02/04/2024 - Il settore delle costruzioni ha necessità di “una serie di misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni in Italia e all’estero, e permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima”.
Così
Federcostruzioni sintetizza la situazione del comparto dell’edilizia a valle della presentazione dei dati congiunturali del Rapporto annuale che si è tenuta durante la Conferenza Stampa di presentazione di SAIE Bologna il 28 marzo scorso.
L’economia italiana nel 2024, come nel 2023, causa incertezze dovute a perduranti tensioni geopolitiche, inflazione e politica monetaria restrittiva - spiega Federcostruzioni -, sembra continuare ad aver perso lo slancio che l’aveva caratterizzata negli anni 21/22, periodo nel quale si era contraddistinta per tassi di crescita particolarmente significativi e superiori a quelli dei principali partner europei, rilevando una crescita pari ad 8,3%nel 2021 e 4% nel 2022. Federcostruzioni sottolinea che circa
1/3 della crescita del Pil è da attribuire al comparto delle costruzioni. Per il 2023, l’Istat, secondo le sue più recenti stime, indica per l’Italia una crescita del PIL che si attesta al +0,9%.
Per l’anno in corso, che continua ad essere dominato da incertezze - proseguono i costruttori -, la previsione risente di un quadro macroeconomico che potrebbe beneficiare da un rientro dell’inflazione più rapido del previsto che indurrebbe la Banca Centrale Europea a correggere i tassi di interesse verso il basso, aprendo dei margini per una prosecuzione dei livelli sia dei consumi che degli investimenti. “Per tale motivo
il Governo ci lascia sconcertati per l’ultimo intervento normativo in tema di bonus fiscali. Il testo preannunciato elimina la possibilità per le nuove operazioni, salvaguardando il passato, di utilizzare cessione del credito e sconto in fattura colpendo principalmente le fasce deboli”.
Direttiva Case Green e preconsuntivo 2023
Secondo Federcostruzioni, la direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) avrà un impatto rilevante sul nostro Paese. Riprendendo i dati di ANCE, Federcostruzioni ricorda che il patrimonio immobiliare italiano è molto vecchio: su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni (73%) rientrano nelle classi più energivore (E, F, G) e non sono in grado di garantire le performance energetiche, sia pur minime, richieste per gli edifici costruiti successivamente, e molto lontano dalle prestazioni minime richieste alle abitazioni dei nostri giorni. In merito al settore non residenziale, su circa 1,35 milioni di edifici, il 55%, pari a circa 743.000 edifici, ricade nelle classi più energivore (E, F, G).
Federcostruzioni per il 2023 stima un preconsuntivo della produzione della filiera, in crescita del 3% (quale dato di sintesi), confermando quindi il valore della produzione della filiera raggiunto nel 2022 e pari a 600 miliardi, un valore che indica un mercato che si mantiene in lieve crescita, intorno al livello di 600 miliardi raggiunto nel 2022. Durante la conferenza stampa, la Presidente Paola Marone ha riportato i dati previsionali ricevuti da Ance e Angaisa per l’anno in corso.
Investimenti in decremento del 7% per il 2024
Per quanto riguarda i subcomparti delle costruzioni, il Centro Studi Ance riferisce che nel 2023 si registra un +5% per gli investimenti in costruzioni, +18% per le opere pubbliche, +5% per il non residenziale privato, +1,3% per le nuove abitazioni, +0,5% per la riqualificazione. Per il 2024 si prevedono investimenti in decremento di circa 7%. Angaisa, relativamente al proprio comparto, riferisce che nel 2024 è attesa una flessione ulteriore, intorno all’11%, rispetto all’anno precedente. Reputa essenziale tutelare imprese e posti di lavoro.
Con riferimento al PNRR, su 45,6 miliardi di euro di spesa totale al 31 dicembre 2023, il 59% è relativo al settore delle costruzioni.
Superbonus 110% e lavori pubblici coprono il 56% della spesa sostenuta al 31 dicembre 2023 con, rispettivamente, 14 miliardi di euro e 10.1 miliardi di euro. Inoltre, è stata aggiunta una Missione 7 Repower EU, con una dotazione di 11,2 miliardi di euro di cui 8,3 miliardi derivanti da definanziamenti di altre Missioni e 2,9 miliardi di nuovi fondi EU.
In conclusione, Federcostruzioni reputa necessarie una serie di misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni in Italia e all’estero, e permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima.
“Serve urgentemente - ha aggiunto la Presidente di Federcostruzioni Paola Marone -, un sistema di incentivi accessibili alle famiglie con la
cessione dei crediti almeno per i redditi bassi, una visione complessiva e un sostegno pubblico adeguato per la filiera industriale delle costruzioni per la promozione degli investimenti per la transizione verde e la riduzione delle emissioni di CO
2, il rafforzamento del meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) rafforzando la sua efficacia di difesa delle produzioni europee e la rapida attuazione dell’energy release e gas release, una maggiore concorrenza nei servizi di ingegneria abbassando la soglia per gli affidamenti diretti”.