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Sismabonus acquisto, lo stop alla cessione del credito mette a rischio la rigenerazione urbana

Sismabonus acquisto, lo stop alla cessione del credito mette a rischio la rigenerazione urbana

Ance e Confindustria: includere i lavori con titolo abilitativo chiesto o ottenuto entro il 16 febbraio. La maggioranza valuta se includere i preliminari stipulati ma non registrati

Aggiornato al 03/03/2023
sismabonus acquisto
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di Paola Mammarella Aggiornato al
02/03/2023 - Salvare il sismabonus acquisto allargando le maglie della cessione del credito.
 
Il sismabonus acquisto è la detrazione fiscale riconosciuta, nelle zone a rischio sismico 1, 2 e 3, agli acquirenti di immobili situati in edifici demoliti e ricostruiti, secondo standard antisismici, da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare.

Il sismabonus acquisto è stato uno degli argomenti all’attenzione del Governo dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) e Confindustria, tra i soggetti intervenuti martedì e mercoledì in audizione, in Commissione Finanze della Camera, sul disegno di legge per la conversione del DL 11/2023.
 
Secondo l'Ance, lo sconto in fattura e la cessione del credito hanno consentito la realizzazione di un gran numero di interventi agevolati con il sismabonus acquisto e lo stop, disposto dal DL 11/2023, potrebbe mettere a rischio professionisti e imprese e il processo di rigenerazione urbana, cioè la sostituzione di vecchi edifici con nuovi fabbricati più efficienti e sicuri.

Una soluzione, anche se parziale, è quella prospettata dall'on. FdI Andrea De Bertoldi e riguarda i preliminari di compravendita sipulati, ma non registrati, entro il 16 febbraio.
 

Sismabonus acquisto, come funziona lo stop alla cessione del credito

Il mondo imprenditoriale è in allarme perché, di fatto, una serie di interventi, programmati alla luce delle vecchie regole sul sismabonus acquisto, potrebbero non essere più realizzati.

 
Ancora peggio, molti lavori iniziati potrebbero rivelarsi meno remunerativi del previsto, aggravando la condizione di crisi e incertezza per professionisti ed imprese.
 
È il caso del sismabonus acquisto, che presuppone lavori di demolizione e ricostruzione prima di arrivare alla vendita dell’immobile. La detrazione si calcola sul prezzo di vendita, quindi in un momento che si trova a valle del processo.
 
Come sottolineato da Ance, la normativa sul sismabonus acquisto al momento prevede che, per continuare a usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito, bisogna aver registrato il contratto preliminare, o stipulato quello definitivo, entro il 16 febbraio 2023, data di entrata in vigore del decreto che ha bloccato la cessione del credito.
 

Sismabonus acquisto, lo stop alla cessione impatta sulla rigenerazione urbana

Ance sottolinea che, nell'ambito delle operazioni agevolate con il sismabonus acquisto, il preliminare costituisce la fase finale di progetti complessi di recupero edilizio di interi fabbricati, caratterizzati da una tempistica di esecuzione molto estesa.
 
Il potenziale acquirente che intende usufruire del sismabonus acquisto, spiega però l’Ance, è coinvolto fin dalle prime fasi, quindi molto in anticipo rispetto alla stipula del “compromesso”.
 
Per salvare la rigenerazione urbana, spinta dal sismabonus acquisto, Ance chiede di poter utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura per tutte le operazioni per le quali, al 16 febbraio 2023, risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo relativo agli interventi di demolizione e ricostruzione o agli interventi di integrale ristrutturazione effettuati dalle imprese.
 
Anche Confindustria, intervenuta nello stesso ciclo di audizioni, si è soffermata sulla necessità di salvaguardare le operazioni incentivate con il sismabonus acquisto. Secondo Confindustria, la cessione dovrebbe essere mantenuta per chi è già in possesso di un titolo abilitativo relativo agli interventi di demolizione e ricostruzione.
 

Sismabonus acquisto, le ipotesi in campo

L’on. FdI Andrea De Bertoldi, relatore in Commissione Finanze della Camera del ddl per la conversione in legge del DL 11/2023, intervenuto allo “Sportello Superbonus” de Il Sole 24 Ore, ha spiegato che è allo studio una soluzione per andare incontro a chi ha stipulato un preliminare di compravendita, senza registrarlo, entro il 16 febbraio 2023.
 
Si tratterebbe di una soluzione parziale, che non risponde completamente alle richieste degli addetti ai lavori, ma “salverebbe” alcune operazioni avviate e non perfezionate.
 
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