30/08/2023 - L'
architettura vernacolare, anche conosciuta come architettura tradizionale o popolare, è un tesoro di storia e cultura, radicato nelle tradizioni locali di tutto il mondo.
L’architettura vernacolare è fortemente rispettosa dell’ambiente, perché nasce dalla necessità di adattarsi alle condizioni climatiche, alle risorse locali e alle tradizioni culturali.
In un
precedente focus abbiamo visto come alcune tecniche costruttive del passato provenienti dalla tradizione medio-orientale possono essere reinterpretate per dare vita ad un’architettura contemporanea sostenibile.
In questo articolo, invece, esploreremo come indentificare e codificare le lezioni del patrimonio vernacolare può essere utile nella progettazione di un’architettura contemporanea più appropriata e resiliente.
Ciabòt piemontese | Ecomuseo delle Rocche, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
La sostenibilità secondo l’architettura vernacolare
Spesso l’architettura tende a considerare la sostenibilità esclusivamente in termini di efficienza energetica attraverso l’uso della tecnologia. Perseguendo questa linea di pensiero il rischio che si può correre è quello di percepire l’efficienza energetica come un elemento del tutto slegato ed indipendente dall’architettura.
Nel focus “
Può un restauro di un edificio storico essere sostenibile?” abbiamo esaminato come nell’architettura storica il legame tra costruzione e ambiente vada ben oltre l’uso della tecnologia.
In tempi passati, in assenza delle moderne soluzioni impiantistiche, la sostenibilità era una caratteristica intrinseca dell'architettura. Infatti, l’architettura vernacolare è sempre stata caratterizzata dalla massima efficienza dal punto di vista energetico, costruendo “semplicemente” in relazione con il luogo, con l’habitat.
Nel corso del tempo questo approccio ha portato alla formazione di tipologie costruttive strettamente connesse al paesaggio, caratterizzate da un forte valore di riconoscibilità, facilmente identificabili e distinguibili.
Guardando solo all’Italia, come non citare i trulli di Alberobello, i dammusi di Pantelleria, i palmenti di Pietragalla, i ciabòt piemontesi, le masserie irpine o le case coloniche dell’agro pontino.
Esempi di architettura vernacolare
Il
dammuso è essenzialmente un’architettura chiusa, di scavo, in cui lo spazio interno è ricavato attraverso la sottrazione di materia. L’impianto distributivo e strutturale dei dammusi è molto essenziale, si basa su un nucleo quadrato o rettangolare, con una muratura di notevole spessore, anche fino a 2 metri, realizzata a sacco con paramento esterno inclinato.
Lo spessore murario aumenta l’inerzia termica dell’edificio, consentendo di trattenere il calore in inverno e evitando il suo ingresso nella stagione calda. I prospetti sono caratterizzati da bucature ridotte al minimo per evitare l’eccessivo soleggiamento degli ambienti interni.
La copertura, con l’estradosso a schiena d’asino e anch’essa realizzata in materiale lapideo ed ha la funzione di incanalare velocemente la scarsa e quindi preziosa acqua piovana nei pluviali che la convogliavano nella cisterna, dove verrà conservata per i periodi di maggiore siccità.
Esempio di Dammuso | User: Mediterranean.web at wikivoyage shared, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
L'
architettura dei trulli è in grado di garantire isolamento termico e ventilazione naturale. Le murature dei trulli sono a doppio paramento con intercapedine riempita di pietrisco e materiali di risulta. Anche in questo caso la massa della struttura migliora l'inerzia termica e fa in modo che l’ambiente risulti confortevole in inverno ed in estate.
La pietra con cui sono realizzati i trulli veniva reperita direttamente in loco realizzando uno scavo che poi sarebbe diventato la cisterna di raccolta dell'acqua su cui sorgeva il trullo stesso. La cisterna costituiva non soltanto un prezioso accumulo di acqua piovana, bensì anche una fonte di raffrescamento durante l'estate in grado di raffreddare l'aria a contatto con l'acqua e abbassare, di conseguenza, la temperatura all'interno del trullo.
La volta dei trulli è realizzata sempre in pietra, con le chiancarelle; oltre alla sua funzione di strato impermeabile, essa agevola la ventilazione della copertura per il raffrescamento durante l'estate
Guardare alla tradizione per superare la standardizzazione
Tra le conseguenze sfavorevoli della globalizzazione e dell'industrializzazione c’è sicuramente la propensione verso l'omogeneizzazione delle culture. Questo fenomeno si riflette anche sull’architettura, dove è sempre più frequente l'adozione di soluzioni progettuali standardizzate.
Proprio per questo, in particolare nell’ultimo decennio, il tema dell’architettura vernacolare è stato oggetto di un rinnovato interesse, poiché costituisce una preziosa risorsa da cui è possibile trarre principi di sostenibilità.
A tal proposito, tra il 2012 e il 2014 è stato condotto da cinque gruppi di ricerca universitari, un interessante progetto di ricerca: “VerSus. Lessons from Vernacular Heritage to Sustainable Architecture”.
Uno dei maggiori risultati del progetto è la
pubblicazione di un booklet che espone oltre un centinaio di strategie celate nell'architettura vernacolare e che sono state sintetizzate in 15 principi di sostenibilità (ambientale, socio-culturale e socio-economico), che riportiamo sinteticamente nel paragrafo successivo.
I principi dell’architettura vernacolare
Osservando esempi di architetture vernacolari si possono riconoscere 15 principi di sostenibilità ambientale. Tali strategie possono essere considerate come modelli di progetto per la definizione di sistemi innovativi appropriati ai contesti storici e a nuovi insediamenti in continuità con i tessuti esistenti.
Principi ambientali: l’habitat è il risultato della sua integrazione nell’ambiente naturale
1.“rispettare la natura: l’habitat è integrato con l’ambiente e non danneggia gli altri elementi dell’ecosistema;
2.essere collocato adeguatamente: l’habitat trae profitto dalle caratteristiche bioclimatiche del sito;
3.ridurre l’inquinamento e i rifiuti: l’habitat ottimizza le risorse in modo da evitare l’inquinamento del luogo a cui appartiene;
4.preservare la salute: l’habitat consente agli abitanti di vivere in un ambiente sano;
5.ridurre gli effetti dei rischi naturali: l’habitat offre un ambiente sicuro e protetto per i suoi abitanti.
Principi socio-culturali: l’habitat aiuta a conservare e trasmettere i valori ricevuti in eredità
6.proteggere il paesaggio culturale: il paesaggio è modellato e conservato dagli abitanti nel corso dei secoli;
7.trasmettere le culture costruttive: l’habitat esprime il riuso di competenze e conoscenze tradizionali;
8.favorire la creatività: l’habitat favorisce l’acquisizione di soluzioni innovative e di espressioni creative;
9.riconoscere i valori immateriali: l’habitat esprime le identità territoriali derivate dall’esperienza accumulata;
10.favorire la coesione sociale: l’habitat favorisce l’interazione tra gli abitanti al fine di stimolare un’intelligenza collettiva.
Principi socio-economici: l’habitat rafforza le comunità e ottimizza le risorse locali
11.sostenere l’autonomia: l’habitat rafforza l’autosufficienza della comunità;
12.promuovere le attività locali: l’habitat favorisce la produzione, la lavorazione e lo scambio locale;
13.ottimizzare gli sforzi costruttivi: l’habitat ottimizza l’energia necessaria per costruire;
14.prolungare la durata dell’edificio: l’habitat garantisce la resistenza nel tempo e la durabilità a lungo termine;
15.economizzare le risorse: l’habitat utilizza le risorse locali, riducendo sprechi e perdite"
(1).
I risultati ottenibili adottando i principi dell’architettura vernacolare
Il ritorno ad un’architettura vernacolare o quanto meno all’uso dei suoi principi morfologici e tipologici può definire un’alternativa ai sistemi costruttivi esistenti?
In questo caso, non si tratta solo di nostalgia del passato, ma di vedere la tradizione costruttiva come fonte di ispirazione per principi energetici nuovi, da utilizzare nella progettazione al fine di migliorare il comfort abitativo.
Progettare secondo i principi dell'architettura vernacolare vuol dire fare scelte tipologiche e tecnologiche che traggono beneficio dalle risorse naturali e dal clima, e che si adattano alla variabilità stagionale e quindi possono influenzare positivamente il comfort termico degli spazi interni, attraverso il controllo delle radiazioni solari, dell’illuminazione, della ventilazione naturale e dell’umidità di spazi interni, favorendo pertanto il benessere termo-igrometrico.
L'architettura vernacolare insegna anche come è possibile rendere una costruzione resiliente in contesti a rischio sismico ed idrogeologico; la tradizione architettonica ha permesso di sviluppare strategie costruttive che hanno migliorato la resistenza e l'elasticità dell'edificio.
L'architettura vernacolare mostra come sia possibile realmente e concretamente risparmiare le risorse: il ricorso ai sistemi passivi sono tutti accorgimenti per ridurre le perdite di energia, l’uso dei materiali locali abbatte i costi di trasporto, ma soprattutto la condivisione di sistemi di produzione dell'energia, delle infrastrutture e dei beni comuni, non solo valorizza le risorse ma soprattutto rafforza il senso di comunità.
Le comunità sono micromondi autosufficienti, che provvedono in sinergia al proprio sostentamento ottimizzando tutti gli sforzi e riducendo al contempo tutti gli sprechi. A tal proposito si rimanda all’esempio di
Schoonschip village un prototipo urbano innovativo in grado di dare risposte ad alcuni dei nodi più complessi della società contemporanea: consumo energetico, risparmio idrico, raccolta dei rifiuti e mobilità.
(1) VerSus: lessons from vernacular heritage to sustainable architecture. Project Report. CRAterre éditions, Grenoble, France, 2014.