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Contratti sotto soglia, Anac: bene la circolare Mit, ma servirebbe una legge

Contratti sotto soglia, Anac: bene la circolare Mit, ma servirebbe una legge

Il Presidente Busìa commenta: le nostre obiezioni erano fondate, la trasparenza non fa perdere tempo, ma lo fa guadagnare

Vedi Aggiornamento del 21/03/2024
Contratti sotto soglia - Foto: Aleksandr Khakimullin 123RF.com
Contratti sotto soglia - Foto: Aleksandr Khakimullin 123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 21/03/2024
01/12/2023 - Marcia indietro del Governo sui contratti sotto soglia. Così il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giuseppe Busìa, ha commentato la circolare dei giorni scorsi con cui il Ministero delle Infrastrutture (Mit) ha chiarito che nei contratti sotto soglia è possibile scegliere se utilizzare le procedure semplificate o quelle ordinarie.
 

La circolare del Mit sui contratti sotto soglia

Nei giorni scorsi, per far fronte ad una serie di dubbi sulle procedure da utilizzare nei contratti sotto soglia, il Mit ha pubblicato una circolare in cui spiega che la Stazione appaltante può decidere, se lo ritiene opportuno, l’utilizzo delle procedure ordinarie.
 
Tuttavia, ha ribadito il Mit nella circolare, l’utilizzo dell’affidamento diretto e della procedura negoziata applicano il principio di risultato, che impone alle Stazioni Appaltanti di affidare i lavori o i servizi con la massima tempestività.
 
Il chiarimento si è reso necessario perché, interpretando alla lettera la norma del Codice Appalti, sembrava invece che le procedure ordinarie fossero vietate.
 
 

Anac: passo avanti, ma ci vorrebbe una legge

Come evidenziato da Busìa, il chiarimento del Mit è arrivato con una circolare e non con legge, come sarebbe stato necessario, ma rappresenta comunque un importante passo avanti.
 
“Prevedere che sia obbligatorio l’affidamento diretto per tutti i contratti per l’acquisto di beni o servizi sopra i 140mila euro e che si arrivi ad assegnare i lavori fino ad oltre cinque milioni di euro senza pubblicare neanche un avviso pubblico rappresentava una forzatura”.
 
“Numericamente - continua - si tratta infatti della stragrande maggioranza dei contratti significava che sarebbero stati sottratti alle più elementari forme di pubblicità, a danno delle imprese e delle casse pubbliche. È infatti evidente che, se per spendere ben oltre centomila euro, l’amministrazione non deve neanche chiedere due preventivi, si rivolgerà alla prima impresa che capita, e questa non avrà alcun interesse a contenere la propria offerta”.
 
“Anche fuori dai casi di piccola o grande corruzione - sottolinea il Presidente Busìa - è chiaro che ad essere premiato sarà il fornitore più ‘vicino’ o comunque quello già conosciuto, e non quello più bravo. Con il risultato ultimo di spendere di più, avendo in cambio forniture e servizi di minore qualità o opere destinate a durare meno”.
 
“La trasparenza, specie in tempi di digitalizzazione, non solo non fa perdere tempo, ma lo fa guadagnare - aggiunge Busìa - sia perché la gara occupa da sempre una piccola percentuale di tempo rispetto alla fase autorizzatoria ed all’esecuzione, sia perché solo le imprese selezionate in modo trasparente per essere migliori e non più amiche, sono in grado di portare avanti rapidamente i lavori”.
 
“Se vogliamo creare sviluppo e ricchezza - conclude - dobbiamo spingere le nostre imprese ad investire in innovazione e qualità, non in pubbliche relazioni con i decisori dei diversi livelli istituzionali".
 
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