13/06/2023 - Garantire la massima diffusione del Fotovoltaico senza consumare suolo ma tutelando aree agricole e territorio.
È l’obiettivo della Regione Emilia-Romagna che, nei giorni scorsi, ha approvato le Linee Guida per promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel territorio e consentire una reale transizione ecologica dell’intero sistema produttivo a beneficio dell’ambiente e dei cittadini.
Al tempo stesso, la Regione intende guidare i soggetti, pubblici e privati, verso una corretta localizzazione degli impianti, confermando la volontà di salvaguardare i terreni con coltivazioni di pregio e le aree di maggior valore paesaggistico e ambientale, precisando che anche il fotovoltaico deve osservare le prescrizioni della pianificazione urbanistica e territoriale, la disciplina edilizia e dei rischi naturali.
La realizzazione degli impianti - secondo il documento approvato - dovrà comportare il meno possibile un ulteriore consumo di suolo: l’utilizzo delle aree libere, oggi “vocate” alle produzioni agricole, dev’essere l’ultima ratio.
L’indicazione, quindi, è di realizzare gli impianti
nelle zone produttive dismesse (al 100%) e nelle aree di pertinenza delle attività produttive, commerciali e artigianali, in tutti i parcheggi pubblici e privati esistenti. Viene anche prevista la possibilità, per i Comuni, di disciplinare la copertura di fabbricati produttivi e commerciali con impianti fotovoltaici.
Fotovoltaico, l’Emilia-Romagna detta i criteri per la localizzazione degli impianti
In più, l’atto approvato ribadisce la necessità di salvaguardare le coltivazioni agricole di pregio, nelle quali eccelle l’Emilia-Romagna, stabilendo che possono essere interessate solo da impianti agrivoltaici avanzati o verticali, cioè da quegli impianti che consentono l’effettiva prosecuzione della produzione agricola.
Questo intervento regionale si è reso necessario alla luce della più recente legislazione statale che, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo più ampio e rapido di questi sistemi di produzione energetica, ha
ampliato i casi di aree idonee, creando tuttavia numerose difficoltà interpretative a causa della numerosa “stratificazione” normativa introdotta. Da qui la necessità di un intervento chiarificatore e di indirizzo della Regione, richiesto dagli operatori stessi.
Particolare cura, infine, verrà riservata al monitoraggio della realizzazione degli impianti fotovoltaici: questo sia per non superare il limite massimo dell’1% di Superficie agricola utilizzata (Sau) regionale interessata, sia per verificare il raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili stabiliti a livello statale (burden sharing).
Per questo viene istituita
l’Anagrafe degli impianti fotovoltaici, a cui dovranno essere iscritti gli impianti che abbiano acquisito un titolo abilitativo e quelli che siano entrati in esercizio.