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Superbonus e Cilas, cosa si rischia tra abusi edilizi e controlli del Comune
di NPC - Avvocati e Consulenti

Superbonus e Cilas, cosa si rischia tra abusi edilizi e controlli del Comune

Alcune recenti cause fanno emergere l’orientamento sulla gestione delle opere abusive collegate al superbonus 110%

Vedi Aggiornamento del 05/06/2023
Superbonus, Cilas e abusi edilizi - Ph. meinzahn 123rf.com
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17/05/2023 - In tema di abusi edilizi, Cilas e Superbonus 110%, è opportuno porre all’attenzione del lettore il nuovo orientamento giurisprudenziale che si sta man mano formando e consolidando, il tutto in virtù del costante aggiornamento normativo e sulla base delle esigenze che i cambiamenti legislativi comportano.
 
In primo luogo, di assoluta rilevanza è necessario soffermarsi sulla più recente pronuncia in materia di abusi edilizi emessa dal Consiglio di Stato.
 
La Settima Sezione, infatti, con la sentenza datata 5 Maggio 2023, ha nuovamente evidenziato il principio già consolidato secondo il quale il provvedimento sanzionatorio (ovvero il provvedimento amministrativo con cui la Pubblica Amministrazione dispone una sanzione economica nei confronti di un soggetto che ha commesso un atto e/o un comportamento illecito) per opere edilizie di natura abusiva non deve limitarsi a svolgere una mera funzione punitiva.
 
Secondo il Collegio, infatti, il provvedimento sanzionatorio deve essere considerato come una preziosa e valida alternativa alla demolizione di quanto costruito e, ancor più importante, non esclude - ma anzi permetterebbe - la possibilità per il cittadino di poter ottenere un titolo edilizio in sanatoria.
 
Per quanto riguarda, invece, la sanzione di ripristino dei luoghi allo stato di fatto precedente l’opera abusiva, la recente giurisprudenza evidenzia che il ripristino dello status preesistente sovrasta di gran lunga la necessità di stabilire chi abbia eseguito i lavori e quindi chi sia l’effettivo responsabile delle azioni “abusive”.
 
Pertanto, la sanzione per la violazione di legge deve essere necessariamente predisposta nei confronti del proprietario del suolo sul quale si trova il manufatto. Dovrà essere lui, se lo riterrà opportuno, ad agire nei confronti dell’eventuale soggetto che ha compiuto le opere abusive, per ottenere il risarcimento del danno subito.
 
In tali situazioni, inoltre, le sanzioni emesse non sono a carattere retroattivo, in quanto lo scopo per le quali vengono emesse supera, come sopra indicato, la semplice natura punitiva, ma si concentra sulla necessità di ripristinare l’assetto secondo quanto stabilito in materia urbanistica ed edilizia.
 
Quanto specificato viene espressamente indicato in sentenza, dove si può leggere: “… è evidente l’interesse dell’attuale proprietario del manufatto ad ottenere la regolarizzazione del relativo titolo edilizio: non è pertanto irragionevole che gravi su tale soggetto l’obbligo di pagare le somme di denaro correlate alla sanatoria, ferma restando la possibilità di accertare la responsabilità del dante causa dell’appellante o del costruttore …”
 

Abusi edilizi, Cilas e Superbonus 110%

La giurisprudenza, inoltre, si è recentemente espressa in materia di Cilas, al fine di chiarire l’orientamento relativo alla gestione degli abusi edilizi collegati, inoltre, al Superbonus 110%.
 
Occorre, a tal proposito, richiamare la sentenza n. 2627/2022 dal TAR Campania che stabilisce che l’attività assoggettata alla CILA è libera, come nei casi di SCIA, ma differentemente da questa non è sottoposta a controlli ricorrenti. La Comunicazione da inviarsi deve essere conosciuta dall’amministrazione, cosicché quest’ultima possa verificare che le opere edilizie progettate impattino modestamente sul territorio paesaggistico.
 
Pertanto, all’Amministrazione Comunale non è precluso il potere di controllare che l’immobile oggetto di CILA sia conforme a quanto previsto dalla Legislazione dedicata: la CILA, dunque, non è da considerarsi quale oggetto di valutazione in termini di ammissibilità o non ammissibilità dell’intervento amministrativo.
 
Inoltre, i Magistrati chiariscono che le pronunce emesse dall’Amministrazione in merito alla legittimità delle opere comunicate a mezzo della CILA, non hanno natura di provvedimento ma devono essere considerate come un’informativa circa la correttezza dell’operato svolto.
 
Seguendo tale orientamento, Il TAR del Veneto, con l’ordinanza n. 128/2023, si è espresso relativamente ad un caso nel quale era stata presentata una CILAS al fine dell’ottenimento di agevolazioni per il Superbonus 110% la quale, però, veniva rigettata dal Responsabile del Servizio Edilizia Privata del Comune, con conseguente divieto di iniziare l’esecuzione dei lavori edili.
 
Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, la CILA, così come espressamente indicato nell’ordinanza, è “… un atto privato di mera comunicazione, a fronte del quale l’Amministrazione conserva il potere-dovere di esercitare, in ogni tempo, i poteri di vigilanza e sanzionatori …” così come previsto dall’articolo 27 del Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001).
 
L’eliminazione dell’obbligo di attestare lo status legittimo dell’edificazione, introdotta dal DL 77 del 31 maggio 2021 (convertito con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108), è da considerarsi una semplificazione.
 
Si tiene a precisare, inoltre, che gli abusi edilizi sono sempre e necessariamente da rimuoversi o sanarsi. Pertanto, stante la natura privatistica della CILA / CILAS, non è precluso al Comune di riferimento il potere di controllo e repressione degli abusi edilizi.
 
Infine, è fondamentale il richiamo alla pronuncia emessa dal TAR Calabria con l’ordinanza n. 175/2023, che ha stabilito che il Comune ha il potere di effettuare controlli in merito agli abusi edilizi e di repressione degli stessi ma, di contro, non ha alcun potere inibitorio su tutte le comunicazioni di inizio lavori relative al Superbonus.
 
In base alle sentenze sopra richiamate ed alla elaborazione giurisprudenziale ad esse collegata, appare evidente che la Giurisprudenza in materia è da considerarsi innovativa ed a tratti poco unitaria ma, di certo, “concentrata” sull’applicazione ed interpretazione del diritto, plasmato alle norme in materia di architettura ed edificazione.

 
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