
Piano Casa, Salvini: ‘tavolo ministeriale entro Natale’
LAVORI PUBBLICI
Piano Casa, Salvini: ‘tavolo ministeriale entro Natale’
La proposta di Legacoop Abitanti: un Piano pluriennale per la realizzazione di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale
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del 06/12/2024

24/11/2023 - Prima di Natale il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti convocherà un tavolo sul Piano Casa, con i Comuni, le Fondazioni previdenziali, i grandi proprietari immobiliari, Cassa depositi e prestiti, la Bei e le cooperative edilizie.
Lo ha ri-annunciato (a distanza di qualche giorno) il Ministro Matteo Salvini in occasione della presentazione, mercoledì scorso, della proposta di Legacoop Abitanti, un Piano Casa pluriennale per la realizzazione di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti.
Legacoop Abitanti si candida a realizzare il 10% del Piano Casa in una logica di partenariato e di coprogettazione pubblico-privato; questo schema - spiegano i promotori - consentirebbe allo Stato di risparmiare 277 milioni di euro, liberando risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata ai più disagiati.
“Avanziamo al Governo - ha evidenziato Simone Gamberini, presidente di Legacoop - una proposta concreta per rispondere al bisogno di casa, attraverso un innovativo patto pubblico-privato. Una partnership sostenibile e in grado di attrarre nuovi investimenti. Legacoop si candida a essere il soggetto che può dare una risposta ad una parte importante della domanda di casa”.
“La crisi abitativa che stiamo vivendo e che interessa anche la classe media - ha sottolineato Rossana Zaccaria, Presidente di Legacoop Abitanti - ci obbliga a ripensare un nuovo modello di offerta di case che, sostenuto anche da risorse pubbliche, vede Legacoop come un soggetto attivo e propositivo. Una proposta pensata all’interno del quadro normativo europeo che adotti appieno il concetto di Servizio di Interesse Economico Generale per l’offerta di alloggi a condizioni di vantaggio rispetto ai valori di mercato”.
Lo schema finanziario innovativo prospettato può attrarre anche risorse finanziarie già esistenti, ad esempio quelle della Banca Europea degli Investimenti o della Banca del Consiglio d’Europa, che altri Paesi utilizzano efficacemente scommettendo su soggetti attuatori non speculativi e puntando sulla cooperazione di abitanti come uno dei protagonisti di questa strategia.
Per questo Legacoop Abitanti - che da tempo promuove il concetto di servizio abitativo, ovvero di un’offerta che non si limita a un alloggio a condizioni sostenibili, ma prevede anche servizi che promuovano il senso di comunità - propone un modello che guarda alle migliori esperienze europee. In particolare, con l’adozione del concetto e delle caratteristiche di Servizio di Interesse Economico Generale (SIEG), che comprende anche l’edilizia abitativa sociale, nel quale, con un contributo pubblico aggiuntivo alle risorse proprie, si riesce a dare risposte quantitativamente superiori a quelle ottenibili con il solo utilizzo delle risorse pubbliche.
Oltre a consentire l’attivazione di fonti di finanziamento europee e a prevedere tutti gli aspetti legati alla gestione del servizio abitativo, il riferimento al SIEG può garantire da un lato un quadro normativo chiaro per quanto riguarda il ruolo e le attività del privato in termini di costi, remunerazione, e margini; dall’altro, il perseguimento dell’interesse pubblico, ovvero un canone commisurato alla reale condizione di bisogno delle persone. In sintesi: elementi di sostenibilità per il pubblico e per il privato in una forma di collaborazione virtuosa e soprattutto trasparente.
Come già detto, l’obiettivo del Piano di Edilizia Residenziale Sociale proposto da Legacoop Abitanti è quello di realizzare alloggi in locazione attraverso il recupero di immobili esistenti o la costruzione di nuovi con interventi di rigenerazione urbana, e quindi senza consumo di suolo, per dare una risposta a quella parte di popolazione che non riesce ad accedere alle proibitive condizioni del mercato immobiliare ma che non è tutelata dalle azioni dei soggetti pubblici.
Rispetto alle esigenze della domanda abitativa di Edilizia Residenziale Sociale, si ipotizza un Piano Pluriennale per la realizzazione complessiva di 50.000 alloggi di Edilizia Residenziale Sociale secondo la definizione di alloggio sociale contenuta nel DM 22 aprile 2008 che, tra l’altro, classifica l’alloggio sociale come servizio di interesse economico generale.
Nell’ambito del Piano, la cooperazione di abitanti si candida a realizzare 5.000 alloggi (il 10% del totale), da assegnare in locazione a canoni ridotti del 30% rispetto a quelli di mercato, con un impegno complessivo di risorse pari a poco meno di 1,4 miliardi di euro, finanziato dal sistema cooperativo con una quota di risorse proprie del 60% pari a 831 milioni di euro e dal contributo pubblico con una quota del 40 % pari a 553 milioni di euro.
L’impegno finanziario della Cooperazione, con il supporto della quota di contributo pubblico, determina, per la quota dei 5.000 alloggi proposti, un risparmio per lo Stato di circa 56.000 euro ad alloggio rispetto al costo sostenuto in caso di realizzazione interamente finanziata con risorse pubbliche. Quindi i risparmi complessivi per circa 277 milioni di euro consentirebbero allo Stato di destinare queste risorse per la realizzazione di circa 1.700 alloggi destinati a famiglie a basso reddito.
Il ruolo dello Stato, determinante per la sostenibilità della proposta, può concretizzarsi nella creazione di uno specifico Fondo dedicato all’attuazione del Piano Pluriennale di Edilizia Sociale dotato di risorse proprie, la cui dotazione potrebbe avvalersi, in fase attuativa, anche della contribuzione delle Regioni utilizzando le risorse del Fondo Sociale Europeo destinate alle politiche di recupero e rigenerazione urbana. A queste disponibilità possono poi aggiungersi, come detto, le risorse della Banca Europea degli Investimenti e della Banca del Consiglio di Europa, nell’ambito delle linee di azione programmatiche della Unione Europea.
Nella logica di partenariato pubblico-privato, il sostegno dello Stato può attuarsi direttamente attraverso la cessione di grandi aree dismesse di proprietà pubblica o di soggetti statali (Cassa Depositi e Prestiti, Demanio, Invimit, Ferrovie dello Stato) a valori sostenibili; contributi in conto capitale e in conto interesse; agevolazioni ed esenzioni totali e/o parziali tributarie e fiscali.
Inoltre, lo Stato può intervenire attraverso la concessione di garanzie di ultima istanza che favorirebbero in modo sensibile il costo e l’accesso alla finanza privata, valorizzando il ruolo dei soggetti della finanza di impatto disponibili a sostenere investimenti di lungo periodo con redditività certe e limitate, su progetti innovativi ad alto impatto sociale. Infine, si potrebbero prevedere delle modalità di cessione garantita a soggetti istituzionali dei crediti fiscali derivanti dalle agevolazioni fiscali attivabili dalle realizzazioni degli interventi.
“Nel mondo della cooperazione il prezzo medio di canone degli alloggi offerti è inferiore del 20-30 per cento rispetto ai prezzi di mercato”, ha ricordato il Ministro Salvini. “Un Piano Casa deve essere ribaltato totalmente rispetto alle vecchie logiche. Sono almeno 70mila gli alloggi non utilizzati da sistemare e da rimettere sul mercato”.
Sul Piano Casa, “convocheremo un tavolo al Ministero prima di Natale - ha annunciato il Ministro - insieme anche a Comuni, ai settori, alle Fondazioni previdenziali, ai grandi proprietari immobiliari, a Cassa depositi e prestiti, alla Bei e altri soggetti interessati. Coinvolgere centinaia di cooperative con migliaia di soci è fondamentale. A Legacoop manderò l’invito e sicuramente sarà intorno al tavolo. Da un soggetto come Legacoop, che gestisce bene il patrimonio abitativo della casa, mi aspetto che sia tra i protagonisti di questo percorso”.
“Oggi Salvini ha annunciato per la 27° volta di voler convocare un tavolo nazionale sulla casa. Siamo sinceramente stufi di annunci che cadono nel vuoto da parte di un Governo che, sulla casa, non ha fatto nulla se non azzerare il Fondo Sostegno affitti e il fondo per la morosità incolpevole” - ha commentato su Facebook Pierfrancesco Majorino, membro della segreteria nazionale del Partito democratico con delega al diritto alla casa -. “Serve un grande piano nazionale, come stiamo ripetendo da settimane anche con proposte puntuali, a partire dal recupero di 90mila alloggi VUOTI di proprietà pubblica - di cui ben 19mila di proprietà di Regione Lombardia - e da interventi da inserire nella manovra ora in Parlamento”. Secondo Maiorino “l’abitare sociale può tenere assieme temi come riuso, riqualificazione, emergenza sociale e climatica”.
Per Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera, “le proposte oggi illustrate potrebbero rientrare tra i servizi di interesse economico generale, che vedono un presupposto fondamentale nel ruolo centrale del governo. Nel parlare di un bisogno dell’abitare c’è un tema non eludibile di potenziamento e risposta di offerta e servizi”.
“L’Italia non è Milano”, ha commentato il vicepresidente di Ance Stefano Betti. “Un sistema di casa che sia anche relazione sociale e base integrata per la comunità va declinata a seconda dei diversi territori. Cominciare a pensare in modo modulare è indispensabile per lavorare in modo concreto”. E su X ha aggiunto: “bene che si torni a parlare di casa, che non è solo oggetto edilizio ma valore sociale e base della comunità. Ma serve ripensamento degli strumenti urbanistici ormai obsoleti, altrimenti la rigenerazione rimarrà solo sulla carta”.
Lo ha ri-annunciato (a distanza di qualche giorno) il Ministro Matteo Salvini in occasione della presentazione, mercoledì scorso, della proposta di Legacoop Abitanti, un Piano Casa pluriennale per la realizzazione di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti.
Legacoop Abitanti si candida a realizzare il 10% del Piano Casa in una logica di partenariato e di coprogettazione pubblico-privato; questo schema - spiegano i promotori - consentirebbe allo Stato di risparmiare 277 milioni di euro, liberando risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata ai più disagiati.
Piano Casa, necessità urgenti e soluzioni possibili
All’incontro è intervenuto Maurizio Landini, segretario della CGIL, che ha detto: “Oggi esiste un’emergenza abitativa. E il diritto dell’abitare non è garantito. È necessario porre il tema di un piano nazionale dell’edilizia pubblica. I periodi che hanno permesso una crescita sono quelli che hanno collegato il diritto alla casa con il diritto a un lavoro dignitoso, oggi siamo in una situazione opposta. È una normalità purtroppo considerare di essere poveri anche lavorando. Una logica inaccettabile”.“Avanziamo al Governo - ha evidenziato Simone Gamberini, presidente di Legacoop - una proposta concreta per rispondere al bisogno di casa, attraverso un innovativo patto pubblico-privato. Una partnership sostenibile e in grado di attrarre nuovi investimenti. Legacoop si candida a essere il soggetto che può dare una risposta ad una parte importante della domanda di casa”.
“La crisi abitativa che stiamo vivendo e che interessa anche la classe media - ha sottolineato Rossana Zaccaria, Presidente di Legacoop Abitanti - ci obbliga a ripensare un nuovo modello di offerta di case che, sostenuto anche da risorse pubbliche, vede Legacoop come un soggetto attivo e propositivo. Una proposta pensata all’interno del quadro normativo europeo che adotti appieno il concetto di Servizio di Interesse Economico Generale per l’offerta di alloggi a condizioni di vantaggio rispetto ai valori di mercato”.
Il Piano Casa di Legacoop Abitanti, come funziona
Legacoop Abitanti propone di attivare un Piano Casa pluriennale per la realizzazione complessiva di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti del 30% rispetto a quelli di mercato, candidandosi a realizzarne il 10% (5.000 alloggi) in una logica di partenariato e di coprogettazione pubblico-privato che consentirebbe allo Stato di risparmiare complessivamente 277 milioni di euro, liberando così risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata alle persone più disagiate.Lo schema finanziario innovativo prospettato può attrarre anche risorse finanziarie già esistenti, ad esempio quelle della Banca Europea degli Investimenti o della Banca del Consiglio d’Europa, che altri Paesi utilizzano efficacemente scommettendo su soggetti attuatori non speculativi e puntando sulla cooperazione di abitanti come uno dei protagonisti di questa strategia.
Per questo Legacoop Abitanti - che da tempo promuove il concetto di servizio abitativo, ovvero di un’offerta che non si limita a un alloggio a condizioni sostenibili, ma prevede anche servizi che promuovano il senso di comunità - propone un modello che guarda alle migliori esperienze europee. In particolare, con l’adozione del concetto e delle caratteristiche di Servizio di Interesse Economico Generale (SIEG), che comprende anche l’edilizia abitativa sociale, nel quale, con un contributo pubblico aggiuntivo alle risorse proprie, si riesce a dare risposte quantitativamente superiori a quelle ottenibili con il solo utilizzo delle risorse pubbliche.
Oltre a consentire l’attivazione di fonti di finanziamento europee e a prevedere tutti gli aspetti legati alla gestione del servizio abitativo, il riferimento al SIEG può garantire da un lato un quadro normativo chiaro per quanto riguarda il ruolo e le attività del privato in termini di costi, remunerazione, e margini; dall’altro, il perseguimento dell’interesse pubblico, ovvero un canone commisurato alla reale condizione di bisogno delle persone. In sintesi: elementi di sostenibilità per il pubblico e per il privato in una forma di collaborazione virtuosa e soprattutto trasparente.
Piano Nazionale per l’Abitare: obiettivo e articolazione
Come già detto, l’obiettivo del Piano di Edilizia Residenziale Sociale proposto da Legacoop Abitanti è quello di realizzare alloggi in locazione attraverso il recupero di immobili esistenti o la costruzione di nuovi con interventi di rigenerazione urbana, e quindi senza consumo di suolo, per dare una risposta a quella parte di popolazione che non riesce ad accedere alle proibitive condizioni del mercato immobiliare ma che non è tutelata dalle azioni dei soggetti pubblici.Rispetto alle esigenze della domanda abitativa di Edilizia Residenziale Sociale, si ipotizza un Piano Pluriennale per la realizzazione complessiva di 50.000 alloggi di Edilizia Residenziale Sociale secondo la definizione di alloggio sociale contenuta nel DM 22 aprile 2008 che, tra l’altro, classifica l’alloggio sociale come servizio di interesse economico generale.
Nell’ambito del Piano, la cooperazione di abitanti si candida a realizzare 5.000 alloggi (il 10% del totale), da assegnare in locazione a canoni ridotti del 30% rispetto a quelli di mercato, con un impegno complessivo di risorse pari a poco meno di 1,4 miliardi di euro, finanziato dal sistema cooperativo con una quota di risorse proprie del 60% pari a 831 milioni di euro e dal contributo pubblico con una quota del 40 % pari a 553 milioni di euro.
L’impegno finanziario della Cooperazione, con il supporto della quota di contributo pubblico, determina, per la quota dei 5.000 alloggi proposti, un risparmio per lo Stato di circa 56.000 euro ad alloggio rispetto al costo sostenuto in caso di realizzazione interamente finanziata con risorse pubbliche. Quindi i risparmi complessivi per circa 277 milioni di euro consentirebbero allo Stato di destinare queste risorse per la realizzazione di circa 1.700 alloggi destinati a famiglie a basso reddito.
Il ruolo dello Stato, determinante per la sostenibilità della proposta, può concretizzarsi nella creazione di uno specifico Fondo dedicato all’attuazione del Piano Pluriennale di Edilizia Sociale dotato di risorse proprie, la cui dotazione potrebbe avvalersi, in fase attuativa, anche della contribuzione delle Regioni utilizzando le risorse del Fondo Sociale Europeo destinate alle politiche di recupero e rigenerazione urbana. A queste disponibilità possono poi aggiungersi, come detto, le risorse della Banca Europea degli Investimenti e della Banca del Consiglio di Europa, nell’ambito delle linee di azione programmatiche della Unione Europea.
Nella logica di partenariato pubblico-privato, il sostegno dello Stato può attuarsi direttamente attraverso la cessione di grandi aree dismesse di proprietà pubblica o di soggetti statali (Cassa Depositi e Prestiti, Demanio, Invimit, Ferrovie dello Stato) a valori sostenibili; contributi in conto capitale e in conto interesse; agevolazioni ed esenzioni totali e/o parziali tributarie e fiscali.
Inoltre, lo Stato può intervenire attraverso la concessione di garanzie di ultima istanza che favorirebbero in modo sensibile il costo e l’accesso alla finanza privata, valorizzando il ruolo dei soggetti della finanza di impatto disponibili a sostenere investimenti di lungo periodo con redditività certe e limitate, su progetti innovativi ad alto impatto sociale. Infine, si potrebbero prevedere delle modalità di cessione garantita a soggetti istituzionali dei crediti fiscali derivanti dalle agevolazioni fiscali attivabili dalle realizzazioni degli interventi.
Ministro Salvini: sul Piano Casa ‘tavolo al Ministero prima di Natale’
“Nel mondo della cooperazione il prezzo medio di canone degli alloggi offerti è inferiore del 20-30 per cento rispetto ai prezzi di mercato”, ha ricordato il Ministro Salvini. “Un Piano Casa deve essere ribaltato totalmente rispetto alle vecchie logiche. Sono almeno 70mila gli alloggi non utilizzati da sistemare e da rimettere sul mercato”.Sul Piano Casa, “convocheremo un tavolo al Ministero prima di Natale - ha annunciato il Ministro - insieme anche a Comuni, ai settori, alle Fondazioni previdenziali, ai grandi proprietari immobiliari, a Cassa depositi e prestiti, alla Bei e altri soggetti interessati. Coinvolgere centinaia di cooperative con migliaia di soci è fondamentale. A Legacoop manderò l’invito e sicuramente sarà intorno al tavolo. Da un soggetto come Legacoop, che gestisce bene il patrimonio abitativo della casa, mi aspetto che sia tra i protagonisti di questo percorso”.
“Oggi Salvini ha annunciato per la 27° volta di voler convocare un tavolo nazionale sulla casa. Siamo sinceramente stufi di annunci che cadono nel vuoto da parte di un Governo che, sulla casa, non ha fatto nulla se non azzerare il Fondo Sostegno affitti e il fondo per la morosità incolpevole” - ha commentato su Facebook Pierfrancesco Majorino, membro della segreteria nazionale del Partito democratico con delega al diritto alla casa -. “Serve un grande piano nazionale, come stiamo ripetendo da settimane anche con proposte puntuali, a partire dal recupero di 90mila alloggi VUOTI di proprietà pubblica - di cui ben 19mila di proprietà di Regione Lombardia - e da interventi da inserire nella manovra ora in Parlamento”. Secondo Maiorino “l’abitare sociale può tenere assieme temi come riuso, riqualificazione, emergenza sociale e climatica”.
Per Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera, “le proposte oggi illustrate potrebbero rientrare tra i servizi di interesse economico generale, che vedono un presupposto fondamentale nel ruolo centrale del governo. Nel parlare di un bisogno dell’abitare c’è un tema non eludibile di potenziamento e risposta di offerta e servizi”.
“L’Italia non è Milano”, ha commentato il vicepresidente di Ance Stefano Betti. “Un sistema di casa che sia anche relazione sociale e base integrata per la comunità va declinata a seconda dei diversi territori. Cominciare a pensare in modo modulare è indispensabile per lavorare in modo concreto”. E su X ha aggiunto: “bene che si torni a parlare di casa, che non è solo oggetto edilizio ma valore sociale e base della comunità. Ma serve ripensamento degli strumenti urbanistici ormai obsoleti, altrimenti la rigenerazione rimarrà solo sulla carta”.