24/04/2024 - Aggiustare gli effetti di cassa del Superbonus. È uno degli obiettivi del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenuto lunedì in audizione sul Documento di economia e finanza (DEF) in Commissione Bilancio del Senato.
Tra le soluzioni potrebbe esserci l’allungamento da 4 a 10 anni dei termini per usufruire dei crediti spettanti.
Superbonus e utilizzo dei crediti in 10 anni
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha commentato che l’Istat ha rivisto al rialzo i dati sul deficit 2023, che dal 7,2% atteso è passato al 7,4%. L’aumento non incide sul Def, ma darà probabilmente il via ad una procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia.
Sul deficit pesano anche il Superbonus e i bonus edilizi, mai piaciuti all’attuale Governo. Il Ministro Giorgetti ha giudicato il Superbonus “una infernale macchina da guerra che si è mangiata un anno di incremento di spesa sanitaria”.
Giorgetti ha ribadito che la misura “è nata storta” perché mancava di una qualsiasi capacità di monitoraggio preventivo e ha ricordato che il Governo ha intrapreso una serie di iniziative per “limitare i danni” eliminando la cessione del credito.
Secondo Giorgetti, nei prossimi anni i crediti maturati, che man mano verranno fruiti, genereranno minori entrate che peseranno sulle casse dello Stato. Per migliorare gli effetti di cassa, il Governo proporrà l’allungamento da 4 a 10 anni dei termini per l’utilizzo del credito di imposta corrispondente al Superbonus. L’idea, resa nota già dai giorni scorsi, si sommerebbe alle strette già attuate.
Per maggiore chiarezza bisogna ricordare che la soluzione di allungare da 4 a 10 anni il tempo di fruizione del Superbonus è stata già intrapresa
per le spese sostenute nel 2022. Attualmente il titolare del credito può scegliere se usare il credito in 4 anni o richiedere l’utilizzo in 10 anni. La misura ha destato delle perplessità perché la dilazione avrebbe reso i crediti meno remunerativi sia per le banche sia per gli altri titolari.
Resta ora da capire se l’allungamento da 4 a 10 anni sarà obbligatorio o continuerà ad essere facoltativo.
Banca d’Italia: Superbonus 5 volte più costoso del previsto
La Banca d’Italia, intervenuta nello stesso ciclo di audizioni, ha sottolineato l'ammontare dei costi del Superbonus, tanto che il miglioramento del disavanzo è stato più contenuto di quanto programmato dal Governo lo scorso autunno. “La nota di aggiornamento del DEF, elaborata nel 2023 pianificava un calo di 2,7 punti percentuali del PIL. Secondo le valutazioni contenute nel DEF, la deviazione dagli obiettivi è principalmente attribuibile ai maggiori oneri derivanti dal Superbonus - per 1,9 punti percentuali del prodotto”.
“Benché il DEF non includa informazioni esplicite al riguardo - scrive Bankitalia - si può dunque valutare che l’ammontare dei crediti d’imposta per Superbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023 pubblicati da Istat a inizio aprile sia pari a quasi 3,7 punti percentuali del PIL (77 miliardi). Si tratta di un valore di oltre cinque volte superiore a quanto il DEF 2023 prevedeva sarebbe maturato nell’anno”.
UPB: carenza di informazioni sul Superbonus
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), audito lunedì, ha spiegato che il Superbonus e i bonus edilizi hanno di certo sostenuto gli investimenti, ma c’è carenza di informazioni.
“Non è esplicitata l’entità degli importi considerati nei dati di consuntivo nei documenti pubblicati dall’Istat e in quelli del MEF. Si tratta di informazioni importanti, ancorché risultato di stime provvisorie di preconsuntivo rivedibili in base agli aggiornamenti di informazioni disponibili con ritardo, oltre il termine di chiusura dei preconsuntivi. Sarebbe inoltre importante fornire maggiori informazioni nei documenti programmatici sugli importi previsti per il periodo 2024-27”.