concettuale del funzionamento di un Rain Garden | Dal progetto BEWARE *
Rain garden come ornamento delle aree condominiali o private
Il termine rain garden, letteralmente giardino di pioggia, è stato coniato nel 1988 nel Maryland (USA), nel corso di un progetto di sviluppo che prevedeva la costruzione di 200 unità abitative. I progettisti volevano gestire le acque piovane in loco utilizzando le vasche di bioritenzione vegetate.Il termine provocava diffidenza nei confronti dei potenziali acquirenti e quindi i progettisti hanno iniziato a chiamarli rain garden - giardini di pioggia - termine più descrittivo e attraente.
Ciò che caratterizza principalmente un giardino pluviale è dunque la sua valenza ornamentale; per tale motivo possono essere posizionati in molteplici spazi, nelle aree residenziali private, condominiali o indipendenti, così come in ambito urbano.
Spesso al progettista è richiesto di valorizzare le aree comuni di un complesso residenziale: proporre la realizzazione in un’area condominiale di un giardino pluviale può portare solo benefici all’ambiente, al valore estetico ed economico degli immobili.
Guida ai principi di funzionamento di un rain garden
Il deflusso delle acque piovane proveniente da superfici impermeabili, come tetti o coperture piane, marciapiedi, vialetti, strade e aree a parcheggio, viene convogliato e filtrato attraverso un substrato creato artificialmente mescolando sabbia, compost e terreno nativo.In caso di presenza di strati impermeabili o falda superficiale, si può prevedere la presenza di tubi drenanti verso il sistema fognario.
Pertanto, i rain garden si distinguono in due principali tipologie:
- self-contained (autosufficienti), che permettono l’infiltrazione dell’acqua nel sottosuolo e la ricarica della falda;
- under-drained (sotto-drenati), dotati di tubi drenanti che scaricano direttamente sul sistema fognario e di guaine impermeabilizzanti che isolano il sistema dal terreno sottosuperficiale.

Rain Garden, indicazioni ed esempi progettuali
Vediamo ora come si progetta un rain garden, prendendo come riferimento il case study del campus Agripolis dell’Università degli Studi di Padova, realizzato sotto il coordinamento della Dott.ssa Lucia Bortolini, docente di irrigazione e gestione dell'acqua nelle aree verdi, presso il TESAF Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali UNIPD.Posizionamento di un rain garden:
- prediligere le zone soleggiate e l’ubicazione in zone depresse con una pendenza preferenziale nella direzione del bacino;
- non posizionarlo a meno di 3 metri dagli edifici per non causare problemi alle fondamenta.
Per calcolare le dimensioni effettive del rain garden si utilizza un coefficiente K (basato sul criterio elaborato di Bannerman e Considine) che considera il tipo di suolo presente, la profondità massima del ponding e l’eventuale distanza dal pluviale.
Questo coefficiente, che varia tra 0,10 e 0,20, deve essere moltiplicato per la superficie drenante (es. superficie del tetto oppure parte della strada da cui provengono le acque di deflusso).

La profondità massima della depressione varia tra gli 8 ed i 20 cm perché, in caso di eventi piovosi intensi, la superficie concava e la presenza di una berma consentono l’accumulo degli afflussi fino al raggiungimento della quota massima (15-18 cm di ponding), oltre la quale i volumi in eccesso (overflow) sono scaricati in pozzetti.
Come comporre la stratigrafia di un giardino pluviale
La miscela di suolo consigliata è composta per il 40-60% da sabbia, per il 20-30% da terreno derivato dallo scavo e per il 20-30% da materiale organico, preferibilmente compost vegetale che fornisce gli elementi nutritivi alle piante e migliora la struttura del suolo.
Nel progetto Agripolis, per migliorare la capacità di infiltrazione, il terreno del loco è stato sostituito fino alla profondità di 1 metro con un miscuglio costituito dal 50% di sabbia, 25% di compost vegetale e 25% di terreno nativo.
Guida alla scelta e posizionamento delle specie vegetali per un rain garden
I rain garden del progetto Agropolis ospitano 5 specie ciascuno:- Iris spuria
- Salvia x sylvestris
- Panicum virgatum
- Echinacea purpurea
- Rudbeckia fulgida
La selezione delle piante va fatta scegliendo, preferibilmente, specie autoctone, adatte a vivere nelle condizioni locali per clima, suolo ed ecosistema, ma anche piante ornamentali non autoctone adatte alle particolari condizioni del giardino pluviale.
Tutte le piante devono essere resistenti a condizioni di stress idrico e a brevi periodi di sommersione a seconda della zona in cui vengono collocate. Data la forma concava, un rain garden può essere suddiviso concettualmente in tre zone:
- Zona 1, è la zona centrale, quella più soggetta a sommersione e che resta più a lungo bagnata dopo un evento piovoso; per questa zona sono adatte specie che tollerano il ristagno prolungato, o tendenzialmente specie igrofile, che amano l’umidità del terreno.
- Zona 2, qui le condizioni di ristagno sono presenti per periodi più brevi; in questa zona la condizione di umidità del terreno è mediamente prolungata; pertanto, in questa zona vanno scelte specie capaci di tollerare le condizioni intermedie da terreno bagnato a semi asciutto nel medio lungo periodo.
- Zona 3, è la fascia più distante dal punto di massima profondità e come tale riceverà la minor quantità d'acqua. In questa zona il substrato tenderà a rinsecchire più velocemente, le specie adatte a sopravvisse in questa fascia margine sono tendenzialmente da mesofile a xerofite tollerano di vivere in situazioni di limitata presenza di acqua
Nel case study esaminato le specie arbustive sono state piantumate con pari densità d'impianto, posizionate lungo tutta la sezione.

La forma ideale per un rain garden
Si è detto che un giardino pluviale è anche un elemento decorativo e come tutte le aiuole e giardini può assumente una grande varietà di forma. Tuttavia, data la sua funzione di filtrazione, è preferibile scegliere una forma allungata e perpendicolare al punto di alimentazione per raccogliere più acqua possibile e garantire una distribuzione uniforme dell'acqua sulla superficie. Si consigliano forme circolari ed ovali.Rain garden ulteriori accorgimenti progettuali
Generalmente è bene ricoprire il rain garden con uno strato di pacciamatura per limitare le perdite per evaporazione e contrastare la crescita delle infestanti, e prevedere eventuali strati di drenaggio sotto superficiale. Intorno al rain garden può essere opportuno costruire una berma che ha lo scopo di impedire l’entrata di sedimenti dalle zone adiacenti e contenere maggiori volumi di acqua di deflusso. Infine, è consigliabile prevedere un dispositivo di troppo pieno che indirizzi l’acqua non gestita alla rete di drenaggio.Bibliografia e riferimenti:
* QUADERNI CSEI Catania III serie vol. 18 - “Le infrastrutture verdi per la gestione e la tutela delle risorse idriche - Progetto GREEN4WATER” | https://site.unibo.it/green4water/it
* Progetto BEWARE - Better Water Management for Advancing Resilient Communities in Europe | https://www.lifebeware.eu/en/