26/05/2023 - Il coordinamento tra imprese per la gestione dei rischi durante lavorazioni di particolare importanza nelle grandi opere dell’ingegneria è fondamentale per il successo di una costruzione complessa. In questo articolo approfondiamo il caso della Torre Unipol Sai di Milano, con un focus particolare sulle fasi di progettazione e organizzazione dell’intervento mediante il coordinamento tra le imprese coinvolte.
Le attività del Coordinatore della Sicurezza in fase Esecutiva (CSE)
Come previsto dall’art. 90 del Testo Unico sulla Sicurezza, è fatto obbligo al Committente o al Responsabile dei Lavori individuare e nominare un coordinatore della sicurezza in fase esecutiva (in seguito CSE) quando all’interno di un cantiere vi sia la presenza di più imprese esecutrici, anche se queste non si trovano a svolgere le lavorazioni contemporaneamente.
Quanto analizzato nel presente articolo riguarda proprio uno degli obblighi di questa figura, vale a dire la gestione del coordinamento tra imprese e, in una visione più ampia, del rischio di interferenze. Senza entrare nel merito delle Riunioni di Coordinamento di cantiere, si specifica come questo sia lo strumento attraverso il quale il coordinatore si interfaccia direttamente con le imprese operanti in cantiere, con l’obiettivo principale, come già evincibile dal nome stesso, del coordinamento delle lavorazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, con particolare attenzione alle interferenze che si possono generare durante le attività.
Ciò che accade a livello pratico è il recepimento del programma delle lavorazioni presentato dall’Impresa Affidataria che, a seguito di un’altra riunione di coordinamento interna con tutte le imprese operanti in cantiere, propone una lista delle lavorazioni da effettuare e le relative modalità di svolgimento, approfondite poi all’interno dei rispettivi Piani Operativi di Sicurezza oggetto di validazione da parte del CSE.
Recepite queste informazioni, il CSE esamina la proposta e, alla presenza delle imprese coinvolte, pone all’attenzione eventuali situazioni interferenti o che possano generare rischio, proponendo eventuali correzioni all’impresa o, in casi più gravi e di rischio imminente, imponendo la sospensione o la posticipazione di alcune lavorazioni.
All’interno della presente trattazione si cercherà di fornire al lettore, attraverso il racconto di un caso pratico relativo al cantiere di Torre Unipol a Milano, la gestione delle interferenze relative al fronte di accesso principale dell’edificio, in corrispondenza del quale sono attualmente in corso numerose lavorazioni, tra cui la posa in opera del canopy di ingresso.
Torre Unipol Sai e individuazione dell’area di pertinenza
Il progetto in esame prevede la realizzazione del Nuovo Centro Direzionale Unipol a Milano, consistente in un edificio a Torre che si sviluppa su tre piani interrati e ventitré fuori terra, fino a raggiungere una quota massima di circa 124,20 metri per un totale di 36.450 metri quadrati. L’area di intervento è situata a Milano, e si inquadra all’interno del comparto Porta Nuova Garibaldi, all’angolo tra Via Fratelli Castiglioni e Via Melchiorre Gioia.
La Torre consiste in una struttura avente pianta di forma ellittica, con asse maggiore e minore rispettivamente di 52 e 31,3 metri, e piano tipico che si sviluppa su circa 850 metri quadrati, che in realtà presenta una superficie ridotta rispetto all’ellisse dando luogo a un volume interno vuoto, alto quanto l’edificio stesso e denominato Grande Vuoto, su cui si affacciano tutti i piani operativi.
Entrando nel merito della valutazione dei rischi interferenti, è utile fare una premessa valida in generale per una corretta valutazione delle interferenze. Durante la valutazione delle potenziali interferenze è bene considerare come riferimento non tanto le singole lavorazioni previste o in atto, bensì un’area di interesse più ampia e contestualizzata, andando poi in un secondo momento ad analizzare nel dettaglio le lavorazioni effettive. Questo perché la visione spaziale del cantiere, non incentrata esclusivamente sulla singola lavorazione, consente la considerazione di tutti gli aspetti che potrebbero generare interferenze tra le lavorazioni, oltre alla considerazione di aspetti non direttamente connessi con le attività di cantiere come, ad esempio, il traffico veicolare cittadino o il passaggio di pedoni nelle aree confinanti.
È per questo motivo che, nel prosieguo dell’articolo, si farà riferimento all’area di accesso della Torre piuttosto che alla realizzazione della pensilina vetrata di ingresso. Sebbene infatti questa sia la lavorazione notevolmente più dispendiosa e complessa sia in termini spaziali che di risorse impiegate, è doveroso tener presente che l’interesse del lettore non dovrà limitarsi esclusivamente ai primi piani dell’edificio in quanto soggetti alla lavorazione principale, bensì estendere il coinvolgimento a tutti i piani della Torre, dal piano terra fino al coronamento superiore.
Il progetto dell’area di accesso della Torre prevede la realizzazione di una struttura denominata canopy che andrà in continuità con la struttura dell’edificio. La vela di copertura dell’accesso si differenzia dal resto della Torre per la forma più sinuosa e armonica, che si svilupperà dal fronte sud dell’edificio in corrispondenza del tratto terminale dell’auditorium interno fino al fronte opposto a nord, in corrispondenza dell’inizio della sopraelevata pedonale di via Melchiorre Gioia, a livello L+1.
Si tratta pertanto di una sorta di visiera dell’edificio, volta a proteggere l’ingresso degli occupanti, ma garantendo comunque una continuità architettonica e strutturale con l’edificio e donando un tocco estetico e dinamico ulteriore all’opera. Come già introdotto, da un punto di vista strutturale, l’elemento si prefigura in totale continuità con il corpo principale, attraverso una prosecuzione degli elementi metallici e dei rombi vetrati.
Concentrandosi adesso sui caratteri operativi, si vanno ad introdurre in maniera sintetica le fasi costruttive previste per la realizzazione dell’elemento, che rappresenta senza dubbio la lavorazione principale in corrispondenza del fronte di accesso all’edificio.
Fase 1: realizzazione dei torrini di sostegno in carpenteria metallica;
Fase 2: montaggio a terra dei tratti del canopy assemblabili e saldatura a terra;
Fase 3: imbraco e sollevamento degli elementi mediante autogrù con posizionamento e assemblaggio previo controllo topografico da Piattaforma Mobile Elevabile (PLE);
Fase 4: imbastitura dei giunti da saldare e successivo sbraco dell’autogrù di sollevamento;
Fase 5: saldature di completamento;
Fase 6: smontaggio dei torrini di sostegno in carpenteria metallica;
Fase 7: verniciatura dei giunti dell’elemento;
Fase 8: posa in opera di staffe e pannelli per l’installazione degli elementi vetrati previo rilievo topografico e adeguamento a terra;
Fase 9: posa in opera su fune delle guarnizioni in gomma degli elementi vetrati per tenuta all’acqua della parete esterna;
Fase 10: installazione dei vetri e completamenti.
Si specifica che attualmente sono in corso le fasi 8 e 9, a completamento delle quali inizieranno le operazioni di posa delle vetrate.
Volendo completare il quadro d’insieme, si aggiunge che oltre alle lavorazioni sulla pensilina risultano in corso le fasi di posa delle guarnizioni di facciata su fune per la tenuta all’acqua lungo tutto il perimetro dell’edificio e le operazioni, sempre su fune, di chiusura del coronamento superiore della Torre. Si aggiunge inoltre che quest’ultima attività comprende anche il sollevamento delle pannellature dal livello L+1 alla copertura, sempre mediante fune, in corrispondenza del tratto terminale sul fronte nord del canopy.
Per le analisi di dettaglio dei temi connessi al coordinamento tra imprese e alla gestione delle interferenze, saranno considerate proprio le fasi lavorative numero 3-4-6-7-8-9 della pensilina, la movimentazione materiali su fune e le operazioni di coronamento in copertura e le attività su fune per la posa delle guarnizioni lungo il perimetro dell’edificio, che hanno rappresentato il tema centrale per la gestione delle interferenze di cantiere del recente periodo, andandosi a configurare come lavorazione principale.
L’attività di pianificazione e coordinamento e il ruolo attivo del CSE
Entrando nel merito degli aspetti esecutivi, in base a quanto introdotto al precedente paragrafo, ci si è ritrovati di fronte ad un coinvolgimento importante di maestranze e a una molteplicità di lavorazioni diverse in un’area tutto sommato limitata.
La gestione più delicata, relativa soprattutto alle fasi iniziali di allestimento del canopy, ha riguardato senza dubbio l’insieme delle attività in fune. Il motivo è legato a due aspetti fondamentali:
- l’esposizione al rischio: le attività in fune si inquadrano come lavorazioni notevolmente pericolose per gli operatori coinvolti;
- il fattore temporale: l’organizzazione, l’eventuale sospensione e la successiva ripresa di una attività in fune richiedono tempi notevolmente più dilatati rispetto ad altri tipi di lavorazione più tradizionali.
Pertanto, il primo passo è stato quello relativo alla calendarizzazione e gestione degli interventi su fune, richiedendo all’impresa una programmazione puntuale in maniera tale da organizzare correttamente le altre attività nell’area sottostante. Si specifica, per completezza, che non è assolutamente possibile effettuare delle lavorazioni su fune nel caso di contemporanee lavorazioni in aree sottostanti e interferenti, nonostante la differenza di quota tra i lavoratori operanti.
A valle di quanto recepito dall’impresa, che ha concentrato subito le attività sull’area oggetto di interesse e provvedendo allo spostamento degli uomini in fune e della gru sommitale non appena terminate le lavorazioni in maniera tale da rendere il prima possibile disponibile l’area, si è entrati nel merito delle fasi di allestimento del canopy, procedendo innanzitutto con le fasi di allestimento (identificazione delle aree di stoccaggio, approvvigionamento materiali, identificazione delle aree di sosta dei mezzi di cantiere), a cui sono seguite le prime fasi operative di lavorazioni a terra e allestimento dei torrini in carpenteria metallica di sostegno.
Trattandosi di una struttura notevolmente complessa, è da intendere che tutte le lavorazioni previste si dovevano e si devono svolgere in parallelo per motivi temporali: l’attesa del completamento della singola fase prima dell’inizio della successiva comporterebbe una dilatazione dei tempi di realizzazione assolutamente non accettabile.
A questo punto l’area è stata caratterizzata dalle fasi di allestimento della struttura metallica nel seguente modo:
- imbragatura dei carichi a terra e ancoraggio mediante catene all’autogrù;
- sollevamento del materiale con autogrù e movimentazione nella zona di montaggio;
- posizionamento manuale del carico da PLE.
Si aggiunge inoltre che, completate le fasi di montaggio del primo tratto, sono iniziate in parallelo le attività di saldatura in corrispondenza dei giunti della struttura, sempre eseguite su PLE. In merito alla sicurezza delle attività, le operazioni sono state chiaramente attenzionate in maniera particolare, data la presenza di numerose saldatrici nell’area e dalle scintille generate dalla lavorazione. Autorizzando l’inizio delle attività solo successivamente al totale completamento dei montaggi sulla prima fascia dell’edificio in adiacenza alla facciata, non si sono registrate interferenze importanti.
Al termine delle fasi di montaggio della prima fascia di struttura e delle complementari operazioni di saldatura dei giunti strutturali, è stato possibile procedere con lo smontaggio dei torrini di sostegno, che hanno consentito di ottenere nuovi spazi sia per la movimentazione delle PLE, sia per lo stoccaggio dei materiali. In parallelo, sono potute iniziare anche ulteriori lavorazioni sulla piazza, sia nell’area nord caratterizzata da getti di cls, sia lungo tutto il perimetro del piazzale, dove è avvenuta la rimozione integrale dei grigliati di aerazione propedeutiche alle opere di impermeabilizzazione della pavimentazione.
Si giunge in questo modo alla fase attualmente in corso nel cantiere, e che caratterizzerà l’area fino alla fine del mese di maggio e per le prime settimane di giugno. Allo stato attuale, infatti, essendo completate tutte le operazioni di montaggio struttura e saldatura dei giunti, sono in corso le ultime verniciature dei nodi su PLE e l’allestimento delle guide e delle staffe di sostegno degli elementi vetrati.
Senza poter fornire ulteriori dettagli, dato che le attività saranno coordinate puntualmente a cadenza settimanale salvo esigenze particolari, possiamo comunque anticipare che la gestione del coordinamento presenterà nuovi aspetti notevolmente interessanti, anche a causa dell’imminente inizio delle lavorazioni di allestimento della pavimentazione del piazzale.
Nella gallery in alto vengono riportate una serie di fotografie scattate durante i sopralluoghi di cantiere, che evidenziano l’avanzamento delle lavorazioni nel tempo nell’area di interesse.
In conclusione, possiamo affermare che lo svolgimento di lavorazioni notevolmente importanti, sia in termini spaziali che di maestranze coinvolte, è possibile esclusivamente se affiancata e preceduta da un corretto coordinamento tra imprese e il CSE. Una mancata pianificazione, oltre a generare dei rischi per la sicurezza dei lavoratori, comporta una serie di criticità sulle quali poi risulta molto difficile intervenire in un secondo momento, oltre ad uno spreco importante sia di risorse che di tempo.
Il caso studio descritto vuole fornire un chiaro esempio proprio da questo punto di vista: la corretta pianificazione delle attività ha consentito lo svolgimento di una serie di lavorazioni in parallelo, molte delle quali non illustrate in quanto di minore rilevanza rispetto a quanto descritto, che in altri momenti sarebbe stato impossibile far avanzare in contemporanea.