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Dall’autunno Governo al lavoro su un nuovo Piano Casa

Dall’autunno Governo al lavoro su un nuovo Piano Casa

Ance in Assemblea 2023: ‘le deroghe del nuovo Codice Appalti mettono a rischio la concorrenza’. Ministro Salvini: ‘concorrenza e trasparenza sono garantite’

Vedi Aggiornamento del 06/12/2024
Assemblea Ance 2023 - Ph. twitter.com/ancenazionale
Assemblea Ance 2023 - Ph. twitter.com/ancenazionale
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 06/12/2024
23/06/2023 - Piano Casa, rigenerazione urbana, Codice Appalti, crediti Superbonus incagliati. Sono alcuni dei tanti temi affrontati durante l’Assemblea annuale dell’Associazione Nazionale dei Costruttori edili (Ance) che si è tenuta mercoledì all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
 
Alla platea gremita di rappresentanti istituzionali, stakeholder e imprenditori del settore edile provenienti da tutta Italia, la Presidente di Ance, Federica Brancaccio, ha detto: “non ci vogliamo più accontentare di costruire per costruire. Vogliamo restituire anche bellezza. Scuole, ospedali, come ponti, parchi e piazze non devono solo rispondere a criteri di mero utilizzo, ma rappresentare modelli sostenibili di estetica contemporanea”.
 

Presidente Meloni: ‘Piano Casa per ammodernare l’Italia’

In apertura dei lavori è intervenuta con un videomessaggio la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha definito l’Ance “interlocutore importante e autorevole che rappresenta uno dei tanti corpi intermedi che rendono vitale la nostra società”.
 
“Solo dal confronto e dalla collaborazione con chi quotidianamente si trova ad affrontare i problemi, è possibile trovare le soluzioni migliori” - ha detto Meloni, che ha fatto riferimento al “nuovo Codice Appalti, un testo frutto di un confronto costante e intenso tra il Governo e le categorie che ha introdotto innovazioni importanti per un settore fondamentale”.
 
“Stiamo affrontando le tante sfide aperte per ammodernare l’Italia e renderla più competitiva - ha continuato la premier -. Penso alla legge sulla rigenerazione urbanistica, al nuovo testo unico sull’edilizia o al Piano Casa. E poi stiamo lavorando, nei limiti che la normativa europea delinea, per risolvere un problema che abbiamo ereditato da una politica approssimativa, che ha portato migliaia di crediti incagliati a seguito dell’espansione del Superbonus, che ha drenato risorse superiori a quanto era stato previsto. E ha inevitabilmente richiesto da parta nostra dei correttivi”.
 
Il tema della normativa in materia di edilizia è stato ripreso dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: lavoriamo insieme a un nuovo Testo Unico per l’Edilizia che riassuma le norme arlecchino”.
 


Piano Casa dall’autunno nell’agenda del Governo al lavoro

“Da troppo tempo in Italia manca un piano per la casa - ha detto la presidente Ance Brancaccio -. Sono cambiate le famiglie, gli stili di vita, il modo di lavorare. Ma gli edifici sono rimasti gli stessi. E adeguarli alle nuove necessità, con le norme e gli strumenti attuali, è quasi impossibile. Neanche la pandemia e quindi l’essersi d’improvviso trovati chiusi in ambienti inadatti è servita a ripensare una politica abitativa più moderna e adeguata”.
 
“Per moltissime nuove famiglie e per i giovani - ha proseguito - abitare nei centri urbani, dove si concentrano servizi e maggiori opportunità di lavoro, è diventato quasi impossibile, tra mutui insostenibili e affitti introvabili se non a peso d’oro. Occorrono quindi politiche abitative diversificate, flessibili, articolate sul territorio, con alloggi pensati per diverse categorie di utenze”.
 
Alla sollecitazione di Ance ha risposto il Ministro Salvini: “lavorare a un nuovo rivoluzionario, ambizioso Piano Casa per il nostro Paese per i prossimi decenni è qualcosa che assolutamente al Ministero dall’autunno cominceremo a fare”.
 
Di Piano Casa aveva parlato, poche ore prima, la Segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein. Lunedì 19 giugno, nel corso della direzione nazionale, Schlein ha detto che a settembre il PD presenterà un nuovo piano per la casa, che manca da decenni.
 

Rigenerazione urbana; Ance: ‘sia considerata interesse pubblico’

Ma per ridare spazi a giovani e famiglie, Ance indica le opportunità che ci sono “ma che non possiamo cogliere per rigidità anacronistiche che condannano le città a immobilismo e degrado. Una caserma dismessa, un ex carcere possono diventare studentati con tutti i comfort. Un ex edificio direzionale può essere demolito per costruire alloggi, magari, a canoni calmierati. Quando cominciamo a ridisegnare le città per dare risposte a chi ci abita? È il tema della rigenerazione urbana”.
 
“Rigenerare non significa rinfrescare gli edifici o abbellire con qualche ritocco un’area urbana. Rigenerare significa ridare vita a un pezzo di città, restituendogli nuova linfa economica e sociale. E come riusciremo a farlo, senza utilizzare altro suolo, se non possiamo cambiare nemmeno la destinazione d’uso di vecchi edifici dismessi e inutilizzabili a causa di vincoli urbanistici obsoleti? Si deve quindi mettere mano al complesso di vecchie leggi frammentario e incerto (90 cambiamenti in vent’anni) che hanno ridisegnato tipologie di intervento, titoli edilizi, procedure amministrative”.
 
“Il primo passo per uscire da questo caos è stabilire che la rigenerazione urbana è una questione di interesse pubblico e necessita di una governance dedicata con strumenti normativi e fiscali adeguati. Abbiamo ora l’occasione per operare una revisione complessiva della disciplina edilizia e urbanistica. Le condizioni ci sono tutte. Un dibattito ormai maturo, una legislazione europea sempre più stringente e la necessità di dotare le nostre città di opportunità di crescita e modernizzazione che sono state loro negate finora”.
 
La città che sale la chiamava Boccioni… Questa è la visione che deve guidare la riforma ora allo studio del Governo. Dopo tanti anni di promesse e convegni, e dopo alcune importanti iniziative da parte di Parlamento e Governo, che non sono mai riuscite a divenire legge, riconosco il merito al Ministro Salvini di voler affrontare il tema in modo diretto e a inizio legislatura. Abbiamo una volta tanto l’opportunità e il tempo di portare a termine questo fondamentale lavoro. Non sprechiamo questa occasione”.
 


Codice appalti, Salvini: ‘garantite concorrenza e trasparenza’

Sul Codice appalti, Ance ha ribadito: “bene i principi ma sulla concorrenza bisogna fare di più. L’ampia possibilità derogatoria concessa alle stazioni appaltanti e le scelte sui settori speciali mettono la metà del mercato delle opere pubbliche a rischio concorrenza”.
 
Il Ministro Salvini ha rivendicato le scelte politiche fatte nel Codice Appalti su subappalto, soglie e qualificazione per infrastrutturale il Paese, ha sottolineato che le procedure negoziate non implicano minore concorrenza e minore trasparenza e ha ricordato che il Codice prevede il rispetto del principio di rotazione, del principio del km0 per alcuni servizi.
 
Ance ha denunciato il caos normativo. Attualmente - ha ricordato Brancaccio - abbiamo a che fare con almeno 6 regimi differenti e concomitanti:
1. appalti finanziati con il PNRR;
2. regimi transitori, (Dl Sbloccacantieri, Dl Semplificazioni);
3. opere legate ad eventi straordinari (Milano Cortina);
4. misure previste per le 115 opere commissariate;
5. settori speciali;
6. Codice Appalti 50/2016, in vigore ancora per qualche giorno.
 
Una geografia normativa estremamente frammentata, in cui ogni opera ha le sue regole specifiche, alla quale, secondo i costruttori, va messo ordine. E servirebbe, secondo Ance, un regolamento unico in materia di lavori, distinto dai servizi, che “aiuterebbe sicuramente a fare un po’ d’ordine e doterebbe gli operatori di un manuale d’uso indispensabile per districarsi in una materia tanto complessa. Pensiamo al ‘dissenso costruttivo’, un principio sacrosanto che è stato finalmente inserito nel Codice, ma che ha bisogno di procedure chiare per consentirne l’applicazione”.
 

Crediti superbonus incagliati, Ance: ‘urge intervenire’

Un’altra urgenza citata dalla presidente dei costruttori è quella dei crediti incagliati che, secondo stime ufficiali ammontano ormai a 30 miliardi di euro: “nell’immediato vanno trovate soluzioni efficaci. Purtroppo, quello che temevamo e accaduto: le soluzioni messe in campo, diverse da quelle che avevamo proposto con Abi, sono miseramente fallite. Anzi non sono mai partite. Nel frattempo, gli speculatori stanno lucrando sulle spalle di imprese e cittadini ormai estenuati. Mi chiedo quanto ancora si vuole aspettare prima di intervenire per onorare gli impegni presi”.
 
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