NORMATIVA
Governo Meloni a caccia di case fantasma
Bonus edilizi non utilizzabili, la comunicazione alle Entrate non svela i crediti incagliati
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Bonus edilizi non utilizzabili, la comunicazione alle Entrate non svela i crediti incagliati
Il 2 gennaio, alla scadenza dei termini per l’invio dei dati, risultano comunicati solo 134 milioni di euro. Mef: ‘dato non rappresentativo dei crediti bloccati’
12/01/2024 - La comunicazione obbligatoria dei crediti non utilizzabili, relativi al Superbonus e agli altri bonus edilizi, non è riuscita a quantificare la mole dei crediti effettivamente bloccati. Si arriva a questa conclusione dopo la risposta data ieri dal Ministero dell’Economia e delle Finanze all’interrogazione dell’On. M5S, Emiliano Fenu.
Il problema dei crediti fiscali relativi al Superbonus e agli altri bonus edilizi, bloccati dal blackout della cessione del credito, coinvolge un gran numero di addetti ai lavori e ha creato una crisi di liquidità tra le imprese.
Al momento, però, è difficile fare una stima attendibile sulla mole dei crediti fiscali bloccati dalla mancanza di un acquirente e adottare le misure necessarie a risolvere il problema. La soluzione della comunicazione obbligatoria dei crediti non utilizzabili non ha dato i risultati sperati.
A novembre, rispondendo ad un’interrogazione, la Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano, ha stimato in 135 miliardi di euro i crediti non utilizzati. Si arriva a questa cifra sottraendo dai 160,6 miliardi di crediti derivanti dallo sconto in fattura e dalla cessione del credito, i 25,5 miliardi di euro di crediti compensati. In sede di risposta, la Sottosegretaria ha anche spiegato che non era possibile determinare in che misura i 135 miliardi di crediti ancora fermi fossero in attesa di utilizzo o bloccati dalla mancanza di un acquirente.
A fine novembre, l’Agenzia delle Entrate ha definito le modalità con cui comunicare i crediti non utilizzabili per ragioni diverse dalla scadenza dei termini, quindi ad esempio per mancanza dei presupposti o per aver esaurito la capienza fiscale.
L’idea alla base dell’obbligo di comunicazione era quella di quantificare l’ammontare dei crediti fiscali bloccati sottraendo dal totale dei crediti fermi l’importo emerso dalle comunicazioni.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni, ha reso noto che i crediti fiscali relativi ai bonus edilizi comunicati come non utilizzabili ammontano a 134 milioni di euro. Si tratta di una cifra esigua rispetto al totale dei crediti ancora non utilizzati. Alcuni contribuenti, a fronte di una multa di soli 100 euro, potrebbero non aver inviato la comunicazione per il dubbio di poter utilizzare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali.
Freni, nella sua risposta, ha ribadito che i dati non sono rappresentativi del fenomeno dei crediti incagliati. I crediti non utilizzabili, ha spiegato, sono infatti quelli che il detentore ritiene di non avere diritto a utilizzare e vuole cancellare.
L’operazione della comunicazione obbligatoria non è quindi riuscita a fotografare la realtà.
Il problema dei crediti fiscali relativi al Superbonus e agli altri bonus edilizi, bloccati dal blackout della cessione del credito, coinvolge un gran numero di addetti ai lavori e ha creato una crisi di liquidità tra le imprese.
Al momento, però, è difficile fare una stima attendibile sulla mole dei crediti fiscali bloccati dalla mancanza di un acquirente e adottare le misure necessarie a risolvere il problema. La soluzione della comunicazione obbligatoria dei crediti non utilizzabili non ha dato i risultati sperati.
Crediti fiscali inutilizzabili, la comunicazione obbligatoria
Per riuscire ad individuare i crediti fiscali bloccati tra quelli non utilizzati o non utilizzabili, lo scorso agosto il Governo, con il Decreto “Omnibus” (DL 104/2023), ha obbligato i titolari di crediti derivanti dalla cessione o dallo sconto in fattura, non utilizzabili per cause diverse dal decorso dei termini, a inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Il decreto ha anche fissato una multa di 100 euro per il mancato invio della comunicazione.A novembre, rispondendo ad un’interrogazione, la Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano, ha stimato in 135 miliardi di euro i crediti non utilizzati. Si arriva a questa cifra sottraendo dai 160,6 miliardi di crediti derivanti dallo sconto in fattura e dalla cessione del credito, i 25,5 miliardi di euro di crediti compensati. In sede di risposta, la Sottosegretaria ha anche spiegato che non era possibile determinare in che misura i 135 miliardi di crediti ancora fermi fossero in attesa di utilizzo o bloccati dalla mancanza di un acquirente.
A fine novembre, l’Agenzia delle Entrate ha definito le modalità con cui comunicare i crediti non utilizzabili per ragioni diverse dalla scadenza dei termini, quindi ad esempio per mancanza dei presupposti o per aver esaurito la capienza fiscale.
L’idea alla base dell’obbligo di comunicazione era quella di quantificare l’ammontare dei crediti fiscali bloccati sottraendo dal totale dei crediti fermi l’importo emerso dalle comunicazioni.
La comunicazione obbligatoria non fa emergere i crediti fiscali bloccati
Gli interessati hanno avuto tempo fino al 2 gennaio per inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Il M5S ha quindi presentato un’interrogazione per conoscere i dati.Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni, ha reso noto che i crediti fiscali relativi ai bonus edilizi comunicati come non utilizzabili ammontano a 134 milioni di euro. Si tratta di una cifra esigua rispetto al totale dei crediti ancora non utilizzati. Alcuni contribuenti, a fronte di una multa di soli 100 euro, potrebbero non aver inviato la comunicazione per il dubbio di poter utilizzare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali.
Freni, nella sua risposta, ha ribadito che i dati non sono rappresentativi del fenomeno dei crediti incagliati. I crediti non utilizzabili, ha spiegato, sono infatti quelli che il detentore ritiene di non avere diritto a utilizzare e vuole cancellare.
L’operazione della comunicazione obbligatoria non è quindi riuscita a fotografare la realtà.