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Edifici pubblici in disuso saranno destinati a residenze universitarie

Edifici pubblici in disuso saranno destinati a residenze universitarie

Accordo tra Ministero dell’Università e Agenzia del Demanio per individuare gli immobili e progettare i nuovi alloggi per studenti

Vedi Aggiornamento del 05/11/2024
Da edifici pubblici in disuso a residenze universitarie - Foto: Trendsetter Images 123rf.com
Da edifici pubblici in disuso a residenze universitarie - Foto: Trendsetter Images 123rf.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 05/11/2024
01/12/2023 - Individuare gli immobili pubblici poco utilizzati o in disuso ma idonei a ospitare alloggi per gli studenti fuori sede, e trasformarli in nuove residenze universitarie.
 
È l’obiettivo del tavolo tecnico istituito con un Protocollo d’Intesa sottoscritto dalla Ministra dell’Università e della Ricerca (MUR), Anna Maria Bernini, e dalla Direttrice dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme.
 
Il tavolo tecnico si propone di favorire accordi con Università ed Enti Territoriali, avviare la progettazione sugli immobili pubblici selezionati, attivare operazioni di due-diligence al fine di risolvere eventuali criticità e garantire la fase gestionale.
 
Le istituzioni firmatarie coinvolgeranno nei lavori del Tavolo Tecnico, in qualità di partecipanti esterni, i referenti della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e dell’Associazione nazionale degli organismi per il diritto allo studio universitario (ANDISU). Il fine dell’iniziativa è quello di contrastare l’emergenza abitativa che riguarda molte città italiane sede di atenei.
 
“Il MUR, insieme a tutto il Governo, ha già dato risposte importanti per fronteggiare le richieste di nuovi posti letto per gli studenti fuori sede - ha dichiarato la Ministra Bernini -. In pochi mesi abbiamo creato 8.500 posti letto e abbiamo finanziato progetti per realizzarne ulteriori 5.400 attraverso il V bando della legge 338/2000”.
 
“Con la firma di questo protocollo - ha aggiunto Bernini -, mettiamo in campo un ulteriore strumento per aumentare la disponibilità residenziale e accelerarne la realizzazione. A noi preme risolvere in maniera strutturale l’emergenza alloggi ereditata dal passato, integrando il PNRR con tutti gli strumenti utili a disposizione. Agiamo oggi per avere risultati sicuri e duraturi nel tempo”.
 
L’Agenzia del Demanio sottoporrà al tavolo tecnico gli immobili da inserire nel portafoglio immobiliare, già composto da 28 beni individuati in seguito all’emanazione del Decreto MUR 469/2023 in attuazione della Riforma 1.7 del PNRR.
 

L’Agenzia, sull’indirizzo del MUR, si impegna a facilitare le azioni amministrative e di sviluppo della progettazione valutando le opportunità di coordinamento tra le attività di programmazione finanziaria e di valorizzazione immobiliare.
 
L’Agenzia mette, inoltre, a disposizione capacità tecniche della Struttura per la Progettazione, nell'ambito di accordi con enti territoriali competenti e Università interessate, ricorrendo alle migliori soluzioni progettuali in tema di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico.
 
Con la rigenerazione di immobili dello Stato - spiega il comunicato -, si potrà supportare il MUR per una risposta strutturata di lungo periodo agli obiettivi PNRR sulle residenze universitarie e un contributo allo sviluppo del Paese in termini di rigenerazione urbana, di attrattività per i giovani, di ripopolamento di città e sedi universitarie.
 
Su indirizzo del MUR e su proposta delle Università, in accordo con la pianificazione degli enti territoriali e con gli enti del diritto allo studio, si potranno realizzare poli universitari, tecnologici e di innovazione e residenze universitarie.
 
“Le residenze universitarie rappresentano un formidabile strumento di rigenerazione dei centri urbani, e una grande opportunità di attrazione dei giovani riempiendo vuoti urbani creati da immobili pubblici non utilizzati” - ha sottolineato la Direttrice dell’Agenzia del Demanio, dal Verme.
 
“Le Università come catalizzatore culturale e sociale, dotate di adeguate strutture di residenza per i giovani, possono dare un contributo sostanziale per lo sviluppo e la crescita, per il ripopolamento qualificato dei territori. Indispensabile lavorare anche con iniziative di partenariato pubblico-privato per gli investimenti e per la gestione sulle residenze universitarie” - ha concluso.
 
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