
Codice Appalti, liberalizzazione dei contratti pubblici quasi totale
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NORMATIVA
Codice Appalti, liberalizzazione dei contratti pubblici quasi totale
Procedure negoziate e affidamenti diretti per i lavori fino a 5,3 milioni, ok a appalto integrato e subappalto a cascata
Aggiornato al 30/03/2023

di Paola Mammarella
Aggiornato al
29/03/2023 - Il nuovo Codice Appalti è stato approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri.
Affidamenti diretti fino a 150mila euro e procedura negoziata fino a 5,3 milioni di euro, appalto integrato sempre consentito, subappalto a cascata, riduzione da 3 a 2 livelli di progettazione, tutela del “Made in Italy”, dissenso costruttivo, princìpi di fiducia e risultato per l'attività delle Pubbliche Amministrazioni. Sono alcune tra le novità del testo che entranno in vigore il 1° aprile 2023, per rispettare le scadenze del PNRR, e saranno efficaci dal 1° luglio 2023.
L’affidamento diretto sarà consentito per i lavori di importo inferiore a 150mila euro e per i servizi, compresi quelli di ingegneria, architettura e progettazione, di importo inferiore a 140mila euro.
Oltre questi importi, e fino alle soglie europee, sarà consentita la procedura negoziata senza bando.
Negli appalti di importo fino a 500 mila euro, le piccole Stazioni Appaltanti potranno procedere direttamente, senza il supporto di Stazioni Appaltanti qualificate.
Nel nuovo Codice Appalti torna l’appalto integrato che era stato invece vietato dal Codice del 2016, per essere progressivamente reintrodotto sotto forma di deroga motivata da esigenze di velocità.
D’ora in poi, quindi, sarà sempre possibile l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Per adeguarsi ai continui richiami dell’Unione Europea, non ci saranno più limiti al subappalto.
È possibile l’affidamento delle gare sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Nel Codice Appalti è previsto inoltre che le Stazioni Appaltanti possano indicare i criteri di approvvigionamento dei materiali per rispondere a standard di qualità più elevati.
Il Codice Appalti prevede che, per motivi organizzativi, il RUP possa essere coadiuvato da responsabili di procedimento per le fasi di programmazione, progettazione, esecuzione e affidamento.
In ogni caso, al RUP restano le funzioni di coordinamento, supervisione e indirizzo. Il RUP deve assicurare il completamento dell’intervento nei termini prestabiliti.
Per non incidere sul cronoprogramma dell’opera, la valutazione di interesse archeologico dovrà avvenire contestualmente all’approvazione del progetto.
Nel nome del principio del risultato, le Stazioni Appaltanti possono usare il loro potere discrezionale.
Parallelamente, il Codice Appalti sancisce il principio della fiducia, che valorizza l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici. Il principio vuole superare il timore della firma, in base al quale i funzionari, temendo responsabilità e ripercussioni, di fatto bloccano le procedure.
Per risolvere il problema, il Codice Appalti prevede che per determinare se c’è colpa grave, bisogna considerare solo la violazione di norme di diritto e regole di prudenza, perizia e diligenza, ma non il mancato riferimento a indirizzi giurisprudenziali o pareri delle autorità competenti.
Il nuovo Codice Appalti prevede una banca dati con le informazioni sulle imprese, definita come una carta di identità digitale, sempre consultabile. Secondo il Ministero delle Infrastrutture, in queso modo non sarà "necessario per chi partecipa alle gare presentare di volta in volta plichi di documentazione, con notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta".
Saranno esclusi dall’obbligo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il Codice definisce anche le regole per la formazione del personale delle Stazioni Appaltanti.
L’utilizzo del BIM incrementa anche l’incentivo del 2% riconosciuto per la progettazione ai dipendenti pubblici. Il tetto dell’incentivo, che normalmente non può superare il trattamento economico complessivo annuo lordo, può essere incrementato del 15%.
Affidamenti diretti fino a 150mila euro e procedura negoziata fino a 5,3 milioni di euro, appalto integrato sempre consentito, subappalto a cascata, riduzione da 3 a 2 livelli di progettazione, tutela del “Made in Italy”, dissenso costruttivo, princìpi di fiducia e risultato per l'attività delle Pubbliche Amministrazioni. Sono alcune tra le novità del testo che entranno in vigore il 1° aprile 2023, per rispettare le scadenze del PNRR, e saranno efficaci dal 1° luglio 2023.
Codice Appalti, liberalizzazioni fino a 5,3 milioni di euro
Il nuovo Codice Appalti liberalizza gli appalti sotto la soglia comunitaria, che per i lavori corrisponde a 5,3 milioni di euro. Solo al di sopra di questa soglia sarà obbligatorio bandire le gare d'appalto, mentre al di sotto le Stazioni Appaltanti potranno scegliere tra procedure negoziate e affidamenti diretti in base all'importo del lavoro o del servizio da affidare, nel rispetto del principio della rotazione.L’affidamento diretto sarà consentito per i lavori di importo inferiore a 150mila euro e per i servizi, compresi quelli di ingegneria, architettura e progettazione, di importo inferiore a 140mila euro.
Oltre questi importi, e fino alle soglie europee, sarà consentita la procedura negoziata senza bando.
Negli appalti di importo fino a 500 mila euro, le piccole Stazioni Appaltanti potranno procedere direttamente, senza il supporto di Stazioni Appaltanti qualificate.
Il Codice Appalti legalizza l’appalto integrato e il subappalto senza limiti
Nel nuovo Codice Appalti torna l’appalto integrato che era stato invece vietato dal Codice del 2016, per essere progressivamente reintrodotto sotto forma di deroga motivata da esigenze di velocità.D’ora in poi, quindi, sarà sempre possibile l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Per adeguarsi ai continui richiami dell’Unione Europea, non ci saranno più limiti al subappalto.
Progettazione, nel nuovo Codice Appalti si passa a 2 livelli
Nel nuovo Codice Appalti i livelli di progettazione scendono da 3 (progetto di fattibilità tecnico-economica, progetto definitivo e progetto esecutivo) a 2 (progetto di fattibilità tecnico-economica e progetto esecutivo).È possibile l’affidamento delle gare sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica.
Tutela del Made in Italy, nuovo criterio premiale del Codice Appalti
Il Codice Appalti ha come obiettivo anche la salvaguardia del “Made in Italy”. Ai prodotti provenienti dall’Italia o dai Paesi membri dell’Unione Europea, in fase di valutazione dell’offerta, sarà riconosciuto un punteggio premiale.Nel Codice Appalti è previsto inoltre che le Stazioni Appaltanti possano indicare i criteri di approvvigionamento dei materiali per rispondere a standard di qualità più elevati.
Nel nuovo Codice Appalti il RUP diventa responsabile del progetto
Il RUP, che nel Codice del 2016 sta per responsabile Unico del Procedimento, nel nuovo Codice Appalti diventa Responsabile Unico del Progetto.Il Codice Appalti prevede che, per motivi organizzativi, il RUP possa essere coadiuvato da responsabili di procedimento per le fasi di programmazione, progettazione, esecuzione e affidamento.
In ogni caso, al RUP restano le funzioni di coordinamento, supervisione e indirizzo. Il RUP deve assicurare il completamento dell’intervento nei termini prestabiliti.
Il Codice Appalti introduce il dissenso costruttivo
Per velocizzare le procedure, ed evitare il blocco dei lavori nel caso in cui siano coinvolti più soggetti chiamati ad esprimere il proprio parere, il dissenso in conferenza di servizi deve essere motivato e corredato da una proposta alternativa.Per non incidere sul cronoprogramma dell’opera, la valutazione di interesse archeologico dovrà avvenire contestualmente all’approvazione del progetto.
Codice Appalti, esclusione solo per condanna definitiva
In materia di illecito professionale e cause di esclusione dalle gare, il nuovo Codice prevede che l’illecito professionale possa essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o misure cautelari.Princìpi di fiducia e risultato nel nuovo Codice Appalti
Il principio del risultato è al primo posto nel nuovo Codice Appalti. Nel rispetto della trasparenza e della concorrenza, le Stazioni Appaltanti devono garantire l’affidamento del contratto e l’esecuzione nel minor tempo possibile.Nel nome del principio del risultato, le Stazioni Appaltanti possono usare il loro potere discrezionale.
Parallelamente, il Codice Appalti sancisce il principio della fiducia, che valorizza l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici. Il principio vuole superare il timore della firma, in base al quale i funzionari, temendo responsabilità e ripercussioni, di fatto bloccano le procedure.
Per risolvere il problema, il Codice Appalti prevede che per determinare se c’è colpa grave, bisogna considerare solo la violazione di norme di diritto e regole di prudenza, perizia e diligenza, ma non il mancato riferimento a indirizzi giurisprudenziali o pareri delle autorità competenti.
Revisione dei prezzi, clausola obbligatoria
Nei contratti ci sarà una clausola di revisione dei prezzi obbligatoria, che scatterà automaticamente per variazioni dei costi maggiori del 5% dell’importo complessivo. La compensazione coprirà l’80% della variazione. Le variazioni saranno valutate con riferimento agli indici sintetici Istat.Qualificazione delle Stazioni Appaltanti
Il nuovo Codice Appalti prevede che le stazioni Appaltanti possano gestire gare di importo commisurato ai propri livelli di competenza.Codice Appalti, digitalizzazione dal 1° gennaio 2024
Alcune misure diventeranno operative successivamente, per concedere un periodo di adeguamento agli operatori. È il caso delle norme sulla digitalizzazione, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024.Il nuovo Codice Appalti prevede una banca dati con le informazioni sulle imprese, definita come una carta di identità digitale, sempre consultabile. Secondo il Ministero delle Infrastrutture, in queso modo non sarà "necessario per chi partecipa alle gare presentare di volta in volta plichi di documentazione, con notevoli risparmi di costi e soprattutto di carta".
Codice Appalti, gare in BIM dal 1° gennaio 2025
Il nuovo Codice Appalti conferma gli obblighi per l'utilizzo del BIM già previsti dal DM 560/2017 e dal DM 312/2021. Il testo stabilisce che dal 1° gennaio 2025 per la progettazione e la realizzazione di tutte le opere di nuova costruzione, e per gli interventi sulle costruzioni esistenti di importo a base di gara superiore a 1 milione di euro, dovranno essere utilizzati metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni.Saranno esclusi dall’obbligo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il Codice definisce anche le regole per la formazione del personale delle Stazioni Appaltanti.
L’utilizzo del BIM incrementa anche l’incentivo del 2% riconosciuto per la progettazione ai dipendenti pubblici. Il tetto dell’incentivo, che normalmente non può superare il trattamento economico complessivo annuo lordo, può essere incrementato del 15%.
Norme correlate
Decreto Legislativo 31/03/2023 n.36
Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici (Nuovo Codice Appalti)
Approfondimenti
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