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Il patrimonio immobiliare italiano è cresciuto dell’1%

Il patrimonio immobiliare italiano è cresciuto dell’1%

OMI nel 2022 registra 736mila unità immobiliari in più rispetto al 2021. Le abitazioni crescono di 126mila unità

Vedi Aggiornamento del 10/09/2024
Patrimonio immobiliare italiano, crescita dell’1% - Foto: whitcomberd123RF.com
Patrimonio immobiliare italiano, crescita dell’1% - Foto: whitcomberd123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 10/09/2024
16/08/2023 - Nel 2022 sono state registrate 736mila unità immobiliari in più rispetto al 2021. Lo stock immobiliare è aumentato dell’1% e ha segnato una crescita in tutte le categorie catastali, tranne che negli uffici.
 
In particolare, le abitazioni hanno registrato un incremento dello 0,4%.
 
Lo ha rilevato l’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI), che ha diffuso il sedicesimo report sulle banche dati del Catasto: le “Statistiche catastali 2022”.
 

I dati delle Statistiche catastali 2022

Le informazioni presenti nel report riguardano 78 milioni di unità immobiliari urbane e altre tipologie. Per le unità immobiliari urbane sono stati presentati i dati sulla numerosità dello stock, sulla sua consistenza catastale, che rappresenta le dimensioni delle unità immobiliari, e sulla rendita quale base imponibile fiscale correlata all’immobile. Le unità immobiliari sono distinte inoltre sulla base degli intestatari catastali, cioè persone fisiche o non fisiche (società, enti, ecc).
 
Sul totale, 67 milioni di immobili sono censiti nelle categorie catastali ordinarie e speciali, 3,7 milioni sono censiti nelle categorie del gruppo F (aree urbane, lastrici solari, unità in corso di costruzione o di definizione, ruderi), quindi non idonee a produrre un reddito, 7 milioni sono beni comuni non censibili o unità ancora in lavorazione.
 
Il 54% delle unità immobiliari è censita nel gruppo A, che comprende abitazioni, ville, castelli e uffici. Il 43% si trova nel gruppo C, che conta immobili commerciali (negozi, magazzini e laboratori) e pertinenze delle abitazioni (soffitte, cantine, box e posti auto).
 
Il 3% delle unità immobiliari è ripartito tra gruppo D (2,5%), che comprende gli immobili a destinazione speciale, tra cui capannoni, gruppo E (0,2%), in cui ci sono gli immobili a destinazione particolare, come i fabbricati per interessi pubblici, e gruppo B (0,3%), che contiene al suo interno collegi, scuole e uffici pubblici.
 
Per quanto riguarda la rendita catastale, la quota maggiore, pari ai due terzi, è rappresentata dagli immobili dei gruppi A e C. Il gruppo D rappresenta il 28,6%.

 


Lo stock immobiliare aumenta dell’1%

Lo stock immobiliare italiano nel 2022 è aumentato dell’1%, con oltre 736mila unità in più rispetto al 2021.
 
Circa l’88% degli immobili è di proprietà di persone fisiche, soprattutto quelli nelle categorie A e C. Poco più dell’11% è detenuto da persone non fisiche, soprattutto quello nelle categorie B e D.
 
La rendita catastale complessiva nel 2022 ammonta a oltre 38 miliardi di euro: è aumentata di circa 237 milioni, segnando un +0,6%, rispetto al 2021. Gran parte della rendita complessiva (il 61%) riguarda immobili di proprietà delle persone fisiche (circa 23,3 miliardi di euro).
 

126mila abitazioni in più

L’OMI ha rilevato 35,5 milioni di abitazioni, 126mila in più rispetto al 2021. Il 90% è rappresentato da abitazioni civili (A/2), economiche (A/3) e popolari (A/4).
 
Le abitazioni di proprietà delle persone fisiche sono il 93% del totale: oltre 33 milioni di unità.
 
Risultano in aumento le abitazioni nelle categorie A/2, A/3 (abitazioni civili e di tipo economico), A/7 (villini), e A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Sono invece diminuite le abitazioni signorili (A/1), le abitazioni popolari (A/4), le ville (A/8), i castelli e i palazzi di pregio (A/9), le abitazioni di tipo ultrapopolare (A/5) e rurale (A/6).
 
Alle abitazioni corrisponde una rendita di oltre 17,4 miliardi di euro, circa 90 milioni di euro in più del 2021.
 
La media nazionale della rendita di un’abitazione è di 491 euro. Ci sono poi punte di quasi 3mila euro per le abitazioni signorili (A/1) e le ville (A/8), 2.300 euro per le abitazioni di maggior pregio (A/9) e 6.500 euro per le abitazioni di maggior pregio di persone non fisiche. Le rendite medie delle abitazioni popolari, ultrapopolari o tipiche dei luoghi sono inferiori a 100 euro.
 
Tra gli immobili del gruppo A ci sono anche gli uffici. OMI ha rilevato che sono 650.945, di cui il 56% circa di proprietà delle persone fisiche e il 44% circa di proprietà delle persone non fisiche. Lo 0,2% riguarda unità di proprietà comune. La rendita complessiva per gli uffici ammonta quasi a 1,5 miliardi di euro, con una riduzione dello 0,5% rispetto al 2021.
 

Immobili commerciali e industriali

Il report analizza anche numero e rendita degli immobili del gruppo C, cioè a destinazione commerciale, del gruppo D a destinazione speciale e del gruppo E, a destinazione particolare.
 
Gli immobili commerciali sono circa 29 milioni e al 90% sono detenuti da persone fisiche. Rispetto al 2021, sono aumentati dell’1,5%. la rendita di questi immobili supera i 6,2 miliardi di euro, con una crescita dello 0,5% rispetto al 2021. Sul totale, il 62% è in categoria C/6 (box e posti auto) e il 28% in categoria C/2 (prevalentemente cantine e soffitte).
 
Gli immobili a destinazione speciale del gruppo D sono circa 1,7 milioni, cioè il 2,5% dello stock immobiliare. La loro rendita catastale ammonta a 11 miliardi di euro, vale a dire oltre il 28% del totale. Il 70% della rendita è attribuita alle unità immobiliari in categoria D1 (opifici), D/7 (immobili per le attività industriali) e D/8 (immobili per le attività commerciali).
 
Gli immobili a destinazione particolare del gruppo E sono più di 100mila, con una rendita di 850 milioni di euro, in crescita del 2,4% rispetto al 2021. Appartengono a questa categoria gli immobili a uso pubblico o di interesse collettivo, come stazioni per servizi di trasporto, edifici di culto, fari e costruzioni mortuarie.

 

Il report dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare

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